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Il Sunsea era uno stabilimento balneare della città, non era il più grande, ma raccoglieva tutti i giovani che le sere d'estate passavano le serate a divertirsi, bere e ballare. Un piccolo chalet faceva da bar per le serate di festa, un dj metteva musica elettronica e assordante per i gusti di Matias, e i ragazzi ballavano un po' in una piccola pista, che il giorno era adibita a scoperto del bar, e un po' in spiaggia, tra lettini e ombrelloni.
Matias arrivò che la festa era già iniziata, molti ragazzi ballavano, mentre altri erano intenti a bere o a provarci con le ragazze. C'era una gran calca e l'arbitro faticò non poco per raggiungere il bancone del bar. Si mise a sedere su uno sgabello, prese una birra e si accese una sigaretta. Da lì poteva osservare quasi tutta la spiaggia, quindi si girò dando le spalle al barista per cercare con lo sguardo Lucas e i suoi compagni di squadra. Diede un lungo sorso alla sua birra e scrutò attentamente le persone che appiccicate tentavano di muoversi al ritmo della musica. Non riusciva a trovare Lucas, né i suoi compagni di squadra, quindi iniziò a giocare con il cellulare.
Finì la sigaretta, scolò il bicchiere di birra e ne ordinò un altro. Voleva rimanere sobrio quella sera, ma l'attesa per poter parlare con il libero lo rendeva nervoso. Voleva andare via, ma doveva prima incontrare Lucas e spiegargli tutto. Si accese un'altra sigaretta e tornò a guardare la pista e la spiaggia in cerca di un volto familiare.

Attese mezz'ora prima di riuscire a individuare i giocatori dei Tiger, c'era veramente tanta gente è riuscire a trovare qualcuno era praticamente impossibile. Individuò il gruppetto di giocatori, ma di Lucas non c'era traccia.
Attese ancora una decina di minuti, ma il giovane non si vedeva. Avrà rinunciato pensò e si alzò per andar via.
Mentre a spintoni cercava di superare i giovani che ballavano in pista notò che tra i giocatori dei Tiger mancavano anche Nicolas e Denis.
- Cazzo! - disse a bassa voce tra se e se.
Iniziò a spingere più forte i malcapitati che si trovavano sulla sua strada e riuscì finalmente a raggiungere i ragazzi dei Tiger. Si avvicinò a loro e senza perdere tempo disse:
- Scusate ragazzi, per caso Lucas è venuto con voi? -
I ragazzi lo guardarono incuriositi e il palleggiatore della squadra rispose.
- Si è con noi, si è allontanato un attimo, perché? -
- Niente di importante, sapete dove è andato? -
- L'ho visto dirigersi verso le cabine insieme a due nostri compagni. Ma perché lo cerca con così tanta fretta? -
Matias inventò su due piedi una scusa.
- È che devo dargli il documento d'identità, l'ho trovato negli spogliatoi, deve essere caduto dal libro dei documenti. -
- Ah, ma allora non so se è il caso di darglielo stasera? -
- Perché? - chiese Matias.
- Beh, è parecchio ubriaco, c'è caso che se glielo dà, lo perde subito. -
- Non importa devo darglielo. -
- Lo lasci pure a noi. - intervenne un altro compagno. - Probabilmente oltre che ubriaco tra poco sarà anche fumato. - continuo facendo ridere gli altri.
- Che intendi dire? - chiese subito allarmato Matias.
Il secondo ragazzo che aveva parlato, lo guardò stupito.
- Beh quello che ho detto, di sicuro saranno nascosti tra le cabine a farsi qualche canna. -
- Ah sì, certo, certo. - rispose l'arbitro cercando di essere convincente. - Grazie mille, provo a raggiungerlo. -
Si allontanò di fretta dal gruppetto di ragazzi, aveva fatto una bella figura di merda, ma in quel momento non gli interessava, voleva trovare Lucas ed evitare che Nicolas e Denis potessero abusare di lui, che da quel che aveva capito, non era neanche in grado di difendersi.
Iniziò a girare tra le innumerevoli file di cabine, Nicolas e Denis avevano scelto un posto parecchio nascosto, ma dopo aver cercato per un po', riuscì finalmente a trovarli.
