Un'altra bugia.

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É strano pensare che le persone preferiscono le bugie.
Non lo sanno.
Ma loro vogliono le bugie.
Le pretendono.
Perché?
Perché è più facile.
Perché ti salvano la vita.
Perché una bugia é più bella della verità.
La verità ferisce.
La verità fa male.
Tutti dicono di volerla sentire.
Mentono.
Nessuno vuole la verità.
Sono più felici nella bugia.
La verità riaffiora solo nell'ombra, quando si é soli, quando nessuno può vederla.
E questo Paradise Hell lo sa.

E Ronald era molto bravo a mentire.
Mentiva per salvarsi.
Mentiva per avere quello che voleva.
Mentiva perché gli piaceva.
Mentiva perché sapeva che le persone preferivano una menzogna.
Ronald sembrava una bugia, con i suoi lunghi e lisci capelli rossi, la pelle simile alla porcellana, il fisico magro e slanciato, occhi così azzurri da ricordare il ghiaccio.
Ronald era una bugia.
Sempre perfetto, sempre educato, sempre elegante, sempre affascinante.
Affascinante come un serpente.
E quando poi morde il suo veleno si propaga lentamente nel corpo, senza che la vittima se ne accorga.
Un morso dolce.
E ora stava per mordere di nuovo.

La lunga macchina nera si fermò di fronte al portone del castello.
Un castello grigio e all'apparenza abbandonato, lontano da tutto e da tutti, situato in mezzo a una fitta foresta.
L'erba era alta, non veniva tagliata da molto.
Ronald scese dalla vettura, con il suo solito sorriso provocante.
« Vuoi che ti accompagni dentro? » chiese Klaus, al volante.
« No, grazie » rispose e si incamminò verso il castello.
Bussò due volte e il rumore si diffuse nell'ambiente.
Per molti minuti nessuno aprì, poi il portone iniziò ad aprirsi.
Una figura molto alta e possente apparve, ma solo la sagoma si presentò, il resto era coperto dal buio.
« Buonasera, io sono Ronald, l'amico di Xavier » disse continuando a sorridere.
« Entra » rispose l'uomo, girandosi e incamminandosi verso il corridoio.
La voce era profonda e con note tristi.
Ronald entrò e si guardò intorno, l'ambiente era quasi completamente spoglio.
Pochi quadri erano appesi ai muri e il tutto si celava nella penombra.
Gli occhi di Ronald ci misero  un po' ad abituarsi al buio.
Entrarono in una grande sala e l'unico oggetto presente era un lungo tavolo di legno con sei sedie ai lati.
La sagoma si sedette a capo tavola, dove già era presente un bicchiere da cui l'uomo prese a bere.
« Siediti pure » disse tenendo la testa bassa.
Ronald si avvicinò e si accomodò su una sedia a fianco dell'uomo.
Lo osservò.
I capelli neri erano spettinati, profonde occhiaie contornavano gli occhi blu.
O l'occhio blu.
L'altro era bianco, due profonde cicatrici a forma di x lo passavano.
Altre cicatrici si vedevano sulla pelle leggermente scura, sullo zigomo, mento, sul labbro superiore.
« Ho accettato solo perché devo un favore a Xavier, non é detto che dopo questa visita io vi aiuti, molto probabilmente non lo farò » parlò, senza alzare lo sguardo sul rosso.
« Tentar non nuoce »
« E come vorresti convincermi? »
« Lei cosa vuole?  » disse, con tono seducente.
Lo sguardo di Korneel si alzò, l'occhio sano scrutò il rosso.
« Sei stato tu ad aiutare Xavier a trovarmi? »
« No, io cerco semplicemente di convincere le persone »
« Non sarà molto facile convincermi, ma se hai tempo da perdere fai pure » rispose, distogliendo lo sguardo e bevendo un altro sorso.
« Spero di riuscirci »
Ed ecco un altro morso.
Un'altra bugia.

Eccomi!
Che va ne pare come inizio?
Ve gusta?
Spero di si.
Alla prossima!  :D

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