Chapter 46

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"And I can not escape the past
Creeping up inside
Reminding me that I
Can never bring you back"
The memory, Mayday Parade

"Che accidenti significa che si sono trasferiti da noi?" Quasi mi mancava l'aria.

"Io e Gwen ci conosciamo da un po' ormai, avrei voluto dirtelo prima. Ma non era mai il momenti giusto."

"Da quando va avanti questa storia? Non pensavo nemmeno che ci fosse una donna nella tua vita! Io..." Emisi un suono frustrato passandomi le mani fra i capelli. "Io non voglio condividere casa con Nash Grier!" Rabbrividii al solo pensiero.

Zio Ben fermò l'auto di fronte a casa e mi sentii male, non tanto perché erano diversi giorni che non vi mettevo piede, ma perché le luci al suo interno erano state accese e, ovviamente, non da me o da mio zio.

"Ricordi quei convegni a New York?"

Annuii facendo due più due.

"Gwen è un medico molto in gamba, ci siamo conosciuti lì."

"Dopo aver vissuto nella stessa città per così tanti anni, vi siete conosciuti a New York?" Spalancai la bocca.

"La vita è strana, Lena." Sorrise lievemente.

"Già. Ma per quanto sia felice che tu abbia una persona nella tua vita, questo non cambia che non voglio vivere con Nash!"

Mio zio sospirò e spense il motore, appoggiando poi una mano sul mio ginocchio.

"Pensavo foste amici."

"Prima." E sapeva esattamente cosa intendevo con prima.

"Non ti chiedo di andarci d'accordo, ti chiedo di provare a conviverci senza ucciderlo. Pensi di esserne capace?"

Sbuffai aprendo la porta della macchina e sbattendola dietro di me una volta uscita.

Mi diressi verso la porta, ma questa venne aperta prima che potessi farlo io.

"Lena! Sono così felice di vederti!" Disse Gwen mostrandomi un enorme sorriso e squadrandomi con i suoi occhi di un azzurro profondo, come quelli di Nash.

Zio Ben mi affiancò prima che io potessi aprire bocca e salutò la donna dandole un bacio sulla guancia.

Lei gli sorrise e si scostò dalla porta per farci entrare.

"Spero abbiate fame, sto preparando la cena!" Disse pulendosi le mani su un grembiule rosso legato in vita.

"Non molta." Dissi con voce che risultò più rude di quanto volessi. "Volevo dire, ho mangiato qualcosa da Mandy's, mi dispiace ma non ho molta fame." Mi corressi.

Gwen annuì rivolgendomi un sorriso dolce e zio Ben le mise un braccio attorno alle spalle.

"Io sono molto affamato, invece!" Disse mio zio stringendola a sé.

"Bene, allora vado prima che l'arrosto cuocia troppo." Disse sparendo in cucina e lasciandoci soli nell'ingresso.

Un'occhiata torva da parte di mio zio non tardò ad arrivare.

"Cerca di essere più gentile." Sospirò.

Il problema non era Gwen, lei era sempre stata adorabile, il problema era suo figlio che, come se avesse sentito i miei pensieri, mi si parò davanti uscendo dal soggiorno.

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