Più forte di prima - capitolo 1

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Dovevo accettare me stessa,perché accettandomi avrei avuto accesso alla mia parte celtica,la parte che racchiudeva metà del mio potere. Ero pronta a mettermi in gioco di nuovo,e di vincere di nuovo questa battaglia,questa volta nulla mi avrebbe buttato giù,sarei andata davanti a testa alta facendogli vedere e capire contro chi si stava mettendo. Erano passati diversi giorni dal suo risveglio e li avevo passati completamente da sola,meditando cercando di entrare in contatto con me,ma era come se avessi un lucchetto,forse avevo provato a farlo in un momento troppo delicato,di fretta e senza essere realmente concentrata,avrei chiesto sicuramente a Serenì di aiutarmi,non mi andava di disturbare molto Ridia,aveva già tanti pensieri per la sua testa,non potevo mettergli anche i miei. Aprì la porta della mia piccola casetta che avevo costruito sopra una montagna dentro la radura dove vivevamo io Rush e Lins,iniziai a camminare,non ero triste,dovevo solo restare leggermente in pace con me stessa,sarei ritornata,ovvio,ma solo quando me lo sarei sentita,sapevo che era un pensiero egoista,ma se fossi tornata contro me stessa,il risultato sarebbe stato quello di stressarmi e fare le cose male,invece questa volta,volevo essere realmente pronta e forte da sconfiggerlo nel migliore dei modi. Camminai tranquillamente cercando di rilassarmi il più possibile,in lontananza udivo dei passi di una fata di tenera età,correre per il prato con i suoi amici,sorrisi sentendola,quanto mi mancava quella spensieratezza. Poggiai il palmo della mano sul tronco di un'albero,chiusi gli occhi e avviai una connessione con lui -ciao Maeve che piacere conoscerti- disse una voce calma -ciao,grande spirito tutti sanno che gli alberi sono viventi da un forte dono per i consigli,per questo mi sono connessa con te,volevo sapere se la decisione da me presa,ovvero quello di prendere un'attimo di pausa fosse giusta- chiesi attendendo risposta -cara Maeve,questo non posso dirtelo io,devi saperlo tu,io posso solo avvisarti che Jason se la sta prendendo con persone innocenti del mondo umano,poi devi decidere tu cosa fare,ma qualsiasi scelta tu prenda,metti davanti prima te- mi disse per poi terminare la connessione. Speravo tanto che mi dicesse la scelta più giusta da fare. Vagai nel bosco pensando a cosa fare,non volevo far mancare alle persone il mio aiuto,ma sapevo che per non far mancare l'aiuto dovevo anche concentrarmi su di me,presi un respiro profondo e decisi di mettermi in viaggio da subito. Andai nella mia piccola casetta che avevo creato per prendermi le poche cose che mi ero portata. Appena uscita spiccai subito il volo a malincuore,mi era così mancata la mia solitudine,lo stare sola con me tutto il giorno. Feci un'atterraggio silenzioso per non farmi sentire,posai lo zaino davanti la porta,mi levai le scarpe andai a farmi una passeggiata sulla spiaggia. Amavo camminare scalza,potevo sentire meglio la terra con tutto il suo amore. Camminai sulla fresca sabbia della battigia facendomi bagnare i piedi dall'acqua fredda di tanto in tanto. Camminai sempre di più verso l'acqua fino a bagnarmi completamente i pantaloncini,immersi le mani e un'energia mi si formò nel petto,era tanto tempo che non nuotavo e ne avevo proprio bisogno,mi immersi completamente ignorando totalmente il fatto di essere vestita. Nuotai sempre più in la e mano mano che avanzavo sotto di me il panorama diventava meraviglioso,era come se stessi sopra un giardino pieno di fiori,solo sott'acqua,restai a guardare questo panorama incantata dalla vivacità dei colori,mi avvicinai e poggiai una mano sulle piante che apparentemente sembravano asciutte. Continuai a nuotare questa volta però affiancata da un piccolo pesciolino giallo,sorrisi guardandolo e notai un qualcosa di strano nei suoi occhi,erano come inanimati,tentai di toccarlo,ma lui guizzò via lasciandomi nuovamente da sola. Tornai su e in lontananza vidi una piccola isola,nuotai velocemente fino a raggiungerla, vicino alla sabbia si accostava una piccola foresta,incuriosita decisi di entrarci e di scoprirla. Lì dentro trovai una pace finta per quanto pura. Camminai molto fino a trovarmi davanti una caverna,dove da lontano sorgeva una piccola pallina di luce,tentata dalla curiosità decisi di entrare quando all'improvviso un forte tuono squarciò i miei timpani così decisi di tornare a casa. Uscita dalla foresta spiccai il volo e volai verso casa. Atterrai in spiaggia con un atterraggio molto scombussolato per via del suolo morbido. Ero ancora zuppa appena arrivai davanti la porta un temporale dominò il cielo. Prensi di corsa lo zaino ed entrai dentro casa,e davanti al frigo trovai Rush,il respiro mi si fermò in petto,sapevo che lui capiva le mie fughe,però ero comunque fuggita senza dire nulla -ciao- era l'unica cosa che riuscì a dire -ciao,ti senti meglio ora?- mi chiese guardandomi -si- mentì in realtà perché non mi sentivo molto pronta per riaffrontare tutto questo ma in fondo se avrei rimandato non lo avrei mai fatto -allora vieni qui e baciami- disse guardandomi le labbra,mi fiondai immediatamente tra le sue braccia,facendo venire a contatto le nostre labbra subito dopo. Fu un bacio molto dolce,con quel bacio capi quanto gli ero mancata,lo strinsi a me come per farlo venire a contatto con il mio cuore,come per dirgli "Rush,lo senti questo battito? È tutto merito tuo". Restammo abbracciati per diversi minuti fino a che lui non ruppe il contatto mettendomi le mani sul viso e guardarmi -sei così strana e particolare che ogni volta che passi,tutto sembra noioso in confronto a te- disse guardandomi negli occhi,azzurro contro azzurro,due masse d'acqua che sfociano nello stesso fiume,non dissi nulla,restai in silenzio godendomi questo momento. Mi andai a fare una doccia per togliere tutto il sale che avevo addosso. Apri l'armadio per decidere cosa mettere ed optai per un vestitino verde militare a costine con sotto le vans nere,lasciai i capelli sciolti ed applicai un po di mascara. Avevamo deciso di guardarci un film quando mi venne un'idea -che ne dici di farci una passeggiata nel mondo umano?- gli chiesi guardandolo -ok,va bene,ottima idea,vado a prepararmi- disse alzandosi. Dopo qualche minuto un'onda di profumo mi investì,mi girai e lo vidi,bello come sempre,mamma mia il mio fidanzato era proprio un figo. Ci teletrasportammo nel bosco,iniziammo a camminare piano mano nella mano,da lontano scorsi un'uomo in procinto di uccidere una volpe,una rabbia fredda mi sali dallo stomaco. Chiusi gli occhi e mi concentrai sul fucile,appena riaprì gli occhi il fucile stava lievitando davanti al cacciatore,strinsi il pugno e il fucile scoppiò,il cacciatore si girò verso di me e poi scappò,soffiai verso la sua direzione in modo da fargli cancellare l'accaduto. Mi ritrovai davanti a quella che un tempo era la mia casa,mi bloccai nel vederla come era ridotta,senza pensarci due volte aprì il cancello ed entrai nel giardino,un tempo il mio rifugio mattutino,poggiai la mano sul tavolo ormai sporco e rovinato da tutte le intemperie,lì sopra giaceva ancora una tazza dove precedentemente era riempita dalla bevanda,sorrisi guardandola al ricordo di mia madre che mi sgridava di metterla nel lavabo,poi i miei occhi si posarono sul divano anch'esso sporco per via delle intemperie,ci passavo così tanto tempo qua sopra,a leggere o ascoltare la musica o semplicemente meditare,le lacrime fecero capolino agli occhi e io le lasciai cadere libere sul mio viso,arrivai davanti la porta finestra che si affacciava sulla cucina,l'aprì forzandola leggermente, entrai lentamente e il profumo che era rimasto intatto qua dentro mi avvolte dentro una nube di amore,chiusi gli occhi per qualche istante,una volta che li riaprì andai nel salone dove ancora era tutto sottosopra per via dello scontro con Jason,misi una mano sulla spalliera del divano sentendo la ruvida stoffa ricamata sotto di esse,mi guardai intorno e notai che la porta dell'ufficio di mio padre era chiusa,strano dato che l'ultima volta che ero stata qua era aperta,mi diressi verso lo studio un po' titubante,una volta arrivata poggiai la mia mano tremante sulla maniglia e la abbassai lentamente fino ad aprirla,gli diedi un calcio spalancandola e quello che trovai erano fogli sparsi per il pavimento,ma uno solo catturò la mia attenzione,era un foglio Bordeaux con una scrittura bianca,che riconobbi subito,era la calligrafia di mia madre,presi la lettera tra le mani e iniziai a leggerla "03/02/2002 Italia,Roma.
Cara Ezra,ti scrivo perché bisognosa del tuo aiuto,la piccola Maeve sta iniziando a manifestare i suoi poteri e come sai può essere pericoloso,non voglio che Jason venga a sapere della sua forza magica,o almeno non adesso,è troppo piccola ha solo 4 anni e merita di avere un'infanzia piena di sorrisi e amore,ti prego di aiutarmi,la mia preoccupazione aumenta di giorno in giorno,appena ricevi questa lettera ti prego di connetterti con me qualsiasi ora tu voglia,questo e altro per la mia bambina. A presto Evie Cooper." Quando finì di leggerla non mi sentivo né tradita né tenuta all'oscuro della mia vita,ma mi sentivo amata perché se i miei lo avevano fatto,era solo ed esclusivamente per proteggermi,piegai la lettera e me la misi in tasca e uscì dalla stanza,vidi Rush seduto sul divano,ma io continuai fino alle scale,le sali lentamente ricordandomi tutte le volte che le avevo percorse,arrivata al piano superiore entrai subito in camera mia,c'erano ancora le pareti tappezzate dai poster di Miley Cyrus,la mia ossessione,guardai il letto,il mio tanto amato letto che conservava con se tutte le mie lacrime versate sopra al suo cuscino,andai alla finestra e mi tornarono in mente i primi incontri con Rush,sorrisi. Entrai in camera dei miei,il letto in ordine,come sempre,ogni cosa era come doveva essere,con tutte le mie foto attaccate alle pareti,da me piccola fino alla me diciassettenne,eh cara Maeve non sei più così,ormai sei una guerriera. Uscì ed entrai nella camera degli ospiti in cui ci dirmì Rush nei primi giorni della mia trasformazione,sorrisi guardando il letto tutto disfatto,esattamente da lui,sul cuscino giaceva un foglio piegato,lo presi tra le dita e lo apri rimanendo a bocca aperta,lì sopra era rappresentato un disegno di me e Rush baciarci,sorrisi ripiegandolo e metterlo in tasca,sospirai e tornai giù guardando per un'ultima volta la mia casa e poi uscire con Rush dietro -dovrei occultarla- dissi guardandola -secondo me no,finita la guerra ducale tu potrai tornare a vivere qui,le persone che passeranno si accorgeranno della mancanza della casa,e verranno a farti milioni di domande sul come e perché- mi mise un braccio intorno alle spalle tirandomi a se -hai ragione però gli costruisco una bolla di protezione-.chiusi gli occhi e poggiai la mano sul muro della casa,pochi secondi dopo li riaprì e andai via più sollevata,la casa era protetta. Camminammo verso il paese scordandomi che su quella stradina si trovata il rifugio di Jason -Rush voliamo,qui si trova il rifugio di Jason e non voglio che ci veda- spiccammo il volo e atterranno dietro un'albero parecchio più avanti. Arrivati al paese mi guardai intorno sorpresa dal fatto che erano cambiate un sacco di cose -Maeve sentì chiamarmi da lontano,mi girai e vidi la madre adottiva di Lins -Salve signora Stone come sta?