t w e n t y - f i v e

159 18 3
                                    

Quel giovedì, Beverly e Genevieve decisero di aprire il Ritrovo qualche ora dopo il normale orario, per andare a cercare il  mercante di stoffe

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Quel giovedì, Beverly e Genevieve decisero di aprire il Ritrovo qualche ora dopo il normale orario, per andare a cercare il  mercante di stoffe.

Era la prima volta che Genevieve visitava un luogo così movimentato.
Camminava lentamente, passando nei piccoli spazi liberi fra le varie bancarelle. Vestiti appesi alle tende mossi dal vento, venditori che urlavano strani slogan per attirare clienti, caos e confusione.
Per quanto potesse essere squallido per gli abitanti del luogo, agli occhi di Genevieve aveva quel nonsoche che lo rendeva interessante.
Non vi erano materiali preziosi, decori con pietre pregiate, soffitti dipinti da grandi artisti, ma in quella semplicità quotidiana trovava un tipo di fascino che non aveva mai conosciuto.

La sua mente si perdeva mentre il suo sguardo volava dappertutto, alla ricerca di nuovi dettagli. Beverly dovette richiamarla un paio di volte per farla risvegliare dai suoi pensieri. Non poteva farci nulla, la sua mente era sempre più avida di particolari.

Percorsero qualche decina di metri in quello stretto passaggio, reso ancora più inaccessibile dalle innumerevoli persone che lo percorrevano, facendo scontrare le loro spalle e le loro borse contro quelle della ragazza e della donna.

Dopo aver venduto le stoffe ad un signore sulla quarantina con uno strano accento, Genevieve decise di fare un altro giro fra i vari stand, usando i soldi appena guadagnati per comprare dei nuovi vestiti.

Era la prima volta che Genevieve aveva campo libero nel fattore abbigliamento, aveva sempre dovuto rispettare i canoni e le buone maniere di chi faceva parte dell'alta società.
Stavolta aveva finalmente avuto la possibilità di scegliere quel che voleva.
Non importava che non erano di tessuti preziosi, cuciti a mano e fatti su misura, e neanche che fossero comprati in un banale mercato cittadino, forgiati in qualche paese in via di sviluppo da qualche operaio sottopagato.
Importava soltanto il fatto che la rappresentassero.

Per quanto quei cambiamenti possano sembrare stupidi ed inutili, per Genevieve avevano un significato.

Intanto, dall'altra parte del regno Ethan era impegnato nell'ennesima consegna. Ultimamente gliene assegnavano sempre più lontano, spingendolo fino ai confini dello stato. Non era mai andato oltre quel recinto munito di filo spinato, le cui uniche vie d'uscita erano sempre sorvegliate da guardie, pronte a negare l'accesso a chi non aveva i giusti documenti. Non sapeva cosa si celava oltre quello che la vista permetteva. Ma l'avrebbe scoperto molto presto.

Realistic Fairytale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora