<< Un pranzo difficile. >>

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Oggi il pranzo è più difficile diquanto pensassi. Sono seduto al mio tavolo, con a destra Charlotteche non mi rivolge la parola per nessun motivo al mondo. A sinistraho Ryan che invece cerca di fare conversazione con me, ma io sonosono troppo occupato a guardare Ariane mentre chiacchiera con le suecompagne della pallavolo.

"Sei proprio cotto di quellaragazza!", dice Chaz ridendo e aspettandosi una reazione diCharlie.
"Sono felice per te amico. Finalmente diventerai menocupo.", continua e mi lancia un chicco d'uva.
Lo prendo con labocca, e tutti quanti mi applaudono e sbattono le posate sui piatti.

"Ragazzi! Ascoltate tutti quanti!Alle due e trenta di questo pomeriggio, siete tutti invitati adassistere alla partita della squadra di pallavolo!", dice laprofessoressa di educazione fisica.
Mezza scuola comincia adesultare e ad incitare la squadra. Giocherà anche Ariane. Devoassolutamente andare a vederla.

"Credo proprio che saràinteressante come partita.", mormoro, facendo rimanere tutti quantia bocca aperta. "Naturalmente verrete anche voi. Siete maschi e soche adorate tantissimo le ragazze con i pantaloncini corti sulculo.", dico alzandomi. Nessuno si permette di obiettare, mentresento Charlie che continua a sbuffare.

"Adesso obblighi la gente a venire avedere una stupida partita di pallavolo, solamente perché gioca latua nuova puttana?", sbotta alzandosi e si mette davanti ame.
Dietro di me vengono Ryan e Mark che mi tengono. Non avrei maifatto del male ad una ragazza, almeno non fisicamente.

"Rimangiati la parola che hai detto!Non la conosci neanche e ti metti a giudicarla senza motivo! Se haiqualche problema con me, non metterla in mezzo!", urlofronteggiandola. Attiriamo l'attenzione di tutte le persone attorno anoi. Non si arriverà ad uno scontro fisico, ma le parole possonoferire maggiormente rispetto ad un pugno.

"Adesso esiste solo lei? Prima avevidegli amici, mentre adesso c'è solo lei per te!", il suo tono divoce si alza e deve ringraziare Dio che è una ragazza.

 "Charlotte. Fatti delle domande seadesso sto prevalentemente con lei.", borbotto e dopo aver preso lozaino, lascio la sala mensa e vado in direzione dell'uscitaposteriore.
Dopo essere uscito, attraverso tutto il campo dafootball e vado a mettermi sotto alcuni alberi. Prendo una sigarettae l'accendo immediatamente. Ariane aveva ragione. Lei prova ancoraqualcosa per me, e non sopporta che adesso io abbia trovato unaragazza stabile.
Prima non passavo più di cinque minuti con unaragazza. Non avevo mai trovato una ragazza con cui fare unaconversazione, senza che finissimo a parlare di dimensioni o disesso.
Appoggio la testa sullo zaino e osservo il cielo azzurro. Èuna bellissima giornata, anche se il mio umore è cupo come la notte.Chiudo gli occhi, sperando di rilassarmi e soprattutto calmarmi.Qualcosa di dolce e morbido si attacca alle mie labbra. Spalanco gliocchi e vedo Ariane intenta a baciarmi. I muscoli si rilassano esenza rendermene conto, la sto stringendo forte a me.
È arrivataal momento giusto. Avevo proprio bisogno della sua presenza. Lastendo sotto di me e la guardo intensamente negli occhi.
"Mi haipromesso che tu ci saresti sempre stato per me. Anche io ci saròsempre per te. È una promessa."


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