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Erano tre giorni che rifletteva. Ormai non faceva altro, dalla mattina fino a quando andava a dormire. Si trovava spesso a rigirare il foglietto tra le mani, l'aveva aperto e ripiegato più e più volte, aveva imparato anche il numero a memoria a forza di guardarlo.
Non riusciva a trovare una via d'uscita, da una parte voleva chiamarlo, dall'altra sapeva che se l'avesse fatto non sarebbe più potuto tornare indietro. Ma lui era fidanzato, con una ragazza, accettare di conoscere Lucas avrebbe voluto dire sconvolgere completamente la sua vita.
Con Emma le cose non stavano migliorando, anzi lui si stava allontanando sempre di più. Lei insisteva per avere un bambino e quasi  tutte le sere voleva far l'amore con lei. Lui l'accontentava, ma ormai era solo una cosa meccanica, senza sentimento e pure raggiungere l'orgasmo diventava sempre più difficile.
C'era anche un'altra cosa che proprio non gli andava giù, l'intraprendenza di Lucas; non riusciva a spiegarsi come era possibile che un ragazzino di 17 anni ci provasse così spudoratamente con lui. Se all'inizio flirtava, ora aveva chiarito tutto, voleva lui e l'aveva fatto capire molto bene.
Se ci provava così con lui, non osava immaginare con quanti ragazzi era già stato. Era una mezza troia?
E il pensiero che potesse essere andato con qualche altro ragazzo gli faceva ribollire il sangue. Si ritrovava a essere geloso di una persona che si ostinava a non voler conoscere e frequentare. Una contraddizione vivente.

Lucas si presentò in negozio dopo 4 giorni. Era con due suoi compagni di squadra. Lo vide ridere e scherzare con loro mentre gli passavano vicino. Li seguì con lo sguardo fino a che scomparvero tra le corsie. Non solo non lo aveva salutato, ma non lo aveva neanche guardato. Lasciò quello che stava facendo per seguirli. Mentre stava per girare l'angolo venne fermato da una signora:
- Mi scusi avrei bisogno di un'aspirapolvere. -
- Signora vada dall'altra parte del negozio, c'è una mia collega che saprà aiutarla. -
- Ma lei non lavora qui? -
- Si ma mi occupo di informatica, ora se mi vuole scusare ho da fare. -
- Che modi... -
La signora si girò e se ne andò visibilmente contrariata. Se avesse parlato con il direttore sarebbero stati guai. Pazienza pensò Matias che si affrettò per cercare di nuovo Lucas e i suoi amici.
Girò l'angolo e quello che vide lo lasciò impietrito.
I tre stavano davanti a un televisore a giocare con la Playstation 4, quella che serviva per far vedere i giochi ai clienti. Lucas e uno dei suoi compagni stavano giocando, mentre l'altro ragazzo stava tranquillamente palpando il culo al libero, che rideva e si divertiva della situazione. Si nascose dietro a uno scaffale per non farsi vedere, mentre il ragazzo iniziò a muovere il suo bacino facendolo scontrare con il sedere di Lucas, che rideva divertito.
Si rese conto di essere geloso, geloso marcio. Rimase a fissare la scena imbambolato fino a che i ragazzi non lasciarono la postazione e ripresero il giro del negozio.
Era una troia! Solo una lurida troia! Quello che aveva visto non faceva che confermare tutti i suoi dubbi.
Tornò nella sua postazione furioso e riprese a lavorare a gran ritmo, doveva sfogare la rabbia e l'unico modo era quello, ma sarebbe andato volentieri a dare un bel pugno all'amico di Lucas e avrebbe preso a schiaffi anche lui.
Passarono poco dopo davanti a dove si trovava, Matias fece finta di non vederlo, anche se sentiva gli occhi di Lucas puntati su di lui.

Uscì dal lavoro e si accese una sigaretta. Era ancora incazzato e nervoso. Finì di fumare e se ne accese subito un'altra. Prese il cellulare, e scrisse un messaggio su WhatsApp
"Sei solo una troia". Attese di vedere che le due spunte diventassero blu e poi rimise il cellulare in tasca. Non voleva avere più niente a che fare con lui. Se anche avesse avuto un solo dubbio, ora era sicuro di non volerlo conoscere. Riprese il cellulare e scrisse un messaggio ad Andrea:
"C'è allenamento stasera?"
La risposta di Andrea non tardò ad arrivare:
"Si, vieni?"
Stavolta Matias rispose senza peli sulla lingua.
"Si vengo, in tutti i sensi! Mi dai una mano? ;-)"
"Sarò felice di darti una mano e anche altro se serve :-p"
"Anche il servizio completo?"
"Molto volentieri, se vuoi dopo andiamo a casa mia, i miei non ci sono."
"Buono a sapersi, a dopo."
Scrisse un messaggio a Emma per dirgli che andava allenamento e che faceva tardi, poi si avviò alla palestra.

Fece l'allenamento in perenne stato di eccitazione, l'idea che dopo sarebbe andato a casa di Andrea lo rendeva euforico.
Aspettò di rientrare nello spogliatoio fino a che il sangue riprese a circolare in tutte le parti del suo corpo e non solo lì, così da evitare domande imbarazzanti. Rientrò che erano praticamente tutti usciti a parte Andrea che era in accappatoio, appena uscito dalla doccia.
Si guardarono e si sorrisero.
- Come mai arrivi solo ora? - Chiese Andrea
- Avevo dei problemi alle parti basse. - rispose Matias sorridendo maliziosamente.
- Sono problemi grossi immagino. -
- Direi di sì. - si tolse pantaloncini e mutande in un gesto unico, mostrando il suo pene mezzo duro.
- Si decisamente grosso. - disse Andrea mentre deglutiva e si leccava le labbra.
- Se vieni da me credo di poterti aiutare. -
- In che modo? Puoi darmi un'anticipazione? -
Si sorrisero e Andrea rispose.
- Se ti aiuto qui, poi potresti non avere più voglia di essere aiutato a casa mia. -
- Credo che dovrai aiutarmi parecchie volte stasera. -
- Mmm... Sono una persona molto altruista. - rispose  Andrea con un ghigno di eccitazione.
Si avvicinò e senza dire una parola si inginocchiò davanti al suo cazzo ormai svettante. Lo prese in bocca e iniziò a giocare con la sua lingua sulla grossa cappella pulsante di Matias. Succhiò avidamente per diversi minuti. Provò anche a infilarselo tutto in gola, ma dovette desistere a causa delle dimensioni.
Matias prese la testa di Andrea tra le mani e iniziò ad accompagnare i suoi movimenti con il bacino. Mugolò ad alta voce fino a che non venne nella sua bocca senza avvisarlo. Andrea ingoiò tutto e una volta finito leccò e pulì l'asta guardando Matias negli occhi per vedere nella sua faccia il godimento, con un sorriso soddisfatto.
- Mmm adoro il gelato alla crema. - disse rialzandosi.
- Faccio la doccia, andiamo da te e poi se vuoi ti dò tutta la crema che vuoi. -
Andrea sorrise.
- Molto volentieri. -

Andrea aprì la porta e disse:
- Accomodati. -
Matias gli diede giusto il tempo di richiuderla per fiondarsi sulle sue labbra. Lo sbattè contro il muro e lo iniziò a baciare con foga. Le loro lingue guizzavano vogliose in uno scambio abbondante di saliva. Matias iniziò a slacciare la camicia di Andrea con una mano mentre con l'altra teneva la sua nuca. Continuando a baciarsi, si spostarono in camera da letto. Matias spinse Andrea sul letto e gli tolse tutti i vestiti. Si fermò a guardarlo: era bello, un fisico scultoreo, pettorali con un po' di peli e addominali a tartaruga. Si avventò su di lui e iniziò a leccargli il collo, fino a scendere sui capezzoli duri del giovane che iniziò a gemere.
- Mmm... Mat mi stai facendo impazzire, voglio succhiarti il cazzo. -
- Ti accontento subito. -
Si slacciò i pantaloni salì in ginocchio sul letto e avvicinò il suo cazzo alla faccia del suo ex compagno di squadra. Andrea tirò fuori la lingua e da sdraiato iniziò a succhiare il cazzo.
- Voglio di più. - disse Matias
Si mise a cavalcioni sulla faccia di Andrea e iniziò a spingere il suo cazzo nella bocca dell'amico. Intanto si trovò con la faccia davanti al cazzo di Andrea. Lo leccò con la lingua, proseguì per tutta la lunghezza dell'asta e proseguì fino ad arrivare al sedere di Andrea. Mise le mani sotto il culo e lo sollevò leggermente. Diede dei piccoli morsi sulle chiappe dell'amico, che mentre continuava a succhiare fece dei piccoli gemiti. Non contento Matias infilò la sua lingua nel buchetto di Andrea e iniziò a leccarlo e penetrarlo con la lingua.
Il compagno gemette rumorosamente e dopo pochi minuti disse:
- Basta ti prego scopami. -
- È proprio quello che intendo fare. -
Si alzò dal suo corpo, lo girò a pancia in giù e avvicinò il suo cazzo all'entrata del sedere di Andrea.
- Faccio piano o rischio di farti male. -
- Non me ne frega niente, sbattimi quella bestia dentro il culo. -
Il linguaggio un po' scurrile di Andrea fece eccitare ancora di più Matias che senza pensarci troppo lo penetrò con un colpo secco. Andrea urlò, iniziò a fare lunghi e profondi respiri e una volta che si fu abituato alle dimensioni notevoli del pene iniziò a muovere il bacino per scontrarsi con l'erezione di Matias che intanto stava iniziando a muoversi avanti e indietro. Partirono piano fino a quando Andrea non disse:
- Scopami! Scopami forte! -
Matias iniziò a penetrarlo sempre più veloce, Andrea gemeva e godeva toccandosi e segandosi, mentre continuava a chiedere di essere sfondato. Proseguirono per diversi minuti fino a quando Andrea urlò:
- Sto per venire. -
Matias lo prese per il petto e lo sollevò, mise la sua faccia nell'incavo del collo e gli sussurrò all'orecchio:
- Fammi vedere quanto schizzi. -
Prese in mano il cazzo di Andrea e mentre lo prendeva da dietro iniziò a masturbarlo sempre più veloce, fino a che il ragazzo non venne con fiotti potenti sulle lenzuola. A quella vista Matias non seppe resistere, tolse il cazzo dal buchetto di Andrea e venne sporcandogli tutte le natiche. Distrutti si distesero nel letto.
Matias prese il volto di Andrea tra le mani, lo baciò avidamente e disse:
- Questo è solo l'antipasto. -

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