Capitolo 2♠️

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Gotham City 8:30 PM
Harleen camminava per le vie di Gotham ripensando alla giornata passata, nel manicomio nessuno aveva dato troppa importanza all'accaduto di questa mattina, tutti avevano continuato a lavorare senza accennare il minimo dispiacere per quella povera guardia finita in ospedale per un danno cerebrale.
In quanto al Joker, era stato punito, non ne sapeva molto.
"Abbiamo provveduto a toglierli quel sorrisetto del cazzo"
Lo aveva detto Steve, scatenando risate da parte delle altre guardie durante la pausa pranzo, Harleen si era limitata a sorridere, sentendosi subito in colpa, non le piaceva ridere sulla sofferenza altrui.
Mentre apriva il portone del grande palazzo dove viveva le passavano davanti le orribili immagini di Trevor con la faccia piena di sangue. Le girava la testa solo a pensarci.
Salì velocemente le scale fino ad arrivare alla porta dell'appartamento, la aprì rivelando una Cara intenta a cucinare qualcosa.
"Ehi Harl!" Urlò la mora dalla cucina
"Ehi..." Sussurrò piano Harleen posando la borsa
"Va tutto bene?" Cara la conosceva bene, si erano conosciute in questa casa sei anni prima, quando avevano iniziato il college, Harleen frequentava Psicologia e Cara Medicina di base.
"Tutto benissimo" disse più forte la bionda.
Si diresse nella sua camera togliendosi gli scomodi indumenti, si guardò allo specchio, non si era mai piaciuta, prese dei leggins neri e un maglione rosso scuro.
Tornò in salotto e si legò i capelli in uno chignon disordinato sedendosi a tavola.
"Avrei dovuto diventare cuoca! Altro che medico! Se aprissi un ristorante? Lo protei chiamare "le Delizie di Zia Cara" !" Urlò l'altra ragazza dalla cucina
"Ovvio!" scoppiò a ridere Harleen
"Scherzaci!" Fece il broncio Cara portando le pizze.
"Alta cucina eh? pizze scongelate" Harleen alzò un sopracciglio.
"Lo dici come se sapessi fare meglio" mise il broncio Cara
Harleen fece una smorfia e si mise a tagliare la pizza a spicchi.
"A proposito, quasi dimenticavo, con il Clown?" Chiese curiosa lei
"Diciamo bene, finché non ha spaccato la testa ad una guardia" disse Harleen giocherellando con la mozzarella della pizza.
"In che senso spaccato la testa?" Chiese Cara
Da brava dottoressa Cara ora le avrebbe fatto un interrogatorio su quanto la ferita di qual poveruomo era profonda e su quanto sangue avesse perso.
"Trauma Cranico" disse insicura Harleen.
"Di che tipo?" Chiese mordendo la pizza.
"Non ne ho idea" roteò gli occhi Harleen.
"D'accordo, comunque oggi al tirocinio ho incontrato un ragazzo troppo carino! Si chiama Tomas e..." Harleen non ascoltava già più le parole dell'amica, lei pesava a lui, il pagliaccio dai capelli vedi ed il sorriso metallico.
"Harl? Mi stai ascoltando?" Le passò una mano davanti Cara.
"Emh...no? Cioè si! Dicevi di Tomas?"disse lei velocemente
"Cos'hai?" Chiese la ragazza davanti a lei con aria preoccupata.
"Pensavo a Joker" le rivelò Harleen
"Perché?"chiese piegando la testa Cara.
Proprio come fa lui.
"È così complicato! Quando inizia a parlare non riesco a fermarlo! Alla seduta ha parlato più di me! Ci mancava solo che facesse lui le domande!" Quasi urlò Harleen
"Harl calmati, è solo un pazzo" disse Cara sconvolta dal comportamento dell'amica.
"Possibile che in un'ora mi abbia mandato a puttane il cervello?" Disse mettendosi le mani fra i capelli.
"Forse è m-meglio se ti riposi" disse quasi in un sussurrò Cara.
Era spaventata.
"H-hai ragione a domani?" Chiese lei, come se non fosse sicura di svegliarsi il mattino seguente.
