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Sorrideva con lo sguardo fisso fuori dal finestrino della macchina, mentre tornava a casa, in compagnia di Andrea e Manuele. Dopo tanti giorni, era sicuro che avrebbe dormito sereno. Aveva visto Lucas e gli aveva parlato. Ora era tutto in mano sua. Se l'indomani non si fosse presentato in palestra, nello spogliatoio dell'arbitro, avrebbe voltato pagina, ma lui sperava fortemente che il libero avrebbe fatto la scelta giusta.
Andrea e Manuele erano nei posti davanti, il più grande guidava, in silenzio, ognuno con i propri pensieri. Andrea eccitato a dismisura per quello che sarebbe successo di lì a poco, Manuele agitato per lo stesso motivo.
Avevano passato una bella serata, per Manuele era stata speciale; il ballo scolastico con il suo ragazzo, un sogno che diventava realtà. All'inizio era stata dura farsi vedere dai compagni di scuola, in compagnia di un ragazzo, poi non ci aveva più fatto caso, troppo impegnato a ridere e scherzare alle stranezze di Andrea. Se c'era una cosa che pensava, era che con un tipo come lui non si sarebbe mai annoiato.
Ora guardava fuori dal parabrezza con gli occhi fissi sulla strada, senza vedere effettivamente l'ambiente circostante, troppo impegnato a spellarsi le mani e a pensare a quello che sarebbe successo a casa di Matias. Avrebbe dovuto bere un po' di più, pensò, così magari non sarebbe stato così nervoso. E se non gli fosse piaciuto come lo faceva? Andrea era sicuramente più esperto di lui, era più grande e sicuramente aveva avuto più partner. Lui aveva fatto le sue esperienze, ma non si sentiva certo un re del sesso.

Arrivarono davanti casa di Matias. Andrea parcheggiò e spense il motore, girando la chiave. Sospirò e si rivolse agli altri due che non si erano nemmeno accorti di essere giunti a destinazione.
- Arrivati! - disse, portando lo sguardo su di loro.
I due si riscossero entrambi dai propri pensieri e aprirono meccanicamente la portiera della macchina.
Matias estrasse dalle tasche le chiavi di casa e si avviò verso il portone, seguito dai due ospiti.
Salirono in casa, e la prima cosa che fece l'arbitro, fu quella di aprire la portafinestra del salotto. In casa c'era odore di chiuso e faceva piuttosto caldo.
Uscì in terrazzo e si accese una sigaretta.
Manuele lo seguì, mentre Andrea si diresse in bagno.
- Qualcosa non va? - disse Manuele, affiancandosi al più grande che guardava fuori dal terrazzo, mentre aspirava la sua Winston.
- Perché me lo chiedi? -
- Beh, non hai aperto bocca per tutto il viaggio di ritorno, è successo qualcosa? -
- L'ho visto... E ci ho parlato. - rispose Matias, girandosi a guardare Manuele.
- Bene, sono contento... E? -
- E gli ho dato appuntamento a domani, in palestra, se si presenterà forse avrò una possibilità, se non lo farà, chiuderò un capitolo della mia vita. -
- Pensi che verrà? -
Matias sospirò. - Lo spero. - Poi riprese:
- E tu perché sei rimasto in silenzio? -
- Io... È perché non avevo niente da dire. -
Matias inclinò la testa dubbioso e storse la bocca.
- Balle! - disse sorridendo. - Sei stato tutto il tempo a spellarti le mani. -
- Com... Come hai fatto a vederlo? -
- Noi arbitri abbiamo una visione periferica piuttosto sviluppata. - rispose sorridendo Matias. - Sei preoccupato per stanotte? -
- No... No... - rispose Manuele scuotendo violentemente la testa. - Ok... Si... Un po'... Un po' tanto... - sorrise amaro.
- E di cosa sei preoccupato? Se non te la senti più, diglielo, sono sicuro che capirà. -
- Non è quello! Io voglio farlo! Solo che... Solo che... Non sono se sono abbastanza bravo per lui. -
Matias lo guardò dolcemente. Gli faceva tenerezza, in quel momento vedeva tutta la sua giovane età.
- È questo che ti preoccupa tanto da farti venire il sangue alle mani? - disse il più grande osservando il rosso che era comparso intorno alle unghie del più giovane.
- È che... Se poi non lo faccio bene e lui decide che non vado bene per lui? Che vuole uno più grande? -
- Non mi farei queste domande. Se avesse voluto qualcun altro pensi avrebbe aspettato così tanto? Andiamo! Andrea è un bel ragazzo, ha sempre scopato a destra e a sinistra, se avesse voluto far sesso, l'avrebbe già fatto. Invece ti ha aspettato. È la prima volta che lo vedo così preso. È la prima volta che non molla qualcuno dopo poco tempo. È cotto di te, e in qualunque modo tu lo faccia, a lui andrà bene. -
- Dici? -
- Si! - replicò sorridendo Matias.
- Sai per caso se dovrò fare l'attivo o il passivo? - disse queste ultime parole quasi in un sussurro, visibilmente imbarazzato.
Matias che era tornato a osservare la strada, lo guardò con la coda dell'occhio. Un leggero sorriso comparve sul volto.
- È importante per te? -
- Cos... No... No... Non è importante. -
- E allora lasciati andare, quello che verrà, verrà. Non fossilizzarti su attivo o passivo, lasciati trasportare dalle emozioni, qualunque cosa accadrà, sarà bella comunque. -
- Disse quello che faceva solo l'attivo. - rispose ironicamente il più giovane.
Matias lo guardò di sbieco. Rimase un attimo in silenzio, indeciso se rispondere o meno, e poi disse:
- Io non l'ho mai preso, questo è vero. Ma non significa che non accadrà. Credo che fare l'amore sia bello, purché lo si faccia con spensieratezza, senza avere limiti o tabù. Chissà, magari un giorno capiterà anche a me di fare il passivo. -
- Vorrei proprio vederti. - disse ridacchiando il più giovane.
- Idiota. - rispose Matias, aspirando un altro tiro della sua sigaretta.

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