- gli chiesi sorridendo -male,mi manca Lins,non vuole parlarmi perché non gli ho detto dell'adozione,ma io vorrei che capisse che non l'ho fatto con cattiveria,ma non ero pronta- disse tristemente -oggi proverò a parlarle io,e poi le farò sapere,ok?- gli dissi guardandola -va bene,grazie mille- mi abbracciò e poi andò via. Senza rendercene conto si erano fatte le 18:30 passate -Rush dobbiamo tornare a casa,però ti va se prima passiamo a trovare i miei?- gli chiesi guardandolo -va bene,certo-. Ci nascondemmo dietro un grosso albero e ci teletrasportammo nella radura dimenticata -Maeve ti dispiace se vado a trovare Aaron?- mi chiese guardandomi -no,assolutamente-sorrisi guardandolo,c'era solo un problema io non sapevo dove si trovava la casa dei miei genitori,per mia fortuna scorsi Iris alla presa con una piantina -Ehi,ciao- sorrisi guardandola,lei alzò la testa e si tirò su immediatamente -Maeve,era da un po che non ti vedevo,come stai?- disse abbracciandomi -eh,un po così,non mi aspettavo di dover tornare in battaglia così presto,credevo in una lunga attesa- la guardai -Maeve,ti capisco anche perché quando un elemento molto importante della dimensione fatata,sta male o soffre,ne risente l'intera Radura- mi carezzò un braccio -ma io credo in te e so quanta forza racchiudi dentro questi ricci rossi- aggiunse sorridendo -grazie Iris,il tuo sostegno è importante per me- sorrisi -ti volevo chiedere una cosa,ma tu sai dove si trova la casa dei miei genitori?- gli chiesi guardandola
-si,se non mi sbaglio è quella lì su- mi indicò con il dito -grazie,vado a fargli visita per vedere come stanno,a dopo- sorrisi guardandola -a dopo- mi salutò. Spiccai il volo ed atterrai davanti la porta,bussai e aspettai che mi aprissero,subito dopo mi aprì mia mamma -mamma,ciao- sorrisi abbracciandola forte -Maeve,tesoro mio era da un po che non ti vedevo,come stai? Ho saputo del risveglio di Jason- disse guardandomi -già,non faccio in tempo a prendere una boccata d'aria che subito devo tornare a combattere- dissi entrando e andarmi a sedere sul divano -tu come stai mamma?- gli chiesi guardandola -tutto bene,mi manca averti a casa con me,aspetta che ti chiamo papà- sorrise scomparendo dalla mia vista. Alla fine ci raggiunse anche Rush ricevendo un sacco di complimenti,ma quando il sole iniziò a calare noi decidemmo di tornare a casa. Una volta arrivati trovammo Lins seduta davanti la porta -che succede Lins?- gli chiesi guardandola -mi sono scordata le chiavi da Nalin e non avevo voglia di tornare indietro,così ho deciso di aspettarti- sorrise tirandosi su -adesso aprì che ho urgenza di usare il bagno- disse guardandomi,scoppiai a ridere e aprì la porta -prego- dissi allungando il braccio. Rush era in bagno si stava facendo una doccia,e io e Lins restammo in salone sedute sul divano da sole -oggi sono andata al paese- le dissi guardandola -e ho visto tua madre- aggiunsi subito dopo -Maeve so dove vuoi andare a parare,e non voglio ascoltarti- disse aggrottando le sopracciglia -no,Lindsay quello che voglio dirti non è di perdonarla,però mettiti anche nei suoi panni,aveva paura di perderti,per lei sei ancora la sua piccola- la guardai,lei addolcì leggermente lo sguardo -lo so,ma ancora non sono pronta per rivederla,le voglio bene ma,dovete darmi tempo,io non me la sento- mi guardò -infatti non ti ho detto di andarci a parlare immediatamente,però inizia a prendere in considerazione l'idea- la guardai per poi buttarmi sopra di lei e abbracciarla -la mia strega preferita- sorrisi. Una volta tornato Rush dal bagno andammo tutti a dormire,distrutti di sonno. Il giorno seguente mi svegliai tra le braccia di Rush,risveglio più bello di questo non esisteva,mi accoccolai di più al suo petto e mi godetti quella meravigliosa sensazione -stamattina siamo tenere?- mi chiese carezzandomi la schiena -io lo sono sempre- dissi facendo finta di offendermi -su questo ho da ridire- sorrise girandosi e guardandomi -buongiorno Redhead- mi diede un bacio sulla fronte -buongiorno Romeo- mamma mia erano secoli che non mi chiamava così. Mentre Rush preparava la colazione io decisi di andarmi a preparare. Dopo essere uscita dalla mia sacra doccia mattutina, tornai in camera avvolta nell'asciugamano per decidere i vestiti da mettere,aprì l'armadio e optai per dei Jeans larghi strappati,una canottiera larga verde militare e ovviamente le mie amatissime vans nere. Quel giorno decisi di lasciarmi i capelli sciolti,e con mio stupore erano cresciuti veramente tanto,non chè la cosa mi dispiacesse. Prima di uscire dalla camera presi la lettera trovata il giorno precedente a casa e me la misi in tasca e una volta pronta andai in cucina e nel piatto trovai un bel pancake al cacao. Volevo parlare con Serenì però non volevo lasciare di nuovo Rush da solo e non volevo che lui venisse a sapere di lei,non che io dovessi tenere nascosto chi sa cosa,però ancora non me la sentivo di confidarglielo. Uscì di casa e mi andai a sedere in spiaggia e trovai Lins -Ehi buongiorno- sorrisi sedendomi vicino a lei -Ehi- sorrise guardandomi,aveva un'espressione veramente triste -ehi,Lindsay che succede?- l'abbracciai -nulla- disse cercando di abbozzare un sorriso -lo sai che non sei capace a mentirmi,dai che ti succede?- gli chiesi guardandola -è che vorrei risolvere le cose con mia mamma,tornare a parlarci perché insomma a me manca tanto,alla fine è la donna che mi ha adottato e cresciuto,ma sono troppo orgogliosa,vorrei dirgli di Jay,vorrei dirgli tante cose,che non riesco a pronunciare,ed è snervante perché non è che non voglio,non ci riesco,la mia bocca si tappa e alla fine arriverei a parlare di stupidaggini,anche con papà,non saprei che dirgli,Maeve ti prego aiutami- mi guardò negli occhi -Lindsay questa volta io non posso fare nulla, è una battaglia che devi affrontare tu,io posso solo incoraggiarti,ma se non decidi tu di farlo io conto veramente poco- gli accarezzai la mano -tu come fai a superare sempre tutto con facilità?- disse guardando il mare,ridacchiai -sembra facile perché io lo rendo facile,ma dentro la mia testa vivono dei mostri che mi assillano ogni giorno,non sono così coraggiosa come la gente vede,ogni volta che si nomina il nome "Jason" il mio cuore si ferma,ho paura di affrontarlo,semplicemente perché ho paura di non poter vincere e deludere tutti,il fatto che io sia la persona questo non toglie che sono una ragazza di 18 anni a cui è stata sottratta la sua vita.- dissi facendo col dito dei segni sulla sabbia,Lindsay sospirò e mi abbracciò per poi tornare a casa,rimasi lì,seduta sulla spiaggia. Una mano si poggiò sulla spalla,mi girai e vidi che era Rush -io mi vado ad allenare,vuoi venire con me?- mi chiese -no,grazie,io rimango qui- sorrisi guardandolo. Chiusi gli occhi ed evocai Serenì,subito dopo aprì gli occhi e mi trovai davanti all'albero -ciao Maeve,cosa ti ha portato ad evocarmi?