"Certo Harl, vai a letto ora" la mora si alzò e stampò un bacio sulla fronte alla bionda, era più alta di lei.
"Notte" disse piano andando verso camera sua.
Chiuse la porta e si lasciò cadere sul letto guardando il soffitto per un tempo indefinito.
Non scappare piccola
Vieni qui non ti farò del male
Vieni dal tuo Mr.J
Harleen si alzò di scatto,guardò l'orario sul cellulare.
5:50 AM
Cara era già andata via.
Harleen si tolse le coperte e i vestiti, aveva caldo, un caldo insopportabile.
Andò in bagno e si guardò allo specchio, era tutta sudata aveva le guance rosse e bagnate dalle lacrime.
Cosa le sta succedendo?
Aprì l'acqua fredda.
Ti mancavo tesoro?
Quelle voci. Basta. Basta.
Iniziò ad urlare e si accovacciò a terra.
Perché piangi?
Hai paura di te stessa Harley?
Rimase accovacciata finché la sua pelle non si raggrinzì.
Chiuse l'acqua e uscì dalla doccia avvolgendosi un asciugamano attorno alla vita e tornò in camera.
Si stesi sul letto e chiuse gli occhi.
Ma poi li riaprì di colpo.
Prese il cellulare ,erano le otto.
Era in ritardo ormai, a cosa sarebbe servito correre?
Si alzò svogliatamente mettendosi dei jeans neri ed una camicia bianca, si truccò, si pettinò e si legò i capelli mossi in una coda alta, due ciuffi gli ricaddero ai lati del viso.
Tornò in sala prese la borsa ed il cellulare, preparandosi mentalmente ad una paternale dalla Turner o peggio ad essere licenziata.
Non gli importava, si sentiva così debole e quelle voci la torturavano, chiuse la porta e prese un gran respiro.
Arkham Asylum 9:40 AM
Harleen suonò il campanello appoggiata al muro.
"QUINZEL? FINALMENTE! VUOI ANCHE UN CAFFÉ?" Urlò la noiosona irritata
"Scusi" disse Harleen superandola.
Vide Steve correrle in contro.
"Harleen finalmente! Il Colwn stava impazzendo " disse lui preoccupato.
"D'accordo arrivo subito" sussurrò piano
"Ritieniti fortunata se non ti sbattono fuori Quinzel" strillò irritata la Turner
"Andiamo" disse Harleen a Steve
"Cos'è successo?" Chiese l'uomo preoccupato.
"Niente non mi sentivo tanto bene" disse lei girando l'angolo.
"Ora stai meglio?" Stava diventando pesante
"Si" entrò spedita nella stanza
"Dottoressa!" Urlò Joker
"Mr.J buongiorno, come si sente oggi?"
Chiese la dottoressa sbadigliando
Notò subito che non aveva la camicia di forza.
"Ora che é qui benissimo! Lei la vedo stanca" le sorrise lui
"Ho dormito poco,lei sente delle voci?" Chiese lei al pagliaccio
"Certo, anche lei ne sente no?" Disse lui serio
Lei strabuzzò gli occhi.
"Io... Non-" lui le mise un dito sulle labbra.
"Shh... Non parlare tesoro" in quel momento tutto le sembrò chiaro.
Quelle voci erano le sue.
"Basta. Andatevene" sussurrò lei indietreggiando
"Andarsene? Non puoi scappare da te stessa Harley! AH AH AH" iniziò a ridere lui
"BASTA,BASTA SMETTILA!" Urlò cadendo a terra.
"Lascia che ti parlino, ascoltale zuccherino, ascoltale" sussurrò lui
Lei si alzò ed andò verso la porta la aprì guardò Steve e l'atra guardia.
"Harleen stai bene?" Chiese Steve
Lei stava per rispondere ma non si sentì più le gambe,cadde in ginocchio e iniziò a piangere, vedeva sfocato.
"Harleen? HARLEEN!" Sentiva le voci lontane e cadde indietro, l'ultima cosa che vide fu lui, con il suo ghigno in faccia e la sua risata agghiacciante.
Poi nero.

Rotten ||Harley QuinnWo Geschichten leben. Entdecke jetzt