Capitolo 7: Bilancia

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Foffy si svegliò agitato non vedendo il suo padrone.
La ragazza dalla pelle di porcellana gli si avvicinò lentamente cercando di guadagnare la sua fiducia.
Il piccolo scodinzolò e si lasciò accarezzare dalla ragazza.
"Adesso ti accompagno ok?"
Lui abbaiò in segno di approvazione.
La mora lo prese in braccio e attraversò il muro di oscurità.
Camminò tra gli uomini in divisa.
Le liceali e i bambini che correvano spensierati non notarono ne lei ne il suo piccolo amico.
Lo posò a terra e lui notò subito di potersi librare di qua e di là.
Estatico corse verso casa sua.
La ragazza lo inseguì noncurante degli sguardi sorpresi delle persone che urtava nel suo percorso: tanto non potevano vederla.
Raggiunsero la casa del piccolo che subito si mise a grattare la porta cercando di entrare.
Nessuno poteva sentire le sue piccole unghie graffiare contro il legno.
La ragazza capì e picchiettò contro il vetro della finestra.
Una figura maschile si affacciò alla finestra aprendola per controllare che fuori non ci fosse nessuno.
La mora prese in braccio la creatura e la lanciò dentro certa che si sarebbe messa a svolazzare per tutta la stanza.
E così accadde.
Il cagnolino si mise a correre felicissimo intorno al suo vecchio padrone.
Scodinzolava.
Gli faceva le feste.
E in qualche modo l'uomo percepì la presenza del suo vecchio amico.
Un lacrima gli rigò il volto quando Foffy si sedette sulle sue gambe com'era solito fare prima di quel giorno.
La mora osservò tutto e sorrise.
Non le importava dell'uomo.
Voleva solo che quella piccola anima fosse felice.
E così era.
E così sarebbe stato fino alla morte dell'uomo: poi si sarebbero divisi o incontrati nuovamente dipendeva tutto dallo zodiaco.
Da quel dannato e inflessibile Zodiaco.
Lei posò una mano sul vetro e se ne andò oscurandosi nella luce.

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