"Mi stai dicendo cose che già so. Raccontami dei tuoi amici, che tipi sono, cosa fate insieme e cosa fai durante il tuo tempo libero oltre ad occuparti di me"

Come faccio a dirgli che non ho amici al di fuori di Liam? Le uniche parole che scambio con le altre persone sono per informarmi dell'orario quando mi si spegne il cellulare o per farmi passare gli appunti da qualche compagno di corso. Stop.

"Beh i miei amici..mh.. loro sono tipi okay?" quasi domando non sapendo cosa dire.

Vorrei dirle la verità, sul fatto che mi stanno tutti sulle palle per diventare miei amici, ma non voglio rovinare il suo entusiasmo e non voglio aprire discorsi psicologici con mia madre sul perché non ho una vita sociale.

"Tipi okay?" si acciglia.

"Sì, tipi okay. Ridiamo e scherziamo insieme, sai le cose che fanno in maschi" cerco di sfruttare la mia fottuta fantasia ma non sembra aiutarmi molto.

"Mh non sono sicura di aver capito bene, ma sono contenta che tu sia circondato di persone gioiose e che ti vogliano bene" mi sorride.

Certo, come no.

"Certo" le faccio un sorriso falso.

"E poi? Cosa ti piace fare quando sei libero?" domanda guardandomi.

"Giocare a basket e scrivere" rispondo.

"Già, quando eri piccolo avevi la mania di strappare dei fogli a caso dai quaderni per scrivere ciò che ti passava per la testa. Scrivevi per botte di ore, ma non ho mai potuto capire cosa dato che appena finivi accartocciavi il foglio e lo buttavi nel camino" sorride ricordando vecchi aneddoti.

Annuisco sorridendo debolmente. Mi è sempre piaciuto scrivere. Buttare giù lì a caso ciò che mi passa per la mente. Unire le parole e dare vita ai miei pensieri. I miei testi non hanno mai seguito una forma ordinata, perché la mia stessa mente è un caos total. Prendere una penna e un foglio per me è sempre stato una sorta di sfogo, oltre al basket. Un modo per estraniarmi da ciò che avevo intorno e sfogare la mia rabbia e le mie frustrazioni scrivendo per ore. Ad essere sincero è da un bel po' che non scrivo nulla. Le pagine del mio diario in cuoio nero sono perlopiù vuote e devo ammettere che mi manca marchiare con l'inchiostro il bianco delle pagine.

Con la scusa che il cibo si bruci mi alzo dalla sedia in cui mi ero seduto e mi precipito ai fornelli sperando che questa discussione finisca. Sono contento di parlare con mia madre, ma odio il fatto che l'argomento debba essere io.

"E hai una fidanzata?" chiede ingenuamente dopo un lasso di tempo interminabile.

Il coltello che avevo in mano e che stavo usando per affettare le cipolle finisce improvvisamente in mezzo al mio dito procurandomi un profonda ferita da cui inizia a fuoriuscire del sangue.

"Cazzo" sussurro impercettibilmente.

"Come?" domanda accigliata.

"Cosa?" faccio il finto tonto.

"Ti ho chiesto se hai una ragazza."

Il mio cuore inizia a battere così forte che sembra voglia uscirmi dal petto mentre le mie gambe fanno fatica a reggere il peso del mio corpo.

"N-no, non ce l'ho" balbetto come un idiota.

Perché deve tirar fuori questo argomento?

"Oh. E perché un bel ragazzone come te non ha trovato nessuno a cui affidare il suo cuore?" chiede mia madre con tono poetico.

"Mamma, per favore" alzo gli occhi al cielo e lei se la ride beatamente sotto i baffi. È bello vederla sorridere così, anche se sono costretto a subirmi domande inopportune che mi fanno girare la testa.

Ricominciare a sognare Where stories live. Discover now