Capitolo 17

29 4 4
                                    

Dopo esserci fermati in una pizzeria per mangiare, ci dirigiamo verso la discoteca. E in questo lasso di tempo non riesco a smettere di pensare a Jason e a come lo sto trattando nelle ultime settimane. Io non lo amo, è vero. Lui, però, ha fatto moltissimo per me e non mi ha mai spinto a fare qualcosa contro la mia volontà né mi ha mai chiesto qualcosa in cambio. E io, per sdebitarmi, lo tratto come farei con uno straccio: lo si usa fino a quando non si rovina e poi lo si butta via. Ed è questo che sto facendo. Mi faccio schifo. Non si merita tutto ciò, ma anzi molto di più di quanto io gli possa mai offrire. Merita di sapere la verità sui miei sentimenti. Il locale davanti a noi mi fa spostare lo sguardo dalle mie mani. Gli dirò tutto, lo prometto. Ma non stasera.
Come l'ultima volta Ashton si avvicina alla guardia che ci fa entrare senza chiedere alcun documento. Un uomo si avvicina al mio amico e gli sussurra qualcosa. Tendo l'orecchio per cercare di captare qualche parola, ma la musica è, ovviamente, troppo alta e mi impedisce di sentire ciò che Sasha mi sta dicendo. Mi volto verso di lei, ma non c'è più. Probabilmente mi ha avvisato che si stava allontanando, ma non stavo ascoltando, perciò non ho idea di dove sia. Inizio a cercarla per tutto il locale. Dalla fretta sbatto contro le persone vicino a me senza curarmi delle loro proteste. Mentre cammino mi accorgo di non aver avvisato gli altri. Mi fermo e mi volto di scatto finendo contro il petto di un ragazzo piuttosto muscoloso e versandogli così il suo bicchiere addosso.
«Hey! Stai attenta ragazzina»
«Scusami» lo guardo in faccia e mi sembra di riconoscerlo. No, è impossibile sia lui.
«Scusa un cazzo ragazzina. Per colpa tua ora ho la maglia bagnata. Imbranata» beh è rimasto il deficiente di prima. Ed è pure irritante come una volta.
«Imbranato sarai tu, coglione» ribadisco e lui mi stringe forte il polso sinistro. Era meglio se stavo zitta.
«Chi ti credi di essere ragazzina?» ride diabolicamente. Mi guarda fisso negli occhi. Merda. «Aspetta un secondo.. ma tu sei Nicole» Speravo non mi riconoscesse «Sì, sei la puttanella di Mark» mi divincolo dalla sua presa, arrabbiata.
«Io non sono la puttanella di nessuno, stronzo» si avvicina e mi sposta i capelli dal viso.
«Sbaglio o ti ho sempre raccomandato di non contraddirmi a meno che tu non voglia essere punita» mi blocca entrambi i polsi con le sue mani. 
«Lasciala stare!» ma spunta dal pavimento lui? È sempre in mezzo cazzo.
«Oh guarda cosa abbiamo qui. Il tuo eroe è venuto a salvarti. E tu chi saresti?»
«Uno contro cui non ti devi mettere»
«Ohh che paura»
«Luke ti prego vattene. Non ti intromettere»
«Dunque ti chiami Luke. Ragazzina ma il tuo ragazzo non si chiamava mica Jason» ride «Hai visto? Sei rimasta la puttanella di una volta»
«Non azzardarti a rivolgerti così a lei» fa un passo avanti il biondo.
«Altrimenti cosa fai? Chiami il paparino» lo deride l'altro, che si volta verso di lui. È distratto. Approfitto della situazione di vantaggio per liberarmi dalla sua presa. Alzo il ginocchio destro e lo colpisco nel suo punto più debole. Lui si piega per il dolore. Con la mano sinistra lo prendo per il collo della maglia e lo faccio inginocchiare.
«Dì a Mark di andarsene da qui altrimenti non esiterò ad andare a denunciarvi» dico seria e lui sorride. Stringo la presa sulla maglia per fargli capire che sono io che comando.
«Saresti davvero pronta a mandare in prigione tuo fratello?» 
«Qui non si tratta di lui, ma di Mark. Abbiamo un accordo?»
«Fottiti troia» la rabbia monta imperterrita in me e gli sferro un pungo in faccia. Lo guardo cadere a terra. Forse gli ho rotto il naso dalla quantità di sangue che ne esce, ma è ancora vivo. Dopotutto ha un messaggio da riferire. Lancio un'occhiata a Luke, poco distante da me. Mi incammino verso la porta e mentre mi allontano sento gli sguardi di tutti quelli che hanno assistito alla scena bruciarmi la schiena. Un pacchetto di cazzi loro mai? Esco dal locale e mi dirigo verso l'auto. Mi appoggio ad essa sospirando. Ripenso a ciò che è successo poco fa e chiudo la mano a pugno. Non avrei dovuto farlo. La guardo e purtroppo vedo del sangue sulle nocche. Avrei dovuto aspettarmelo.
«Ti fa male?» sussulto per lo spavento e alzo lo sguardo.
«Non è niente» nascondo la mano dietro la schiena, ma lui la prende lo stesso.
«Sta uscendo sangue»
«Dov'è Ashton?» cambio argomento liberandomi dalla sua leggera presa.
«Sta cercando Sasha. Dovrebbero arrivare a momenti» annuisco e fisso la porta del locale notturno sperando di incrociare gli occhi dei miei amici prima di quelli dell'amico di Mark. 
«Avresti dovuto lasciare che ci pensassi io» dice indispettito fissando ancora la mano ferita.
«Non mi serve il tuo aiuto»
«Oh giusto, tu sei forte, cattiva, indipendente. La ragazza di ghiaccio che odia tutti e che crede di poter superare tutto da sola, ma, notizia flash, non puoi. Quando stai male hai bisogno di Sarah o Jason. Io l'ho visto. Quindi fai meno l'orgogliosa e accetta l'aiuto dei tuoi amici, altrimenti finirai per perdere pure quelli»
«E a te che importa?» domando incrociando le braccia.
«Hai ragione. La vita è tua. Fai quello che ti pare» replica.
Sto per rispondere, ma Sasha e Ashton sono tornati e quindi partiamo subito. Non fanno domande riguardo la mia mano. Meglio così.
Appena entro mia mamma mi viene incontro non aspettandosi che tornassi così presto. Abbassa lo sguardo e nota il sangue. È sconvolta. La abbraccio rassicurandola.
«Che ne dici se faccio un po' di cioccolata calda?» chiede staccandosi. Nonostante la temperatura sia ancora alta per una bevanda calda, annuisco sorridendo e mi siedo sul divano.
Passiamo la serata a parlare condividendo segreti ed avventure senza mai accennare alla mia mano. Siamo solo io e lei sedute una accanto all'altra non come una madre e una figlia, ma come due amiche che, dopo aver passato mesi senza vedersi, si ritrovano per affrontare insieme una nuova sfida.

Sento delle urla e mi sveglio bruscamente. Mia mamma sta litigando con qualcuno di sotto. Scendo velocemente le scale, ma mi blocco a metà. Perché è qui? E perché ora? Mi vede e sorride. Fa un passo nella mia direzione, ma io mi allontano e subito torno in camera mia. Mi sarei aspettata tutto, ma non questo. Sono scossa. Mi volto verso la mia scrivania e fisso quella fotografia, che in questi anni mi ha ricordato il vero lui,  ripetendomi di essere forte e di avere fiducia, ma come posso anche solo pensarlo dopo ciò che è successo. La porta si apre lentamente. Non mi muovo né sposto lo sguardo. So benissimo che è lì in piedi davanti alla porta che sta guardando quella foto e sta aspettando che io parli, ma non ho nulla da dirgli. Non più.
