Capitolo 35.

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Penso a ciò che ho fatto e forse ho fatto davvero una stronzata. Devo tener anche conto, però, del fatto che mi ha fatto del male, soprattutto in questo periodo.

Sono davvero confusa, non so che pensare. Se avessi parlato con Lola e Sierra di questo, mi avrebbero detto cosa pensano. Magari mi avrebbero detto di esser stata una sciocca a lasciarlo andare così, o mi avrebbero detto di farlo rimanere un po' col fiato sospeso e fargli dimostrare quanto lui ci tenga a me. Oppure mi avrebbero detto di fare la mia scelta con il cuore e non con la mente. Mi avrebbero anche detto di dare la scelta che mi avrebbe reso felice, perché se una cosa ti rende felice non è sbagliata.

Ma non posso. Devo restare chiusa tra i miei pensieri senza chiedere il commento di nessuno.

La mia mente vaga nell'immaginario. Mi siedo sulla panchina toccandomi la pancia. Penso a come sarà questa creatura. Sarà un maschio o una femmina? Avrà gli occhi grandi come Cameron o piccoli come i miei? Spero prenda la bellezza del padre e il carattere mio. Vorrei fosse forte, che sappia difendersi e che sappia difendere. Quando porterà la sua prima ragazza o il suo primo ragazzo a casa cercherò di non essere protettiva, perché, infondo sarò felice se lui e lei lo sarà.
Starà bene? Gli hanno fatto qualcosa mentre stavo dormendo? Spero di no.

Che genitore sarò tra qualche mese? Già, bella domanda. Vorrei la forza di mia madre e la saggezza di mio padre, magari anche la dolcezza di mia sorella.
Mio padre, mia madre e mia sorella..Mi staranno cercando?
Ovviamente si. Immagino le loro facce disperate nel non trovarmi da nessuna parte. Sierra e Lola di saranno, probabilmente, uniti a loro nelle ricerche.

Guardo le mie braccia e provo ribrezzo per me stessa. Sono ricoperte di lividi. Lividi che, seppur un giorno scompariranno, resteranno impressi nella mente. Saranno solo un brutto ricordo quegli schiaffi forti e quelle strette ai polsi. Rivivo gli schiaffi come se me li stesse dando in questo momento, è una sensazione bruttissima.

La porta si apre e la figura dei due ragazzi che mi hanno ridotto così si presentano davanti a me.

"Allora Cam non verrà stasera?" chiede il ragazzo.
"No, ha detto che ha una partita."
Cameron doveva venire qui? Al solo pensiero il cuore inizia a martellarmi nel petto.

"Peccato." dice Luke avvicinandosi.
"Cosa c'è ancora?"
"Ho bisogno sgranchirmi le mani."
"E quindi?"
"E quindi.." dice cercando di darmi un pugno, ma, grazie ai miei riflessi riesco a fermarlo.

"Non sono un sacco da boxe. Avrei bisogno anche io di sgranchirmi le mani, ma non ti dò di certo i pugni." dico scioccata e mi alzo.

"Meester tu non hai capito con chi hai a che fare."
"Certo che ho capito. Ho a che fare con due stronzi che mi rinchiudono in una camera peggio di una stanza del carcere. Non potete rinchiudere una persona per un ragazzo. È da folli."

Il rumore dei tacchi di Madison rimbomba nella stanza.
"Non ci importa cosa pensi, Meester. Ti sei messa contro le persone sbagliate."
"In verità non mi sono messa proprio contro nessuno."
"Ti sei messa contro di noi dal primo giorno che ti sei avvicinata a Cameron." Rido istericamente a quella risposta.
"Voi non state proprio bene, davvero."

Luke si avvicina a me e mi dà uno schiaffo il cui suono rimbomba.
"Non permetterti di dire che non stiamo bene. Tu non sai niente di noi, puttana." dice prendendomi per il collo e alzandomi fino a che non tocco con i piedi per terra. Ho paura. Ho davvero paura di questi due.

"Luke, basta." dice Madison e lui mi stringe più forte. Non trovo nemmeno la forza per stupirmi in questo momento.
"Cosa? Ora la difendi?"
"Non la sto difendendo. All'inizio del piano ti ho solo detto che dovevamo rinchiuderla non ucciderla." il bruciore alla gola si fa sentire e per un istante sento il respiro esaurirsi.

Penso a me e ai vent'anni trascorsi. Penso alla mia famiglia. Penso a questo bimbo, a Sierra, Lola, Cam, Dylan, Daniel. Penso alla mia casa. Al fatto che voglio vivere una vita normale, senza che nessuno mi rinchiuda in una stanza o mi picchi.

Scusami mamma per non essere la figlia da te tanto desiderata. Scusami papà per non essere brava come te a risolvere ogni singolo problema e a superare ogni difficoltà. Scusami Jane se ogni giorno non ti sono vicina quanto devo. Scusatemi per avervi dato un'altra tra le tante delusioni e per aver scelto un ragazzo che mi ha ridotto come fossi uno straccio.

Scusate Sierra e Lola se non vi ho ascoltate quando mi avete detto di non andare con quel mostro. Spero possiate trovare la felicità che tanto aspettate.

Scusatemi Daniel e Dylan per il fatto che non vi cerco spesso, ma vi voglio bene come foste miei fratelli. Cercate di non bere e di essere felici.

Infine, scusami amore mio. Scusami per non averti detto ti amo. Scusami perché ti dò delusioni su delusioni. Scusami perché non meriti di stare così per colpa mia. Scusami perché dopo quella sera mi sono allontanata e ti ho urlato contro non capendo che, tra me e Madison, tu avevi scelto me. Scusami per il messaggio e per ogni cosa che ti ho fatto. Volevo dirti che ci tengo a ricominciare questa nuova vita con te, magari quando esco da qui e se ne esco viva. Volevo dirti che sono follemente innamorata di te. Sii felice e vivi avendo in torno persone che ti fanno stare bene e che ti fanno ridere. Un giorno ci rincontreremo.

"Luke. Lasciala." urla Madison. La stretta intorno al mio collo si fa sempre più larga. Finalmente i miei piedi toccano terra e barcollo. Tengo il collo tra le mani cercando di respirare e mi accascio a terra.

Incredibile che prima mi senta vicina alla morte e il minuto dopo così male. Cosa mi stanno combinando questi due? Sento le loro voci lontane.

Avevano ragione, questo è un vero e proprio inferno.

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