Capitolo 11: Acquario

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Brendon iniziava a sentirsi male, Foffy aveva capito che qualcosa non andava ma non poteva care nulla per avvisare il suo padrone: era un fantasma.
Il ragazzo tossì rumorosamente più e più volte.
Rovinò a terra cercando di reggersi al comò.
Nulla.
Stramazzò al suolo.
Foffy abbaiava impaurito.
E lei si manifestò, erano passati anni da quando si erano rivisti l'ultima volta, accarezzò il piccolo cane fantasma cercando di consolarlo e prese l'anima di Brendon scomparendo con lei nel buio.
Foffy abbaiò speranzoso che il suo padrone restasse come lui sulla terra.
Ma non fu così.
A malincuore la ragazza si fece chiamare Nodnerb.
Con la tristezza negli occhi guardò l'anima del ragazzo scalciare all'interno del guscio in cui era stato richiuso.
Brendon scalciava sempre più forte e infine ruppe la sua prigione.
Si guardò le braccia piumate dalle tonalità fredde.
Ammirò le sue zampette da volatile e si accarezzò docilmente la parte inferiore del corpo ormai non dissimile a quella di un uccello.
Brendon si guardó intorno.
Non sembrava la terra.
Sbattè le braccia più velocemente che poteva cercando di alzarsi in volo: nulla.
Provò più volte finché non si arrese e provò a camminare: risultava comunque difficile.
Urlò, ma dalla sua bocca uscì solo un verso strozzato.
Quel richiamo attirò un altro come lui, un'arpia come lui ma dal piumaggio violaceo.
"Dove sono ?"
Chiese lui cercando di articolare il suono
"Siamo ad Axel.. nella Galassia Beta e siamo a Giugno..."
"Sei appena arrivato?"
"Sì"
La ragazza prese la sua ala e lo portò fino alla sua comunità.
Nodnerb fissó il ragazzo: nuova vita, nuova galassia, nuovo segno zodiacale: gli Acquari erano davvero mutevoli.

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