<< Jason. >>

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«Ariane.»

Sbatto più volte le palpebre. Mi guardo attorno, rendendomi conto di essere in una camera da letto. Provo ad alzare il busto, ma un dolore allucinante alla spalla mi blocca.

Non ricordo molto, e mi chiedo come abbia fatto ad arrivare fino a qui. Sento dei passi vicini alla porta. Richiudo gli occhi. Forse mi hanno rapita e vogliono abusare di me.

"Finalmente ti sei svegliata.", è una voce profonda che conosco benissimo. Apro di scatto gli occhi e mi trovo davanti Jason che mi sorride.

Non so se sono più allibita nel vederlo o nel vedere che sta sorridendo. Gli punto il dito contro ma una fitta allucinante mi prende alla spalla. Gemo di dolore e mi rassegno.

"So che vuoi farmi tante domande. Ma andiamo per ordine: come ti senti?", chiede passandomi un bicchiere d'acqua. Lentamente riesco a mandarla giù.

"È come se un tir mi avesse investita. Ma deduco che non sia successo. Quindi adesso, cortesemente, mi puoi dire perché mi trovo qui?", chiedo posando il bicchiere.

"Ricordi qualcosa dell'incendio alla baita?", sussurra serio.

Chiudo gli occhi e ricordo di essere rimasta bloccata nella camera da letto e quando ormai credevo di essere morta, qualcuno mi ha presa in braccio e mi ha portata fuori.

"Ho dei vaghi ricordi. Quindi tu mi hai salvata...ti ho scambiato per Justin.", dio che vergogna! Ho anche sussurrato che l'amavo, e lui mi ha pure risposto.

"Si, mi hai scambiato per Justin. Mi hai detto ti amo ed io ti ho risposto solo per tenerti tranquilla. Avevi bisogno di essere portata via da quelle fiamme, così ti ho assecondata. Mi dispiace, ma ho dovuto per il tuo bene.", mormora mettendomi davanti un vassoio con del cibo.

"Sei rimasta svenuta per una settimana. Per fortuna che le bruciature non sono andate in profondità. Evidentemente hai qualche angelo che da lassù ti protegge.", dice divertito.

Prendo un pezzo di pane e comincio a mangiarlo. Sono tante le domande che voglio porgli. Ma non so nemmeno da dove iniziare. Sembra diverso dal Jason che ho conosciuto tempo fa.

"Come sapevi che sarebbe capitato quell'incendio?", chiedo guardandolo negli occhi. Non ho intenzione di farmi abbindolare da lui. Devo stare attenta a qualsiasi cosa faccia.

"Era da un po' che tenevo d'occhio Stefan. Anzi, dal giorno che ho saputo che aveva sparato a Justin. Ho preferito agire nell'ombra cosicché nessuno si accorgesse di me. Conosco Stefan da parecchi anni. Anzi, conosco benissimo suo fratello.", la sua voce si riduce ad un sussurro.

"Chi è suo fratello?", chiedo curioso. Dal suo sguardo deduco che vorrà raccontarmi una storia.

"Suo fratello Brian è morto. È morto quando io avevo l'età di Justin ed ero io a capo della banda. Tutti i ragazzi che hai conosciuto sono i fratelli minori della vecchia banda. Justin non credo che lo sappia, pensa di aver creato lui la banda...ma in realtà esiste da molti anni. Brian era il mio migliore amico. Ci difendevamo sempre. Eravamo una coppia perfetta. Quando Stefan ebbe circa tredici anni cominciò a creare dei problemi. Era un attaccabrighe e toccava sempre a Brian a tirarlo fuori dai guai.", si ferma un attimo sospirando. "Un giorno eravamo tutti insieme al lago per fare dei tuffi. Ci accorgemmo che una nostra banda nemica ci aveva seguiti e volevano pareggiare dei conti. Io sono sempre stato molto impulsivo, mentre Brian era bravo a parlare, ma loro non vollero sentire niente e il loro capo lo accoltellò! Erano presenti anche Justin e Stefan che rimasero traumatizzati da questa scena. Prima di morire Brian volle vedere Justin perché era il fratello che aveva sempre voluto. Stefan non prese bene questa cosa e giurò che avrebbe ucciso Justin!"

"Ma tutto questo non ha senso!", dico bloccandolo. "È colpa di Stefan se Brian non l'ha mai ritenuto suo fratello! Ha combinato sempre guai! Cosa si aspettava?! Gli applausi?!"

