CAPITOLO 12

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Basta, non devo più scrivergli... Mai più... Nessuno deve sapere di quello che mi ha detto... Non voglio che finisca nei guai... Buonanotte Claudia.

•giorni successivi: 29 marzo 2016
I giorni seguenti passarono lenti; ad atletica bene, apparte tutti gli sguardi fulminei che mi mandano molte ragazze per via di Riccardo. Potrei sembrarvi indifferente alla cosa, ma non è affatto così, anzi, mi fa star male che tutte mi odino...
Però con lui va bene, è geloso, ma di chi? Che l'unico amico che ho è il mio gatto Artù.
Federico non si è più visto, gli altri allenatori dicono che è partito, ma mentono peggio di una sardina.
Ho paura, tanta paura, dovrei parlarne con qualcuno o no? E poi con chi? Riccardo? I miei genitori? Artù? Artù, deciso.
•1 aprile 2016
Si avvicina il mio compleanno! Il 4 aprile, non ho intenzione di festeggiarlo, uscirò semmai con Riccardo...
Mi sto preparando per atletica, maglietta rosa a maniche corte, fuseaux lunghi, felpa rossa dell'atletica e le mie amate scarpe blu. Poi ovviamente mascara, e infine una pettinata come si deve a questi capelli così lunghi e da tagliare.
Pronta!
Arrivo come sempre 30 minuti prima, per Riccardo, che mi sta aspettando sulle gradinate. Uff, preferisco arrivare prima io di lui... Mi siedo accanto a lui, sembra perplesso, a stento si accorge della mia presenza...
Io: tutto ok?
Lui: Si, cioè, non proprio
Io: puoi dirmelo o...?
Spegne il cellulare e lo poggia accanto a lui sulle gradinate.
Lui: dobbiamo parlare, anche sta sera, non per forza ora
Io: va bene, sta sera allora. Puoi dirmi almeno vagamente di che si tratta?
Lui: Federico.
Pronuncia quel nome con una voce ferma, guardandomi negli occhi. La sua espressione mi inquieta, cosa gli avrà detto Federico?
Quel nome mi rimbomba nella mente... Devo sapere assolutamente cosa gli ha detto.
Sto viaggiando costantemente tra il "Ho paura" e il "Cosa vorrà da me?".
Lui: tranquilla, non avere paura, ti amo.
Io: Abbracciami ti prego.
Avvolge le sue braccia intorno alla mia schiena, appoggia la sua testa sopra la mia. Trattengo il più possibile le lacrime, ma realizzo che non ha senso. Allora mi libero da un pianto violento che bagna la maglietta di Riccardo.
Intanto lui mi accarezza, cerca di consolarmi ma sono troppo triste, arrabbiata, confusa per ascoltarlo.

Piano piano mi tranquillizzai. Intanto stavano arrivando gli altri, ma nessuno ci dava importanza.
Ad allenamento finito, torno a casa, dove mia mamma mi comunica che deve andare via e tornerà dopo le due.
Ebbene sì, queste sono le sue fortuitissime parole: "Verrà tra poco Federico a farti compagnia, ora vado, ciao."
Ma cazzo! Ora che faccio ? Gli dico ciò che mi ha scritto? Nono... Scappa, CLAUDIA SCAPPA!

Cycatrice "In Revisione"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora