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Si diede malato al lavoro e passò tre giorni in casa senza uscire, mangiare e dormire. Non riusciva a fare altro che dormire e piangere, piangere e dormire. Passava la giornata a guardare film d'amore strappalacrime e fumare.
Non si lavava da tre giorni e puzzava come un maiale, i capelli sporchi e spettinati, lo sguardo spento e la sensazione costante di avere la tachicardia.
Non riusciva a pensare ad altro che non fosse Lucas.
L'aveva lasciato e ora stava male come un cane. Si sentiva come un adolescente alla fine della sua prima storia d'amore. Voleva richiamare Lucas, dirgli che aveva commesso un errore, ma non trovava il coraggio. Nella sua testa, sapeva di aver fatto la scelta giusta, lasciar andare il suo piccolo per fargli avere un futuro migliore. Ma il suo cuore diceva tutt'altro. Ora lo sentiva spezzato nel petto, una ferita che sanguinava da tre giorni e non dava segni di recupero.
Continuava a pensare a come avesse fatto la madre di Lucas a scoprire la sua età. Non che contasse poi molto, alla fine aveva preso la scelta giusta, ma quel tarlo proprio non voleva andarsene.
Rimase a riflettere per tutto il pomeriggio del terzo giorno, mentre guardava un film romantico alla tv, "La verità è che non gli piaci abbastanza", poi l'illuminazione: Emma!
Un presentimento forte, un dubbio atroce. Si riprese come mai aveva fatto in quei tre giorni, prese il telefono e chiamò la sua ex ragazza.
Rispose dopo pochi squilli:
- Pronto, tesoro, come stai? Come mai mi chiami? - chiese lei, evidentemente sorridente al telefono.
- Ciao Emma... Volevo chiederti una cosa... Per caso hai parlato con la madre di Lucas qualche giorno fa? -
- Chi io? - rispose lei sulla difensiva.
- Si tu! Per caso hai parlato con lei? Gli hai detto della nostra relazione? -
Passarono alcuni secondi, senza che Emma rispondesse alla domanda, allora Matias riprese a parlare:
- Allora? È così difficile rispondere? -
- Se anche l'avessi fatto? - disse lei acida.
Beccata! Era stata lei a rovinare la sua vita.
- Hai detto alla madre che sono pericoloso, che ho 26 anni, che non sono adatto al figlio! -
- Può essere! - disse lei, ora meno sorridente.
- Sei. Una. Lurida. Troia. - disse Matias con voce ferma e decisa.
- Tesoro... -
- Non. Chiamarmi. Tesoro. - replicò l'arbitro, alzando il tono di voce. - Hai rovinato le nostre vite, hai rovinato la mia vita! - urlò.
- Tesoro caro, io volevo solo rovinare la vita di quel piccolo passivello, il rovinare la tua, era solo un piccolo danno collaterale. -
- Sei la persona più schifosa che abbia mai conosciuto! Hai distrutto la nostra storia d'amore. Girami al largo, da ora, fino alla fine dei tuoi giorni, o te ne pentirai amaramente. -
- È una minaccia? - chiese lei ironicamente.
- No! È una promessa! - rispose lui deciso.
E chiuse la chiamata.
Non aveva risolto niente, ma si era sfogato. Almeno quello.
Dopo tre giorni di stato catatonico si era leggermente ripreso. Decise di mandare un messaggio ad Andrea, aveva bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarsi, e forse, anche di farsi compatire un po'.
18:35 "Andy ci sei?"
18:36 "Per così dire"
18:37 "Passi da me stasera? Ho bisogno di parlarti e sfogarmi. Ho lasciato Lucas."
18:38 "Ottimo, allora porto le birre, dobbiamo festeggiare il nostro nuovo status di single."
18:39 "Che vuol dire? Hai lasciato Manu?"
18:40 "Mi ha lasciato lui, arrivo e ti spiego tutto a voce."
18:41 "Ok, ti aspetto."
Appoggiò il telefono sul tavolino del salotto, poi decise finalmente di andare a farsi una doccia.

