6

91 5 0
                                    

Sto correndo nel bosco, quando ero piccola mi portavano ogni estate tutte le estati qui e avevo molti amici, ma ora che sono più grande non ci vado più.
È sera, e anche se non è molto tardi non c'è anima viva in giro.
Mi blocco non appena vedo la vecchia casetta sull'albero che avevo costruito con dei miei amici molto tempo fa, non pensavo fosse ancora lì.
Essendoci ancora i blocchi di marmo tra i due tronchi ravvicinati, adibiti al ruolo di scalini, li salgo e mi isso dentro alla piccolissima casetta fatta di rami, vecchie assi, corda e chiodi.
Mi siedo coi piedi penzoloni sul bordo, finché non sento un movimento dietro di me e mi giro
Non faccio tempo a vedere che cosa èstato che tutto si fa nero.
Mi sveglio col cuore in gola e nel farlo velocemente batto la testa sulla testiera del letto.
"Porca miseria"
Mi stropiccio gli occhi con le dita e mi massaggio un attimo la testa dove è venuta a contatto col legno.
Prendo il telefono dal comodino e guardo che ore sono.
4.33 del mattino.
Fantastico, no ma veramente bello.
Sbuffo ributtandomi a letto e cercando di riprendere sonno ma invano.
Alla fine mi metto a cazzeggiare col pc e a guardarmi stupidi video su YouTube, tanto sono da sola visto che mamma è quasi sempre al lavoro e il suo compagno è sempre in giro per lo stesso motivo.
Quando tolgo le cuffiette sono ormai le 9 passate, così decido di alzarmi e di farmi un caffè.
Dopo aver fatto colazione con qualche biscotto e il caffè mi faccio una doccia veloce e mi vesto con leggins, una maglia a maniche corte con sopra una felpa grigio scuro e gli anfibi.
Mi riempio gli occhi di matita e mi impiastriccio la faccia col correttore chiarissimo per coprire le occhiaie scure.
Mi piastro i capelli schifosissimi che mi ritrovo, facendo attenzione a non bruciare il ciuffo tinto.
Sono solo le 12.17, quindi mi butto sul divano e mi metto a guardare serie tv a cazzo per passare il tempo.
Alle 14 decido di iniziare a muovermi e cinque minuti dopo sono già per strada.
Giovanni ha detto che ci troviamo a Piazza di Spagna, così mi dirigo verso quel posto.
Alle 14.57 sono arrivata, ma di lui ancora nemmeno l'ombra.
Mi metto le cuffiette ma non faccio ora ad ascoltarmi una canzone che qualcuno mi mette le mani sugli occhi, così le tolgo girandomi di scatto e guardo chi è pronta a scappare se non è chi mi aspetto.
Giovanni si mette a ridere per la mia reazione.
"Sei un idiota" gli dico.
"Anch'io ti voglio bene" risponde lui ridacchiando ancora.
Alzo gli occhi al cielo, ma un angolo delle mie labbra si solleva comunque.
"Che facciamo?" chiedo.
"Ci facciamo un giro per Roma?" propone lui.
"Emh io mi sono appena trasferita, non so molto di qui" dico.
"Tranquilla, ti porto in giro io" mi prende per un polso e mi trascina via.
"Calma calma" ridacchio facendolo rallentare.
"Daiiiii" fa lui come un bambino.
"Va bene va bene".
Mi lascio trascinare fino a dei giardini dove ci sediamo su di una panchina.
Io incrocio le gambe sulla panchina e mi giro verso di lui che invece rimane seduto con la schiena contro lo schienale.
Chiacchieriamo per ore e giochiamo anche su dei giochi per bambini ma che sono divertentissimi finché non fa buio.
"Scusa mi puoi accompagnare a casa? mi fanno malissimo gli addominali e i polpacci" chiedo.
"Certo" mi risponde titubante se chiedere altro o meno.
Mi accompagna fino alla porta.
"Grazie" lo ringrazio con un bacio sua guancia.
"Di nulla" mi risponde lui un po rosso.
Se ne va e appena arrivo in camera crollo.

My saviour Where stories live. Discover now