Capitolo 17.

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"Ok, parliamo." dico decisa.

È l'ora della chiarezza.

"Bene. Per prima cosa..come stai?"

Vorrei dirgli 'Cameron, come vuoi che stia?' ma poi penso che non sia il momento adatto.

"Bene,tu?" dico indifferente.
"Bene..ehm, Leigh io.." veniamo interrotti da una mano che si posa sulla porta e, con esse, bussa. Io ed il ragazzo di fronte a me ci giriamo in direzione di essa.

"Scusami Cameron. Avanti!" dico tenendo gli occhi fissi sulla porta.

Il mio ragazzo si presenta con due caffè in mano e con un sorriso raggiante che diventa falsissimo alla vista di Cameron.

"Hey tesoro." entra e si avvicina a me ignorandolo. Posa i due caffè sulla scrivania e mi dà un bacio a stampo.
"Hey." sussurro mordendomi le labbra.

Cameron si schiarisce la voce ed io lo guardo pietrificata.
"Leigh, se vuoi posso venire in un altro momento."
"No, tranquillo Cameron. Ora parliamo..Charlie." gli lancio un'occhiata che fa finta di non vedere.

"Hey amico, come va?" gli chiede falsamente e gli porge la mano. È evidente che a Charlie non importa di Cam.

"Si." dice freddamente tenendo la mano al suo posto. Charlie ritira la sua mano e sorride beffardo. Mi gratto la nuca in segno di imbarazzo e Cameron se ne accorge perfettamente.

"Ok..di cosa parlavate?" dice poggiandosi sulla scrivania
"Charlie.." lo rimprovero.
"Stavamo solo facendo due chiacchiere." ruota gli occhi al cielo.

"Bene, allora posso assistere anche io a queste chiacchiere." sorride furbo e Cameron stringe le mani in un pugno. Non andrà a finire affatto bene se continuiamo così.

"Charlie." esce come un rimprovero dalle labbra.

"Che c'è tesoro?" si avvicina a me e mi dà un altro bacio a stampo più lungo del precedente. So cosa sta facendo e la cosa mi dà fastidio, tremendamente fastidio.

"Charlie, tesoro, non hai qualcosa da fare?" sbotto. Sto iniziando ad innervosirmi sul serio.
"Mh, si, ma vorrei stare un po' con te."

"Io devo parlare con Cameron di una questione importante, potresti gentilmente lasciarci da soli? È una cosa privata tesoro." dico con una finta dolcezza che non so da dove mi sia uscita.

Non ho mai detto una frase del genere e per giunta così a qualcuno. So che tutto ciò che sta facendo, lo fa di proposito. Non servirebbe un genio per capirlo, anche un bambino di tre anni ci arriverebbe.

"Ma posso assist.." lo interrompo.
"Ci vorrà mezz'ora, non di più." annuisce e mi dà un bacio. Si dirige verso la porta ed esce da quest'ultima, ma non prima di aver lanciato un'occhiata di fuoco a Cameron.

"Che teatrino." sghignazza il ragazzo di fronte a me.
"Ehm, già. Allora dim.." vengo interrotta.
"Allora siete tornati di nuovo insieme." il ghigno di prima scompare lasciando spazio ad un espressione seria che non lascia trasparire nessuna emozione.
"Già." dico guardando la scrivania per qualche secondo, quando una frase mi fa alzare la testa.

"Beh sai anche io sto..sto risentendo Madison." lo guardo e nei suoi occhi c'è un luccichio mai visto. Il cuore si frantuma in un numero infinito di pezzi che sarà difficile mettere insieme.

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