Il campanello suonò 15 minuti dopo, Matias andò ad aprire la porta, ancora gocciolante dalla doccia, con il solo asciugamano legato in vita.
- Oh. - disse, non appena aperta la porta. - Amico, sei una vera catapecchia, lasciatelo dire. -
Andrea aveva due borse evidenti sotto gli occhi, la barba incolta e i capelli scompigliati.
- Grazie del complimento, ma anche tu non sembri in forma. -
Anche Matias aveva gli occhi segnati dal poco sonno, anche se la doccia appena fatta, lo rendeva un po' più presentabile.
- Accomodati. - disse il padrone di casa, facendo spazio per farlo passare.
Si accomodarono sul divano guardandosi imbarazzati. Andrea prese due birre dal sacchetto della spesa che si era portato dietro, le aprì con i denti e ne porse una a Matias che la prese e diede subito una lunga sorsata.
- Allora dimmi tutto. - disse dopo aver bevuto.
Andrea bevve un sorso della sua birra e iniziò a parlare.
- Che devo dirti? Mi ha lasciato! Ha detto che non pensa di poter gestire una relazione a distanza. La verità, secondo me, è che ha paura che possa fare qualcosa quando lui non c'è. -
- Mi dispiace. Non puoi far niente per fargli cambiare idea? - chiese Matias.
- Si! Questo! - e diede un lungo sorso alla sua birra, finendola di schianto.
Ne aprì subito un'altra, e diede un altro lungo sorso. Poi riprese a parlare.
- Credo che i miei precedenti da scopatore seriale, non siano stati di grande aiuto per la sua scelta. -
- Già! - rispose Matias, attaccandosi alla sua bottiglia.
- E tu? Con Lucas come è finita? -
- L'ho lasciato! Non so se sai quello che è successo, in pratica la madre ha minacciato di denunciarmi se non mi lasciava. -
- Si, me l'ha detto Manuele. -
- Allora l'ho lasciato, non volevo rovinasse il suo rapporto con la famiglia per me. -
- Paura della denuncia? -
- No macché! Ho preso la decisione giusta. Non avrei mai dovuto farmi coinvolgere in questa storia. Sapevo che era sbagliata, ma era più forte di me. Mi sono innamorato di lui e non vedevo altro. -
- Come l'ha presa? -
- Male! Malissimo! Spero riesca a trovare un bel ragazzo americano. A quell'età, basta poco per innamorarsi di qualcun altro. -
- Vero! Ma tu? Come stai? -
- Ho il cuore spezzato, Credo ci vorrà del tempo per superare la cosa. Ora come ora, mi sento come se mi avesse investito un tir. -
- Mi sa che quel tir ha investito anche me. -
Matias fece un sorriso amaro e finì la sua birra. Ne aprì subito una nuova.

Continuarono a bere e parlare, analizzando quanto la loro vita facesse schifo, quanti quei due ragazzi li avessero cambiati. Le loro situazioni erano diverse, Matias aveva lasciato, mentre Andrea era stato lasciato, ma entrambi concordavano su quanto il mondo facesse schifo. Matias si attaccò nuovamente alla bottiglia, accorgendosi di aver finita.
- Cazzo è finita! - disse. - Ne dovrei avere altre in frigo. Si alzò barcollando, erano entrambi ubriachi.
Almeno l'alcol stava lenendo il dolore che sentivano al petto.
Fece due passi, cercando di rimanere in equilibrio, Andrea iniziò a ridacchiare.
- Amico non ti vedo bene. - disse.
- Dammi solo un secondo, ce la posso fare. -
Matias fece un altro passo scomposto, facendo cadere l'asciugamano che era legato alla sua vita, mostrando le sue nudità all'amico.
Incurante di essere nudo, raggiunse la cucina, andò al frigorifero e tirò fuori altre due birre. Tornò in salotto sempre barcollando e mentre stava per raggiungere il divano, inciampò sul tappeto, franando sul corpo dell'amico, che iniziò a ridere.
- Dio! Sei completamente ubriaco! - disse Andrea ridendo sguaiatamente.
- Da che pulpito. - rispose Matias iniziando a ridere a sua volta.
Poi fu tutto così veloce, che quasi non se ne resero conto. Le loro bocche si avvicinarono e si attaccarono. Si iniziarono a baciare con foga, mischiando le loro salive, facendo vorticare selvaggiamente le loro lingue. Andrea mise una mano sul fianco di Matias e portò l'altra dietro alla testa dell'amico, spingendo il capo verso di lui. Prese i capelli tra le sue dita, e infilò la sua lingua ancora più dentro la bocca di Matias, che si lasciò scappare un gemito.
Dopo qualche minuto, l'arbitro si staccò dall'amico, si alzò titubante e senza perdere tempo gli sfilò la maglietta; si inginocchiò davanti Andrea, e con un gesto secco, gli tolse pantaloncini e mutande facendo uscire il cazzo del giovane già duro.
Portò il suo viso tra le gambe dell'amico, e senza tante cerimonie prese l'asta in bocca, iniziando a succhiare voracemente. Leccò l'intera lunghezza, poi prese a dedicarsi alla cappella, lasciando la sua saliva lungo tutto il pene.
Si alzò e si mise a cavalcioni di Andrea. Posizionò il cazzo dell'amico davanti alla sua apertura e con un gesto deciso, si calò completamente su di lui.
Iniziò a cavalcarlo furiosamente, mentre Andrea iniziò a gemere sempre più forte.
Era la prima volta che Matias faceva il passivo con l'amico, ma in quel momento nessuno dei due stava capendo niente, troppo impegnati a gemere e godere.
Non ci volle molto prima che entrambi raggiungessero l'apice. Matias venne con degli schizzi potenti, andando a imbrattare il petto e il viso di Andrea, che venne pochi secondi dopo, riempendo le viscere dell'arbitro.
Matias si accasciò sul corpo esausto dell'amico, con il pene di Andrea ancora dentro di lui. Lo abbracciò forte, stringendolo più che poteva. Poi scoppiò a piangere, seguito dal giovane.
Avevano scopato, ma non era la stessa cosa che farlo con Lucas o Manuele. Con loro non era sesso, con loro era semplice e puro amore.

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