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Era riuscita a sopravvivere al resto del turno

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Era riuscita a sopravvivere al resto del turno.
I clienti se n'erano andati, di loro volontà o sbattuti fuori dai richiami di Beverly, lasciandole sole.

Beverly stava sistemando le sedie sopra ai tavoli, pronta a lavare il pavimento, mentre Genevieve passava uno straccio sul bancone, cercando di mandar via le chiazze lasciate dalle gocce delle varie bevande servite.

Fra pochi minuti avrebbero chiuso e abbandonato il locale, tornando finalmente nelle loro abitazioni dopo la serata stressante.

Finalmente sembrava che tutto fosse tornato tranquillo, come se la paura se ne fosse andata insieme ai clienti, lasciando che la tranquillità uscisse di nuovo allo scoperto.

Ma come ben si sa, in quella zona non bisogna mai abbassare la guardia. Il pericolo era bravo a mimetizzarsi, poteva nascondersi nelle ombre, seguirti cambiando tonalità di colore come quella del mondo che ti circondava e, quando meno te lo aspettavi, ti attaccava alle spalle rendendo il tutto più facile per lui.

Genevieve, con la sua classica ingenuità, non poteva comprendere gli orrori che risiedevano in quei vicoli e che tormentavano la vita dei loro vicini.

Come avevano stabilito, la ragazza avrebbe aspettato Ethan al locale, cosicché Beverly avrebbe potuto chiudere a chiave e tornare a casa sua.

Finora era filato tutto liscio e, vivendo in quel mondo da un paio di settimane, poteva iniziare ad immaginarsi che qualcosa sarebbe dovuto andare storto.
Infatti Ethan, che aveva passato la serata spaparanzato sul divano guardando la televisione, si era addormentato, dimenticandosi completamente della ragazza che lo aspettava per tornare a casa.

I minuti passavano, ma del ragazzo ancora nessuna traccia.
Genevieve iniziò a stufarsi, in più le sembrava scortese far aspettare così a lungo Beverly.

Le disse così di chiudere il locale, avrebbe aspettato il ragazzo fuori.
Beverly stava per rifiutare la proposta della ragazza, ma la stanchezza prevalse e fece come le chiese.

La ragazza si ritrovò così in strada, con il freddo notturno  che le pungeva sulla pelle e circondata da un poco rassicurante buio.
Non voleva ammetterlo, ma ne aveva paura da sempre. Si ricordava di tutte le notti che, da bambina, passava insonni per via delle tenebrose ombre che la avvolgevano.

Ad ogni rumore, ogni ombra, ogni secondo che passava là il suo ritmo cardiaco aumentava di un battito.

Un rumore proveniente da dietro di lei. Il cuore le stava per scoppiare.
Un suono di passi. La paura la stava mangiando viva.
La sensazione di qualcuno che le fiatava sul collo. Pupille dilatate, il cuore fermo per un battito, per poi ritornare a muoversi con un ritmo tre volte più veloci.
Una mano sulla sua spalla. Ormai non aveva più scampo.

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