Capitolo 31.

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Mi guarda confuso e come potrei biasimarlo?

Il mio respiro si fa affannoso e le lacrime continuano a scendere come cascate.

"Non può essere." dice con voce flebile. Ma che pensa questo, che lo stiamo tutti a prendere per il culo?
"Non può essere? Non può essere? Cosa altro ti serve per dimostrarlo oltre quel test e la mia pancia che sta crescendo a dismisura?" gli urlo contro.

Sono stanca di tutto. Di lui, di tutto ciò che mi circonda, di tutto.

Si avvicina a me mentre io mi allontano e gli faccio cenno di fermarsi. Lo fa e mi guarda mentre singhiozzo.

"Non permetterti di avvicinarti Cameron. Sono stanca. Questo bambino verrà cresciuto solo da me. Gli farò da madre e da padre, cosa che non sei in grado di fare tu. Ti si legge negli occhi che non lo vuoi e le cose che mi dispiacciono di più al mondo che è che questa piccola creatura debba crescere senza una figura paterna al suo fianco perché lui non l'ha accettato e che suo padre sia uno stronzo come te."

"Leigh, ascoltami.." lo interrompo.
"Ascoltami un cazzo. Non voglio ascoltarti." urlo. Sembro una pazza isterica, ma non mi importa. Gli sto finalmente dicendo ciò che penso.

"Leigh.." continua. Ma non ha capito.
"Cameron, smettila. Hai già distrutto me non distruggere anche il mio bambino." cambio il tono di voce. Prima urlavo mentre ora il mio tono di voce è disperato. Sono crollata davanti a lui. Credevo di riuscire a sostenere questa situazione un giorno e invece no. Il dolore mi ha trascinato con sé nella sua fossa più profonda quando sarei dovuta risalire con la mia forza.

"Ti prego." dico continuando a piangere. La forza che pensavo di avere all'inizio è scappata via con l'odio che pensavo di avere ogni volta che lo guardavo.

Continua a guardarmi e ascolta le mie parole. Annuisce e abbassa il capo. Le gambe cedono e mi accascio per terra.

Lola e Sierra mi raggiungono.
"Voglio tornare a casa." dico sinceramente. Tanto vale dirlo anche ai miei genitori a questo punto..

Sierra annuisce e Lola mi guarda tristemente. Mi dispiace influenzare in qualche modo il loro stato d'animo per colpa del mio.
****
Fortunatamente mi accontentano. Mi portano a casa solo dopo essermi calmata. Cameron è stato nella stessa posizione fino a quando non ho varcato la soglia della sua porta di casa per tornare a casa. Sembrava pensieroso e il dolore sembrava pervadere le sue iridi scure. La sua espressione non era delle migliori e sembrava davvero distrutto. Sembrava, appunto.

Non ci casco. Non mi fido di Cameron e credo che questo si sia capito. Non mi fido delle sue espressioni e dei suoi gesti. Dicono, però, che gli occhi non mentono. Sarà rimasto davvero addolorato dalla mia reazione? D'altronde cosa si aspettava, che gli avessi detto 'grande Cameron. Per fortuna hai capito che il bambino è tuo, sono felice che tu sia dalla mia parte. Ho bisogno di te..' e tutte queste smancerie e gli avrei gettato le braccia al collo?

Mi ha ucciso dentro aprendo le ferite più nascoste di me stessa e creandone altre più profonde delle prime. Le cicatrici che non si cancellano, indelebili, sono state rimarcate da lui, da quel ragazzo scontroso e irriconoscibile che riesce a farmi perdere la testa ancora una volta come due anni fa.

Lo ammetto, sono innamorata. Sono innamorata di nuovo di lui. Lo capisco dal battito accelerato, dal respiro mozzato al suo arrivo, dagli elefanti giganti nello stomaco al posto delle solite farfalline. Sono innamorata, ma, purtroppo, stavolta davvero non si può. C'è una creatura tra noi e, per ora, voglio pensare solo a me e al bambino. Sto bene da sola.

Appena torno a casa mi fiondo in camera mia sperando che l'ora di cena arrivi presto.
Mi stendo sul letto e penso a tutto ciò che è successo, al mio bambino, a quella notte con Cameron..decido di chiamare Charlie, altrimenti si insospettirà.

"Pronto?" risponde.
"Hey, dove sei?"
"Sto..ehm..sto a..al lavoro tesoro. Tu sei già a casa?"
"Si." dico insicura. Dove sarà?
"dille che devi andare." sento sussurrare ed è inevitabile che sappia che la voce è di Madison. "Tesoro, devo andare. Ahi tanto lavoro da fare." dice.
"Chi c'è con te?" gli dico prima che stacchi.
"Con me? Ehm..ehm..nessuno." ride teatralmente. Incastrato.
"Dai, dimmi la verità." dico dura.
"Ok..beh, con me c'è..mia cugina che è..esperta sui progetti che dobbiamo fare e quindi..ehm..visto che ho tanti progetti da fare..l'ho chiamata per darmi una mano."
"Mh, e chi è tua cugina?"
"Ma..Ma..Mariana!" vorrei scoppiare a ridere.
"Mariana?"
"Si è tornata dalla Spagna coi miei zii, ora devo andare ti racconto tutto dopo ti amo."
"A dopo." dico e stacco.

È palese che stesse mentendo. Si vedrebbe da lontano un miglio.

"Tesoro a mangiare." urla mamma dal piano di sotto. Prendo un respiro profondo e scendo. È arrivato il momento.
****
La cena continua tranquillamente e, verso la fine di quest'ultima, mi alzo da tavola.

"Vi devo dire una cosa." dico e mia sorella mi guarda preoccupata.
"Mamma, papà..io.." chiudo gli occhi e tutto ad un fiato dico "Sono incinta."

Apro gli occhi pochi minuti dopo e vedo la loro faccia: sconcertata.

"Sentite, qualunque cosa pensiate io voglio avere questo bambino. So di essere giovane, ho solo vent'anni, ma voglio vedere questo bambino crescere. Su questa cosa sarete più che scioccati, ma tanto vale dire la verità: il padre non è Charlie, ma Cameron. Si, Cameron. So di aver commesso uno sbaglio, ma voglio viverlo e voglio che viva. Ho bisogno di questo bambino e so che è una cosa impegnativa. Ho fatto da babysitter al bambino di Lucy e Matt e so cosa significa avere un bambino e curarlo. Conterò sul vostro aiuto perché so che ci sarete sempre per me. Non pensate che debba abortire o cose simili, perché non lo farò." dico infine.

"Tesoro.." dice mamma, gli si rigano le guance di lacrime e la cosa non può rendermi più felice.
"Noi sappiamo quanto tu tieni a Cameron e quanti problemi abbiano in questo momento. Non vogliamo che.." lo interrompo, so perfettamente cosa vuole dire.
"Che questa situazione sia un problema in più per lui? Nemmeno io lo volevo, ma ormai è successo e lui lo sa."
"Lui vuole questo bambino?" domanda mamma. No.
"Beh, non..non ne abbiamo parlato in modo approfondito.."
"Dovrete farlo. La cosa riguarda entrambi." dice papà ed annuisco.

"Io comunque credo che tutta la famiglia accetta questo bambino, cioè voglio dire hai vent'anni e ti sei presa le tue responsabilità. Sai che bello avere un nipotino gironzolare per casa?" dice mia sorella con gli occhi lucidi.
"Ovvio che accetteremo questo bambino." dice papà emozionandosi. Le lacrime rigano il mio volto e per la prima volta in tutti questi mesi sono lacrime di gioia.

Mi sono tolta un peso enorme dalle spalle e sono felicissima che i miei accettano il mio piccolo. Ora manca solo una persona a cui dirlo: Charlie.

Never without you.Where stories live. Discover now