«Ciao» dice avvicinandosi
«Cosa ci fai qui?»
«Avevo bisogno di vederti. Mark è tornato in città. Me l'ha detto tua madre che..» mi volto di scatto interrompendolo.
«MIA MADRE? Da quando è diventata MIA madre?»
«Da quando ha preferito difendere te che me»
«E la biasimi? Davvero credevi che ti avrebbe ascoltato e protetto come ogni volta? Credevi che ti avrebbe perdonato? Beh ti sbagliavi. Sei un ragazzo viziato che pensa solo a se stesso. Non sei venuto affatto perché eri preoccupato dal ritorno di Mark. Tu già lo sapevi. Ecco perché sei qui: sei caduto di nuovo nelle vecchie abitudini. Non mi interessa cosa tu abbia intenzione di fare, ma sappi che non starò a guardare mentre rovini altre vite, come hai distrutto la mia. Devi fare una scelta: Mark o me»
«Nic non è così semplice. Non posso andarmene» sospira «so che non mi credi, ma sappi che io lo sto facendo per il tuo bene, per proteggerti»
«Non ho bisogno di essere protetta» urlo «Grazie a te ora sono più forte e riesco a difendermi da coloro che mi minacciano. Tu non sai fare nemmeno quello. E ora lascia questa casa» apre la bocca per rispondere, ma la richiude subito. Sa che ho ragione.
«Bene. Io me ne vado, ma non mi arrenderò fino a quando non mi ascolterai»
«Lascia Mark e forse posso pensare di parlarti normalmente»
Sospira sconfitto e abbassa lo sguardo. Non lo farà. Si avvicina alla porta, ma prima di uscire si volta indietro. Guarda quella dannata fotografia, che ci ritrae felici e spensierati, il letto sotto il quale eravamo soliti nasconderci, l'armadio dove andavamo per evitare di sentire i miei genitori litigare, o meglio i nostri genitori. Incrocio il suo sguardo nostalgico e triste.
«Ciao sorellina»
«Ciao fratellone»
Non è come un saluto tra amici che si congedano sapendo comunque di rivedersi il giorno seguente. Questo è un addio. È straziante. Non avrei pensato di perdere mio fratello in questo modo, ma so che non cambierà mai e metterà sempre se stesso al primo posto. Una volta per lui la famiglia era un valore fondamentale e insostituibile. Purtroppo, però, le persone crescono, cambiano e non puoi fare nulla. È come essere al cinema: puoi solo sederti e continuare a vedere le scene succedersi consapevole di non poter fare niente per cambiare le decisioni dei protagonisti, di non poter intervenire; fino a quando il film finirà e sarà stata fatta una scelta. Puoi credere di poter influenzare le scelte altrui, ma non è così. Ognuno decide di fare ciò che pensa sia necessario e nulla può mutare questa concezione.
Lo guardo: è distrutto. Le lacrime gli rigano il volto. Lo vedo dai suoi occhi: è consapevole di avermi ferita e di avermi umiliata. Lui sa di aver preso una parte del mio cuore e di averla distrutta, sa di aver rovinato l'unica persona che per lui avrebbe fatto di tutto. Lui ha perso la mia fiducia. È un mostro e lo odio, ma in questo momento provo solo una grandissima tristezza e pena. Ho un vuoto nel mio cuore che solo lui può colmare, ma il destino ha deciso diversamente per noi. Abbassa la sguardo e si volta per uscire.
«Aspetta» lo fermo e mi guarda addolorato. Mi avvicino velocemente e lo abbraccio bagnandogli la maglia con le mie lacrime. Dopo un po' ci stacchiamo e ci guardiamo negli occhi. Mi mancherà ciò che avevamo.
«Ti voglio bene sorellina» mi lascia da sola prima che io possa rispondergli.
Anche io fratellone.
Anche io.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: May 23, 2017 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

MY SOLUTION l.h.Where stories live. Discover now