"Diciamo che a mio parere Stefan ha sempre avuto dei problemi. Brian se n'era reso conto, ma non voleva accettare tutto questo. Continuava a ripetere che aveva solo bisogno di una buona guida e tutto sarebbe andato per il meglio.", scuote la testa con un sorriso amaro. "Ariane, è colpa di Stefan se suo fratello è stato ammazzato. Si era indebitato con loro e non ha fatto nulla per difendere Brian, quest'ultimo fino alla morte ha sempre visto del buono in Stefan. Io non gli dissi nulla, perché ho preferito che avesse una visione positiva di suo fratello. La sua morte ha come spaccato tutta la banda e abbiamo preferito dividerci e ognuno è andato per la sua strada.", si alza e si avvicina alla finestra osservando il panorama.

"La morte di Brian e l'imminente divorzio dei miei genitori hanno segnato molto la vita di Justin. Ho cercato in tutte le maniere di aiutarlo, ma tutto è peggiorato la notte in cui Stefan gli ha sparato. Forse non te ne sei mai accorta, ma Justin ha una cicatrice in prossimità del cuore. Pensaci."

Guardo davanti a me e cerco di immaginare il petto nudo di Justin. Avevo notato altre cicatrici, ma devo proprio sforzarmi per ricordare questa. Improvvisamente riesco a focalizzarla. Metto una mano davanti alla mia bocca senza riuscire a spiaccicare una parola.

"Da quel giorno loro due si sono odiati a morte. Col tempo Justin ha imparato ad andare oltre, anche se aveva rischiato di morire. Stefan invece sembra prenderci gusto nel farlo soffrire. Quando Justin mi disse di aver formato una banda, ero felice. Sicuramente sarebbe uscito da quella solitudine. Ci fu il divorzio e Austin andò via con mia madre. Justin volle rimanere a vivere da solo. Ma tutti noi lo controllavamo anche se lui non se ne rendeva conto."

"Doveva saperlo! Ha vissuto quasi tre anni senza genitori e senza famiglia! Come avete potuto?! Anche se è stato lui a volerlo, dovevate convincerlo a cambiare idea!", urlo incavolata nera.

"Siete stati degli egoisti! Cos'aveva Austin più di Justin? Eh? Ho conosciuto vostro fratello e devo ammettere che il coraggio non sa nemmeno cosa sia! Non voglio sentire giustificazioni! Lo avete abbandonato alla sua vita! Come pensavi che crescesse? Ha visto morire un suo fratello, Stefan lo ha quasi ammazzato. Voi ve ne siete andati. Mi chiedo ancora come faccia ad essere in vita dopo tutti questi traumi!"

"Ariane! Credi che non stia male quanto te? Io ho sempre voluto bene a..."

"Bel modo che hai avuto per dimostrarglielo! Hai fatto in modo che firmasse la sua condanna a morte! Adesso veramente non ha più nulla da vivere! Adesso sono anche io morta! Cosa gli rimane? Cosa pensi che gli manchi per suicidarsi?", chiedo alzandomi e fronteggiandolo.

"Lui ti ama. Non morirà finché non ti avrà fatto giustizia.", sussurra lentamente.

"Quindi cosa dovrei fare? Stare dietro le quinte mentre Justin uccide Stefan e finisce in prigione? Jason quanto puoi essere...", posa una mano sulla mia bocca.

Idiota. Deficiente. Cretino. Bastardo. Stronzo. E potrei anche continuare!

"No, dovrai rientrare in scena. Ho un piano. Quindi tu dovrai solamente fare quello che ti dico io. Non puoi tornare così. Dobbiamo fargliela pagare a Stefan e quindi anche io e te faremo qualcosa. Fidati di me, per favore.", prende le mie mani e le stringe forte.

Divento tutta rossa e lascio le sue mani e torno a sedermi sul letto. Sospiro tristemente pensando a Justin. Mi manca così tanto e sapere che lui mi crede morta è come se lo fossi davvero.

"Aspetta un attimo Jason...quando abbiamo incontrato Stefan, lui disse che Justin gli aveva ammazzato un fratello. Ma non può essere Brian...", dico ricordandomi quel giorno.

Jason mi lancia un lungo sguardo che non riesco a decifrare. Sicuramente adesso mi racconterà un'altra storia che mi sconvolgerà.

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