Lucas era in piedi in mezzo ai due, schiacciato come se fosse il condimento di un panino. Aveva una mano dentro le mutande di Nicolas, che gli stava davanti, mentre pomiciava con lui, mentre Denis gli stava dietro, schiacciandolo verso il corpo dell'amico con le mani a palpargli il culo, e la lingua a stimolargli il collo e l'orecchio.
Matias sentiva Lucas mugolare mentre i due compagni di squadra lo usavano come oggetto sessuale.
Matias guardava la scena come se fosse fuori dal suo corpo, provava un fortissimo senso di disagio e avrebbe solo voluto vomitare.
Nicolas prese la testa di Lucas e lo spinse verso il basso, facendolo inginocchiare, mentre con l'altra mano si slacciava la patta dei pantaloni.
- Piccola puttanella, non vedo l'ora di sentire la tua lingua sul mio cazzo. - disse.
Sentendo quelle parole, Matias si scosse dal suo stato di torpore e uscì allo scoperto.
- Lasciatelo stare. - Urlò.
I tre si girarono nella sua direzione e lo osservarono. Nicolas sbuffò.
- Arbitro, levati dai coglioni. -
Lucas lo guardava con occhi spenti, i due incrociarono i loro occhi per un istante. Il libero sembrava tutto tranne che lucido ed era in uno stato pietoso.
- Siete voi due a dovervi levare dai coglioni, lasciatelo stare, se non volete avere guai. -
- Che paura. - Disse Denis ridendo.
Matias scattò in avanti, raggiunse i tre a grandi falcate, diede uno spintone a Nicolas facendolo cadere con il culo sulla sabbia. Provò a girarsi per allontanare anche Denis e mentre girò la faccia, sentì un grandissimo dolore all'occhio. Il giovane l'aveva appena colpito con un pugno in pieno volto.
Matias barcollò un secondo accecato dal dolore, ma riuscì in brevissimo tempo a riprendere la situazione in mano. Si avventò contro Denis che indietreggiò spaventato dalla furia cieca dell'arbitro. Matias lo prese per il collo della maglietta, alzò il pugno pronto a colpire e disse:
- Andatevene via, non costringetemi a fare una cosa di cui potrei pentirmi. -
- Ok, ok. - disse Denis spaventato. - Ce ne andiamo. -
Si liberò dalla presa di Matias, aiutò Nicolas ad alzarsi e corsero via verso la pista da ballo.
Matias si avvicinò a Lucas che era ancora in ginocchio e non sembrava essere in grado di muoversi. Si abbassò anche lui e chiese:
- Stai bene? Ti hanno fatto del male? -
- Vattene via. - disse il libero con la voce impastata.
- Non mi hanno fatto niente che io non volessi fare, tornatene da dove sei venuto e lasciami divertire. -
- Non me ne vado da nessuna parte, adesso ti porto a casa. -
- Lasciami in pace, con te non vengo da nessuna parte, torno dai miei amici, mi stavo divertendo con loro, hai rovinato tutto il momento. -
- Ho solo impedito che facessi una cosa di cui poi ti saresti pentito una volta che ti fosse passata la sbornia che hai adesso. -
- Io sto benissimo, quindi ti prego di andartene, devo finire quello che avevo appena iniziato. -
- Non se ne parla, ora tu vieni con me. -
Matias si alzò e tirò su di peso Lucas, che provò a porre una leggera resistenza, ma era troppo ubriaco per reagire veramente.
Lo prese in braccio e si avviò verso l'uscita dello stabilimento, mentre il giovane provava a dirgli di lasciarlo stare.
Arrivato alla macchina, aprì la portiera e lo appoggiò delicatamente sul sedile del passeggero. Girò intorno alla Golf, salì in macchina e mise in moto.
Mentre guidava Lucas parlò:
- Dove mi stai portando? - sembrava distrutto, l'alcol lo stava mettendo ko.
- A casa. -
- Non posso andare a casa, non mi sento tanto bene, devo vomitare. -
Matias fermò la macchina sul ciglio della strada, corse ad aprire la portiera del passeggero proprio mentre Lucas stava per rigurgitare. Fece in tempo a prenderlo con le braccia sotto le ascelle che il libero gli vomitò addosso, sporcandogli la maglia e i jeans.
- Porca puttana! -
Lo tirò fuori dalla macchina e lo mise in ginocchio, gli mise una mano sulla fronte e lo aiutò dolcemente a svuotarsi, poi lo aiutò a risalire in macchina e ripartirono.

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