t w e n t y - t w o

156 23 7
                                    

Genevieve non riusciva a guardare il ragazzo negli occhi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Genevieve non riusciva a guardare il ragazzo negli occhi. Non riusciva a parlare.
Apriva la bocca, preparava le parole da dire nella sua mente, ma dalla sua gola non usciva nessun suono.
Teneva a stento le lacrime, non voleva scoppiare a piangere proprio adesso.

Prese un respiro profondo e finalmente alzò lo sguardo per incontrare quello di Ethan, per poi riportarlo sui suoi piedi e iniziare a parlare.

《Ero fuori dal locale...avevo detto a Beverly di andarsene a casa...non...non volevo disturbarla più di tanto.》
Ethan, a quelle parole, le lanciò un'occhiata che la invitava a continuare.

《Ad un certo punto un signore, non so da dove sia sbucato, non so perchè...non so neanche come,mi ha...preso per un braccio e...era tutto confuso, avevo paura...》
Tremava, non riusciva a formulare frasi complete, la voce tremolava e un groppo in gola le impediva di parlare a voce alta, usciva più come un sussurro.

《Son...sono finta nella sua auto. Io...io ho aperto lo sportello e mi sono buttata.》

Ethan spalancò gli occhi. Stava per parlare, quando il dottore di prima fece irruzione nella stanza, dicendo ai due di poter tornare a casa.

Risalirono di nuovo in sella alla moto, andando finalmente a casa.

Non parlarono durante il tragitto, non fiatarono quando entrarono nell'abitazione.

Ethan aiutò la ragazza a salire le scale e a sdraiarsi, poi si chiuse nella sua stanza.

Contemporaneamente Genevieve, da sola, al buio e di nuovo al freddo, aveva la testa bombordata dai ricordi della serata.
Erano confusi, sfocati, sbiaditi.
Quelli svolti nel locale ormai sembravano lontani e irraggiungibili.
Quelli a seguire, invece, continuavano a spaventarla, rievocavano in lei le brutte sensazioni provate poche ore prime.

Quei frammenti bui e inquieti la tormentarono per tutta la notte. Era stanca e affaticata ma, ogni volta che chiudeva gli occhi, quelle immagini riemergevano ancora più nitide di prima.
Solo verso l'alba, all'ennesimo tentativo di addormentarsi, riuscì a trovare l'unico diamante fra quegli ammassi di pietre.

Era scappata da sola, solo con le sue forze, solo con la sua volontà. Nessuno l'aveva aiutata, c'era riuscita contando solo su se stessa.

Così, mentre il sole faceva capolinea all'orizzonte, Genevieve ridacchiava, fregandosene del dolore, godendosi finalmente la sensazione di sorridere in modo sincero.

Qualcosa era cambiato in lei.
credeva di essere finalmente scesa dal suo mondo incantato sulle nuvole, mettendo finalmente i piedi nella regno della realtà.

Realistic Fairytale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora