13. Deimos

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Quattro mesi dopo

Deimos era sdraiato sopra il corpo di un giovane spirito del fuoco e spingeva rudemente dentro di lui.

Il ragazzo continuò ad entrare e uscire sempre più velocemente dal ragazzo sotto di lui, finché non raggiunse l'orgasmo.

Attese alcuni istanti per riprendere fiato e poi uscì dal corpo del suo amante, dandogli uno schiaffetto sul fondoschiena.

Lo spirito del fuoco si alzò, si rivestì e disse:

" Quando hai voglia di divertirti un po', sai dove trovarmi. A presto, Deimos !"

Non appena fu solo, il dio del terrore si rivestì, si alzò dal prato dove aveva appena fatto sesso e si diresse verso casa.

Nei quattro mesi appena trascorsi, aveva provato a cancellare la ferita che il tradimento di Flerio aveva inferto al suo cuore, ma non ci era riuscito.

Il ricordo degli stupendi occhi violetti del dio, del suo sorriso malizioso e del suo corpo sinuoso ed elegante non scompariva mai dalla sua mente.

Deimos non aveva più rivisto Flerio e, da quel che sapeva, il ragazzo era ancora in Oriente.

Il sospetto che fosse insieme al dio con cui l'aveva tradito lo faceva rodere di gelosia, ma non dimostrava a nessuno ciò che sentiva nel cuore.

Di fronte agli altri aveva una maschera di strafottenza e di freddezza e dimostrava questo suo atteggiamento andando a letto con gli spiriti  del fuoco, creature  che avevano unicamente interesse per il sesso e per nulla di più.

Mentre tornava a casa si imbatté in Harry che usciva dall'abitazione della dea Demetra.

Osservò la pancia già abbastanza pronunciata del padre e, non appena gli fu accanto, gliela accarezzò come faceva di solito.

" Ciao tesoro " disse Harry.

" Ciao papà, come state tu e il mio fratellino?" chiese Deimos.

" Bene, ma potrebbe essere anche una sorellina, per quello che ne sappiamo "

" Assolutamente no, è un maschio, vedrai!"

I due percorsero rapidamente la via che li conduceva a casa e, non appena imboccarono il vialetto d'ingresso, videro Chirone intento a giocare a palla con Cupido e Iris.

Harry sorrise osservando la felicità negli occhi del centauro e chiese:

" Ti fermi a cena, Chirone?"

" L'ho già invitato io, amore " intervenne Louis, uscendo da casa con uno scudo in mano e avvicinandosi al centauro.

" Cosa ne pensi ?"

Chirone osservò attento il lucido scudo rotondo e annuì soddisfatto.

" È un'ottima arma di difesa, decisamente "

" Rione perché iscudi essere ritondi?" chiese Cupido.

" Beh, perché non sono quadrati " rispose il centauro.

" Rione tua saggezza essere disirmante. Tu essere sapiente più di tutto universo " cinguettò Iris accarezzandogli adorante una zampa.

Louis sorrise, perché l'affetto che esisteva fra il centauro e i due piccoli demoni era talmente grande da far stringere il cuore.

Una nuova vita ( Saga di Cupido libro 9)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora