Capire.

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Probabilmente la cosa che fa più paura a qualsiasi essere umano è il non sapere.
Non sapere cosa succederà dopo.
Essere cieco.
Cadere nel nulla.
E il nulla e la morte vanno a braccetto. Morte.
Tutti hanno paura della morte.
Perché non si conosce il dopo.
Non si conosce.
E le persone sono terrorizzate da quello che non conoscono.
E se invece si conoscesse?
Come si fa a capire di essere morti?
Perché il cuore non batte?
Perché l'ossigeno non entra nei polmoni?
Perché il corpo è fermo?
No.
Non qui.
Si può essere morti anche se il cuore pompa sangue nelle vene.
Se il corpo si muove.
Se si respira.
Tutto funzionante in un corpo vivo.
Vivo?  No.
Apparenza.
Basta guardare gli occhi.
Occhi vitrei.
Occhi privi di qualsiasi cosa.
Occhi lontani.
Occhi morti.
Occhi spaventosi.

Per quanto fosse bello, elegante e bugiardo Ronald non era diverso dagli altri.
Per quanto cercasse di convincere se stesso le cose non cambiavano.
Perché lui il mondo fuori l'aveva visto, l'aveva vissuto.
Infondo mentendo faceva del bene.
Rendeva felici, anche se per poco, le persone.
Falso.
Rimaneva la merda parlante di quel posto.
Come tutti gli altri.
E Ronald odiava essere come gli altri.

Se ne stava seduto sul letto della camera di Korneel, aspettando.
Attesa che non durò a lungo.
Korneel rimase con la maniglia in mano quando lo vide.
« Cosa fai qui? »
« Ormai è da un po' che sono qui e non abbiamo ancora parlato di affari »
« E allora parla» disse entrando e sedendosi vicino alla finestra.
« Credo che tu sappia cosa vuole Xavier.
Comunque, per farlo ha bisogno di te.
Tu sei molto amico dei messicani, e Xavier vuole espandersi anche oltre loro.
Lui e il capo dei messicano non vanno molto... d'accordo e lui ha bisogno del loro consenso.  Ovviamente se lo aiuterai verrai ricompensato. »
« Non voglio soldi» rispose con lo sguardo fisso sulla finestra.
« Ah, lo so, ne hai abbastanza.  Non stavo parlando di soldi »
Questa volta Korneel si girò verso di lui.
« Di cosa stai parlando? »
Ronald si alzò sensualmente e si avvicinò, cominciando a sbottonarsi la camicia.
« Stare qui da solo... Io non ho gli occhi neri, ma posso essere ugualmente una buona compagnia se me lo permetti »
Korneel puntò lo sguardo su di lui e Ronald si fermò, smettendo di sorridere.
Una scintilla passò l'occhio blu.
Una scintilla di rabbia.
Ma non era solo rabbia, era qualcosa di più.. Pauroso.
Qualcosa che indusse Ronald a fare un posso indietro, mentre veniva attraversato da un brivido.
Korneel si alzò lentamente e lo sorpassò senza dire niente.
Ronald rimase ancora per molti minuti fermo.
Immobile.
In quel momento si rese conto di aver avuto paura.
No, non paura.
Terrore.

Non riusciva a togliersi dalla testa quello sguardo.
Ci stava ancora pensando mentre stava disteso nella grande vasca del bagno personale.
Almeno c'era l'acqua per lavarsi.
I prima giorni ci aveva dubitato seriamente visto le condizioni dell'abitazione.
Anche se non aveva molto senso visto che Korneel lì ci viveva da anni.
Scosse la testa cercando di scacciare i pensieri.
Non capiva.
Non era stupido.
Credeva di aver capito cosa volesse Korneel.
Aveva sbagliato.
E lui non aveva mai sbagliato.
Quella sera entrò titubante nella sala. Ma Korneel, come ogni volta, non gli prestò attenzione.
Spazientito per quel atteggiamento spostò la sedia con troppa violenza e questa creò un rumore stridulo.
Mangiarono in silenzio, come sempre. Ronald sorrise cordiale e riprovò.
« Io.. mi dispiace per questa mattina, non avrei dovuto..sono veramente dispiaciuto » disse abbassando gli occhi e simulando un finto dispiacere. Dopo qualche secondo, non sentendo risposta, alzò lo sguardo e rimase di nuovo pietrificato.
Korneel lo guardava.
Attentamente.
Aveva i capelli rossi sciolti e ancora umidi.
Osservò forse per troppi secondi quei capelli.
« Non parlare mai più di occhi neri.. o ricompense. Tu non sai niente » disse semplice.
E quello sguardo.
Non aveva mai visto uno sguardo del genere.
Aveva avuto paura di poche cose nella vita.
Ma quello.. quello era peggio.
Quello lo terrorizzava davvero.
Non era rabbia, non era niente di quello che pensava di aver intravisto.
Era molto peggio.
Semplicemente perché non c'era niente. Assolutamente niente.
Il vuoto più assoluto.
Questa volta distolse lo sguardo.
Non riusciva a reggerlo.
« Quello sguardo spaventato non ti si addice, continua a sorridere » parlò Korneel con la solita voce neutra.
Ma Ronald capì.
Capì che aveva sottovalutato Korneel.
Capì che Korneel sapeva di lui.
Sentiva che la sua bugia stava vacillando, l'uomo fermo nel tempo sapeva.

E la fottuta città rise per quella bugia,  perché sapeva che stava per sgretolarsi. E lei non voleva altro che vederlo succedere.

Hola!
Cosa ne dite?
Sparo vi piaccia!
Mi scuso per eventuali errori.
Alla prossima! :D


Ronald. Where stories live. Discover now