.Capitolo 24

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Madison's Pov.

Sei tutto ciò che desidero, ma non posso averti.

Sono state le ultime parole che ha pronunciato Ethan prima di andarsene dal mio appartamento. Svogliatamente mi alzo dal letto per iniziare un'altra deprimente e noiosa giornata. Mi dirigo in bagno per fare una doccia calda e rilassare i muscoli tesi del mio corpo. Avrei solo voglia di dormire per un paio di giorni consecutivi e spegnere definitivamente il cervello.

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Il cielo grigio degli ultimi giorni di novembre non aiuta il mio umore a risollevarsi. Le lezioni passano fin troppo lentamente stamattina e io non faccio altro che sbadigliare. Non sono riuscita a dormire nemmeno stanotte. Ma stavolta la mia insonnia è dovuta al ragazzo che occupa i miei pensieri. Ho ripensato a quello che mi ha detto, a come mi baciava, a come mi stringeva tra le sue braccia. Ho pensato al modo per togliermelo dalla testa.

Mi metto seduta agli ultimi posti dell'aula e appoggio la testa sulle braccia, chinandomi sul banco. Sento gli occhi appesantirsi sempre di più fin quando li chiudo. La voce del professore diventa sempre più lontana e mi lascio travolgere dal profondo sonno che mi porto dietro come una valigia pesante.

La mia mente mi porta in un posto strano. Sembrerebbe un campo di grano, anche se non ne sono pienamente convinta. Cammino cautamente mentre i caldi raggi del sole accarezzano la mia pelle. Mi beo della pace del posto e mi siedo sul terreno. Porto gli occhi al cielo e subito mi si parano davanti centinaia e centinaia di farfalle colorate. Un sorriso si fa spazio tra le mie labbra nell'osservare questa meraviglia. Gli insetti volano beati nell'aria incuranti di ciò che li circonda. Chiudo gli occhi per la serenità che sto provando in questo momento sperando che possa durare ancora un po'. Improvvisamente sento un respiro caldo sul mio volto. L'odore è familiare e sa di menta. Apro gli occhi e due smeraldi verdi mi guardano dolcemente. Riconoscerei quel verde brillante tra mille tonalità del colore. Il ragazzo porta una mano sulla mia guancia, accarezzandola delicatamente mentre il suo sguardo penetra dentro di me, fino a raggiungere le parti più oscure della mia anima. "Madison" sento pronunciare. La sua voce è calda e roca. Amo il modo in cui il suono del mio nome esce dalle sue labbra piene. Sta per aprire di nuovo bocca, ma un rumore assordante lo blocca. Mi guarda con occhi sbarrati mentre io sono sempre più confusa. Viene tirato bruscamente via da me e quando alzo il busto per capire cosa stia succedendo, lui non c'è. È scomparso, dissolto nell'aria.

Improvvisamente non mi trovo più in quel posto pacifico e straordinario. Sento delle voci divertite che mi appaiono confuse e apro gli occhi. L'intera classe mi sta fissando, compreso il professore e istintivamente il mio viso si colora di un rosso inteso. Le persone iniziano ad uscire dall'aula, così in imbarazzo sistemo le mie cose nella borsa e mi precipito fuori prima che qualcuno possa farmi domande. Che stupida! Come ho potuto addormentarmi in classe? Mi porto una mano sul volto e lo strabuzzo per togliere gli ultimi residui di sonno. Le immagini del sogno fatto pochi minuti fa si intrufolano nella mia mente. Ho sognato Ethan, dannazione. Devo piantarla con queste assurdità. Devo finirla di pensare a lui, non cè speranza per due noi.

Cammino abbattuta nei corridoio della scuola e mi dirigo verso la caffetteria sul retro. Ho un bisogno disperato di un caffè. Ordino e quando il ragazzo mi dà il mio bicchiere mando giù la bevanda calda in un sorso solo, non curandomi del bruciore che provoca alla mia gola. Ne avrei bisogno a caraffe! Ripercorro la stessa strada che ho fatto poco fa e mi avvio verso l'uscita, per tornarmene a casa. Avrei un'altra lezione, ma non vorrei ripetere la brutta figura che ho fatto prima addormentandomi nel bel mezzo della spiegazione.

Percorrendo gli ultimi gradini per uscire dell'istituto, i miei occhi si soffermano su un ragazzo biondo appoggiato alla mia macchina. La sua immagine mi appare confusa a causa della lontananza che c'è tra di noi, ma non appena mi avvicino di più sbarro gli occhi. Non può essere lui! Corro il più velocemente possibile verso il ragazzo che, vedendomi, ha aperto le braccia. Il suo mi è mancato un casino. Lui mi è mancato un casino.

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