7 - Ponente, 6 anni e 26 giorni fa (III)

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Per la festa Tseren indossò i suoi vestiti; gli inconsueti indumenti della Zona Montuosa di Levante  erano infatti perfetti per il tema. Agata aveva scelto invece un abito panna, lungo fino alle caviglie, su cui era ricamato il fiore simbolo della costa levantina; aveva aggiunto poi una collana proveniente dalla Zona Stepposa di Levante, regalo di compleanno di Gregor. 

Le altre ragazze del dormitorio avevano invece messo considerevole impegno nell'ideazione del costume. Quelli meglio riusciti erano gli abiti di Giuditta, la più stilosa del gruppo, e di Isaba.

La prima indossava il costume tradizionale della sua isola natia: una gonna perla, a falde, che le solleticava il ginocchio, e un bustino dalle maniche gonfie che si apriva lasciando intravedere uno scollato corpetto blu elettrico. Dello stesso colore era anche una cinta impreziosita da perline abbinate all'acconciatura. Infine, un nastro scendeva dai capelli intrecciandosi a una collana lunga fino alla vita. 

Il vestito di Isaba, invece, era tipico della zona paludosa di Levante. La ragazza indossava degli stivali scuri di un materiale impermeabile, pantaloni attillati che valorizzavano il corpo sportivo, una camicetta leggera di colori sgargianti, piena di trasparenze, e il tocco di classe: un copricapo largo con piume talmente lunghe da scenderle tra i capelli mori.

Quando il gruppetto arrivò alla festa, era già tardi; il parco era affollato da studenti festosi e decisero di passeggiare tra le zone dei continenti per avere una visione d'insieme dell'allestimento.

«Complimenti, Holly. È venuto tutto benissimo!» esclamò Agata rivolta alla migliore amica.

L'altra sorrise compiaciuta. «Anche se mancano le sculture di ghiaccio!» aggiunse scimmiottando Isaba e le due scoppiarono a ridere.

«Non ti si allontana proprio, eh...» le sussurrò Holly Dee accennando a Tseren. 

Agata annuì; in realtà la presenza del levantino non le dava per niente fastidio, aveva persino preso l'abitudine a guardarsi intorno per essere sicura che fosse nei paraggi.

«Acca Di! Ags!» Gregor si avvicinò alle due amiche mettendo una mano sulla spalla di ciascuna. 

Aveva scelto un costume di Ponente: un completo blu scuro con decorazioni argento e un mantello appesantito da spuntoni di cristallo, che era in realtà un cimelio di famiglia. Quelli erano i momenti in cui le ragazze si ricordavano che Greg veniva da una delle famiglie più benestanti della città. 

Holly Dee stava raccontando di come due ore prima avessero rischiato di perdere una delle band più famose - perché il solista del gruppo aveva avuto il presentimento che sarebbe stato meglio non partecipare - quando all'improvviso Gregor cominciò a tossicchiare nervosamente.

«Hai bisogno di qualcosa? È un po' che ci giri attorno» Si era rivolto a Tseren con tono seccato. Effettivamente il levantino era rimasto lì vicino tutto il tempo, continuando a camminare loro intorno. Ad Agata non era minimamente venuto in mente di presentarlo.

«Non ti capisce» fu Holly Dee a rispondere. «È una specie di stalker di Ags» precisò.

«Non direi stalker. È una persona che ho conosciuto per caso» la corresse l'altra.

«Parlate di me?» ovviamente Tseren riusciva a capire solo una parte della conversazione, quella portata avanti da Agata. «Attraversare due continenti per trovarti non lo chiamerei proprio caso!» sbottò avvicinandosi. La ragazza arrossì; forse era la sua schiettezza, o forse quegli occhi eccezionali a metterla in soggezione. 

«Ti sta dando fastidio, Ags?» E Gregor si frappose tra lui e l'amica. 

Un lampo di rabbia passò nello sguardo del levantino e, con uno scatto, il forestiero aggirò Gregor passando dall'altro lato, alle spalle di Agata, e accostandosi ancora di più alla ragazza. I due quasi si toccavano e fu lei a distanziarsi imbarazzata.

«Basta Greg, è un amico». Non era la verità, ma non le venne in mente un altro modo di interrompere quel diverbio. 

Gregor fu costretto ad accettare la presenza di Tseren per il resto della serata. Dava l'idea di essere molto infastidito dal fatto che lui e Agata avessero quella linea di comunicazione inaccessibile agli altri; il loro rapporto gli sembrava più intimo di quanto fosse in realtà.

***

I quattro erano seduti a terra sotto al palco principale, quando furono raggiunti dal gruppetto di Isaba.

«Questo è il ragazzo di cui vi ho parlato: Tseren» ridacchiò sedendosi tra lui e Agata. Il levantino non sembrò gradire la mossa e i suoi occhi cobalto si strinsero in un fessura. Per un frazione di secondo, ad Agata parve che le iridi di lui si fossero accese di una tonalità dorata, ma la ponentina si convinse che qualche strano gioco doveva averla tratta in inganno.

Senza accorgersi delle occhiate infastidite dello straniero, Isaba cominciò a parlare in levantese e Agata si sentì completamente persa: che bisogno aveva di toccarlo in continuazione? 

Holly Dee lesse al volo il fastidio sul volto dell'amica; se non l'avesse conosciuta meglio di se stessa, avrebbe pensato che fosse quasi gelosa di Tseren. Notò anche che Gregor guardava intensamente Agata, che anche lui avesse colto qualcosa? Greg era probabilmente geloso di Agata. Holly Dee sospirò e si chiese se ci fosse qualcuno che, a sua volta, in quel momento stesse osservando anche lei, invidioso dei sentimenti per Gregor, che per un attimo avevano fatto capolino sul suo volto. 

Isaba si stufò presto della freddezza del levantino e se ne andò stizzita, il corteo di amici al seguito. Gregor e Holly Dee ripresero subito a scherzare, commentavano tutto quello che aveva combinato Isa agli altri membri del Comitato Eventi e Agata interveniva il più spesso possibile per far sì che anche Tseren potesse parzialmente seguire la conversazione. Il levantino sembrava apprezzare lo sforzo di lei, ma non dimostrava di essere interessato; era come se guardasse gli amici di Agata e tutto ciò che aveva intorno con sufficienza, con l'aria di chi aveva pensieri ben più seri per la testa. 

Poco lontano, due ragazzi mingherlini stavano trasportano una cassa di birra verso il tavolo più vicino, facendola ondeggiare pericolosamente.

«La fanno cadere sicuro» sentenziò Holly Dee.

In un attimo, Tseren era schizzato in piedi e li aveva raggiunti. Con una facilità al limite dell'inverosimile afferrò da solo la cassa che stavano portando con fatica in due e si avviò verso il tavolo. Si fermò un attimo per guardare insistentemente in direzione di Agata. Non c'era bisogno di dire nulla, la ragazza capì subito il motivo di quello sguardo e si alzò in piedi.

«Che fai?» chiese Gregor allibito.

«Lo accompagno» rispose lei come se fosse la cosa più naturale del mondo.

«Stai scherzando? Il tavolo è laggiù! Ha paura di perdersi?» sbottò il ragazzo, ma Agata si limitò a corrugare la fronte. Era sicura che il comportamento di Tseren avesse una spiegazione, doveva solo essere paziente un altro po' e a breve tutto le sarebbe stato chiaro. Si distese la gonna che si era arricciata e a passo svelto raggiunse il levantino.

L'ultimo dei Draghi [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora