Capitolo 1: Ariete

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Sofia alzò lo sguardo al cielo non appena vide la nuova schiera di dannati pronti per essere smistati.
La donna raccolse i ricci color mogano in uno cignon quasi perfetto e si rimise poi il velo da suora che aveva custodito tanto gelosamente in vita.
Non era morta da molto, un giorno forse due.
Il cuore le aveva ceduto  nel momento in cui sorprese Sorella Gertrude con un garzone intenti ad illustrarsi le proprie debolezze l'un l'altra.
La Madre Superiora si era poi svegliata in un limbo nero con un forte mal di testa che aveva solo preannunciato la trasformazione di cui si sarebbe tanto vergognata.
L'aveva accolta una strana figura che lei aveva soprannominato Aifos, aveva le sembianze di un essere umano se non fosse stato per la pelle bianchissima quasi come se l'intera ragazza fosse stata di porcellana. I capelli della figura erano mossi di un raro nero oblio che le ricadeva morbido sul seno; gli erano vuoti: senza pupilla, senza iride e sul lato sinistro del viso erano stati lasciati scoperti degli strani ingranaggi che sembravano l'unico modo che consentiva alla ragazza di muovere la bocca. Una sola cosa stonava nella perfezione longilinea di Aifos un buco all'altezza del cuore dal quale si diramavano crepe e fratture come se si stesse guardando un vetro rotto.
Sofia sorrise ricordando quell'incontro.
Un demone le si avvicinò timoroso.
"Mia Signora le Vergini attendono"
Sofia si ridestò dai suoi pensieri, prese il libro delle sentenze che il demone le porgeva e con occhi di brace iniziò a giudicare.
Chi una pena lieve, chi finiva nei gironi più bui e oscuri.
E fra la schiera infinita arrivò al suo giudizio proprio la sciagurata Gertrude.
"Madre!" Urlò la ragazza riconoscendo l'ex Madre Superiora, Sofia sorrise e si alzò dal suo trono chinandosi verso la giovane.
"Sorella, cosa ci fate quaggiù prima del tempo?"
La donna prese l'esile anima della ragazza fra le mani.
"Sono stata assassinata madre"
"Da chi piccola... ?"
"Non ricordo... ho solo visto qualcuno pugnalarmi più e più volte..."
Il velo scivolò dal capo di Sofia mentre la Sorella parlava rivelando le corna arcuate dell'ariete che la donna nascondeva.
"Madre....oh mio Dio"
Sofia sospirò
"Tu credi che io abbia dimenticato vero Gertrude?"
"Di cosa state parlando madre?"
L'anima si guardava attorno spaventata.
" Come sono morta Gertrude?"
I gioielli intrecciati coi capelli di Sofia tintinnarono mentre alzandosi in piedi la donna rivelava le sue zampe caprine.
"Lo stalliere vi ha pugnalata... io ho cercato di fermarlo..."
"No Gertrude... sei stata tu a uccidermi"
La mano di Sofia prese fuoco stritolando l'anima in una morsa letale.
"PERCHÉ TU RICORDI?! EDURTREG AVEVA DETTO CHE COLORO CHE ARRIVANO QUI DIMENTICANO COME SONO MORTI PER QUALCHE TEMPO"
La stretta di Sofia si chiuse attorno alla sua assassina distruggendone l'anima per sempre.
"Lurida puttana.. " sibilò la donna tornando a sedersi sul suo trono.
Le altre Vergini si stringevano tutte le une alle altre temendo per l'incolumitá della propria anima.
La Regina degli Inferi accavallò i suoi zoccoli prendendo un nuovo bicchiere di vino.
Quelle corna erano la sua corona e l'entrata dell'Inferno era il suo regno, come ogni altro Ariete lei regnava in una regione infernale con la libertà più assoluta.
Dimenticandosi chi fosse stata da umana.
Vendicandosi di chiunque passasse per i suoi cancelli.
Attuando la giustizia del suo Santo Signore di cui era stata serva.
Finì il vino e riprese il Libro.
"Il Prossimo"

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