8

18.3K 699 116
                                    

Doveva evitarlo a tutti i costi. Erano passati giorni dall'ultimo incontro e Matias aveva deciso di fare tutto quello che era nelle sue capacità per non rivedere Lucas. Era minorenne, ci stava provando con lui spudoratamente e poi lui era etero, non aveva mai provato niente per i ragazzi. Era fidanzato da 6 anni, la sua ragazza voleva un figlio con lui, doveva solo concentrarsi sulla loro relazione e dimenticare in fretta quello che era successo il giorno della partita. Ma non era così semplice.

Aveva così evitato di andare a vedere partite dove poteva incontrarlo, rifiutato designazioni di partite dei Tiger, sia che queste fossero semplici under 15 sia che fossero di campionati minori. Meno entrava in quel palazzetto meno erano le possibilità di incontrarlo.
Si faceva dare partite lontano dalla loro città, dove era sicuro lui non ci fosse, magari partite femminili, per stare ancora più tranquillo.
Proprio per quel motivo aveva deciso di sfruttare il suo giorno di riposo per andare a vedere le finali under 16 provinciali femminili.
Partì la mattina presto, le partite si trovavano in un paese a circa un'ora di macchina dalla sua città e arrivò a pochi minuti dall'inizio della prima semifinale. La mattina erano in programma le due partite che avrebbero decretato le finali del pomeriggio.
Il palazzetto era gremito, genitori, parenti e tifosi delle 4 squadre riempivano le gradinate pronti a sostenere la propria squadra.
Matias raggiunse gli altri arbitri che erano andati a vedere le partite e si mise a sedere con loro. Li salutò e iniziarono a guardare le partite tutti insieme. Era una bella giornata, i match erano tirati e coinvolgenti e Matias si divertì molto in compagnia dei suoi colleghi. All'ora di pranzo andarono a mangiare al ristorante e il pomeriggio tornarono al palazzetto per vedere le due finali, 3-4 posto e 1-2.
Alla fine della prima partita, Matias si alzò dalla tribuna e si avviò verso l'uscita per andare a fumare. Mentre si trovava nei pressi della porta, entrò Lucas, in compagni di altri giocatori dei Tiger.
Cosa ci faceva lì? Perché anche lui era alle finali under 16 femminili?
Fece finta di niente e superò il gruppetto di ragazzi avviandosi a passo spedito verso la porta di uscita quando sentì Lucas che lo chiamava:
- Matias... -
Fece finta di non sentire e si richiuse la porta alle spalle.
Dopo pochi secondi sentì la porta riaprirsi e Lucas si avvicinò a lui.
- Mi stai evitando... -
Matias si girò e lo guardò. Cazzo se era bello, non si spiegava come una persona potesse essere così bella.
- Non... Non ti sto evitando. -
- Si invece. Prima venivi almeno una volta alla settimana al palazzetto a vedere una partita, ora sono più di 10 giorni che non ti fai vivo. -
- Ho avuto da fare. -
- Si certo, e cosa hai dovuto fare? -
- Non sono affari tuoi. -
- Allora è come dico io, mi stai evitando, e non capisco il perché. -
- Senti ragazzino, ci conosciamo appena, io sono un arbitro, tu un giocatore, finisce lì. Sei entrato due volte nel mio spogliatoio senza permesso, abbiamo chiacchierato si e no una volta per caso e non sono affari tuoi quello che faccio o non faccio nel mio tempo libero. E non ti sto evitando, non sei così importante nella mia vita. -
Gli occhi di Lucas si fecero lucidi. Il labbro inferiore iniziò a tremare, si stava trattenendo dal piangere.
- Ok scusa, non ti disturberò più. -
Si girò e corse verso l'ingresso della palestra. Matias si rese conto di quello che aveva appena detto e si sentì un verme.
- Aspetta Lucas... -
Il ragazzo chiuse la porta della palestra dietro di se, Matias si girò e gli corse dietro, aprì anche lui la porta della palestra e lo cercò con lo sguardo. Lo vide e riprese a correre fino a che non si fermò. Lucas aveva raggiunto i suoi compagni di squadra e non era il caso andare da loro per parlare con lui. Si diede dello stupido mentalmente e tornò a sedersi vicino agli altri arbitri.

Era stato uno stronzo. Se lo stava ripetendo da quel momento fino ad ora, che si trovava a casa nel letto con Emma che dormiva vicino a lui. Non riusciva ad addormentarsi, riviveva quel momento costantemente e si stava sentendo male.
Si alzò e a piedi nudi raggiunse la cucina, aprì il frigorifero e bevve un sorso d'acqua attaccandosi alla bottiglia. Andò nel guardaroba e dalle tasche della giacca tirò fuori il suo pacchetto di Winston. Aprì la porta finestra e si mise a sedere sul dondolo del terrazzo. Era una notte primaverile e in mutande non sentiva freddo. Si accese una sigaretta e diede grosse boccate. Il cuore rallentò i battiti e iniziò a rilassarsi. Butto il mozzicone fuori dal terrazzo e ne accese un'altra.
Si sentiva una merda e non sapeva come rimediare. Perché si era comportato così? Alla fine Lucas voleva solo essere gentile. Era solo un ragazzino, non avrebbe dovuto trattarlo così, anche se ci stava provando con lui, e lui non lo voleva. E poi ci stava provando? O era solo una sua impressione? E anche se fosse, perché a lui dava così fastidio? Forse perché sentiva qualcosa che non voleva sentire? Era in confusione, da una parte era riuscito ad allontanarlo, dall'altra lo avrebbe voluto accanto a lui. Ma era sbagliato. Tutta quella situazione era sbagliata.
Non sapeva cosa fare, ma di sicuro voleva scusarsi con Matias. Come poteva fare? Andare in palestra non se ne parlava, ci sarebbero stati anche i suoi compagni e non voleva metterlo in imbarazzo e soprattutto non voleva mettere in imbarazzo se stesso. Inoltre avere rapporti di amicizia con gli atleti non era il caso, visto che faceva l'arbitro, qualcuno avrebbe potuto fraintendere e magari contestare se gli avessero assegnato una sua partita.
Poi gli venne in mente: Via dei Tigli 11. Lucas abitava lì. Domani sarebbe andato a trovarlo per chiedergli scusa. Spense la sigaretta e sì alzò dal dondolo.
Si, sarebbe andato da lui a chiedergli scusa e tutto si sarebbe risolto. Non c'era niente di male, in fondo voleva solo essere gentile.

SeventeenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora