Lo Zodiaco della Morte

Capitolo 4: Cancro

Mike si svegliò in un lago di sangue.
Si portò una mano al volto e coprendoselo rise.
Una risata amara, affranta ma incredibilmente allegra.
Si mise a sedere.
La polizia l'aveva preso.
Dopo quell'ultima giornata di lavoro.
Aveva organizzato quasi tutto.
Ma gli era sfuggita la via di fuga.
La vista del sangue lo metteva di buon umore: dopotutto non era solo suo.
Una ragazza mora dalla carnagionne pallidissima gli si avvicinò.
"Stai per portarmi all'inferno?"
Chiese Mike senza guardarla.
"Ti senti in colpa?"
"No, tu chi avresti ucciso al mio posto"
"Una persona sola" rispose lei "me stessa"
"... come hai detto di chiamarti?"
"Non l'ho detto... tu sai già chi sono Mike"
"Ekim... giusto...bhe siamo opposti... no?"
"Riflessi, lascia che ti accompagni"
"All'Inferno?"
"Non è il tuo destino... ti accompagno in paradiso"
Mike rimase di sasso.
Aveva ancora le mani sporche di sangue.
I vestiti imbrattati di schizzi.
E le orecchie ancora sature delle urla dei suoi ex colleghi di lavoro.
"Stai scherzando!"
"No" rispose lei calma
Mike rise.
Rise di gusto.
Rise più forte e più sguaiatamente che poteva.
"Allora la questione delle buone azioni è tutta una cazzata! Ho ucciso... 50 persone e ... e... finisco comunque in paradiso! Cos'è uno scherzo?!"
Lei lo guardò dritto negli occhi lasciando che lui si specchiasse nei suoi.
"È la realtà. Ringrazia solo di essere nato di luglio. Non esiste un dio universale e benefico o una giustizia. Ho messo suore che non avevano mai nemmeno pensato di far del male a qualcuno come regnanti nell'Inferno e trasformato persone in puri ammassi di detriti lasciati a vagare per lo spazio."
Mike fissò gli occhi di burro della ragazza.
"Chi sei..."
"L'hai già detto. Sono Ekim"
Sollevò il palmo verso l'alto e dal cielo piovvero l'uno di seguito all'altro numerosi scalini bianchi come la luce.
Mike guardò un ultima volta la ragazza prima di salire la scalinata che l'avrebbe condotto alla beatitudine.
Vi si specchiò prima che lei si oscurasse nella luce.