- mi chiese guardandomi -voglio farti leggere una cosa che ho trovato ieri a casa mia- tirai fuori la lettera porgendogliela,lei la prese e iniziò a leggerla. Qualche istante dopo alzò lo sguardo verso di me -dobbiamo assolutamente rompere questo lucchetto che ti blocca i ricordi perché,la tua parte celtica si trova lì- mi guardò attentamente -hai qualche idea?- gli chiesi guardandola -no Maeve,semplicemente perché questa è una cosa che devi volere tu,ma devi fare i conti con il fatto che lì dentro ci sono ricordi che tu non sai neanche di aver mai vissuto,potresti uscirne lesa- mi mise una mano sulle spalle -io lo so,e voglio rompere questo lucchetto,ma tu devi dirmi come,non ce la farò mai da sola,mi serve per forza un suggerimento,o un'aiuto- la guardai -certo,ci vedremo ogni giorno,facendo un tipo di meditazione nuova al giorno intensificandole gradualmente,però devi metterci anche una buona dose di forza di volontà perché,puoi meditare quanto vuoi,ma se non sei pronta a conoscere te stessa,non troverai mai la chiave per aprire il lucchetto- mi guardò seria,sospirai abbassando lo sguardo,non ero molto pronta,ma dovevo farlo per forza,per aiutare me e tutti gli altri,avevo un'urgente bisogno di trovare quella chiave -iniziamo da adesso- mi disse Serenì iniziando a camminare. Una volta arrivati a destinazione,ci trovammo in una specie di giardino Zen,era meraviglioso quel posto,ti rilassava solo a guardarlo. Mi sedetti assumendo la posizione del fiore di loto,chiusi gli occhi e mi concentrai solo sul mio respiro e sul mio battito cardiaco -adesso rilassati,pensa di cadere in un sonno profondo e spegnere il cervello e renderlo pulito,perché con quello che stiamo per fare,avere anche un pensiero superfluo per quanto può essere rischioso,ok?- mi chiese -ok,va bene- risposi per poi chiudere gli occhi. Mi rilassai svuotando poco a poco la mente,rendendola un posto felice e accogliente. Stavo meditando quando ad un certo punto nella mia mente si creo l'immagine di una porta con un lucchetto,e più la guardavo più la porta si muoveva cercando di aprirsi,ad un certo punto sentì la necessità di aprire gli occhi e mi resi conto di avere Serenì vicino a me studiandomi il viso -Maeve,il tuo lucchetto è più forte di quello che credevo,quando lo apriremo,tu avrai tutti i tuoi ricordi sparsi per la mente,questo ti potrà destabilizzare- disse Serenì alzandosi -in che senso mi potranno destabilizzare?- gli chiesi guardandola -in quel lucchetto si trovano tutti i tuoi primi anni di vita,rivederli tutto insieme è destabilizzante per un'essere umano,figuriamoci per te- disse camminando -e se io andassi da Ezra e gli chiedessi di rimuovere l'incantesimo?- la guardai -l'incantesimo puoi solo rimuoverlo tu,sono incantesimi permanenti,a meno che tu non decida di scoprirti- disse per poi trovarmi di nuovo sulla battigia della spiaggia,sospirai e mi portai le ginocchia al petto,e mi misi a cantare. Stavo camminando nel bosco quando ad un certo punto,mi venne in testa la matta idea di andare a farmi un tatuaggio,avrei usato i risparmi che avevo in casa,chiusi gli occhi e mi teletrasportai nel salotto,andai su in camera mia,aprì la scatola e presi tutti i miei soldi,erano all'incirca cento sterline speravo potessero bastare. Uscì di casa e mi incamminai verso il centro di tatuaggi. Il tatuaggio lo avevo in mente da quando avevo dodici anni. Ero sdraiata sul lettino supina,il posto che avevo scelto era nella parte bassa del collo e il tatuaggio era una scritta che per me significava molto "vengo da una realtà che mi ha sempre pesato sulle spalle." questa frase contava molto,perché ho sempre saputo di non appartenere a quel mondo e mi porto dietro ancora tutta la sofferenza. Una volta finito,pagai e andai via tornando verso casa. Stavo camminando nel bosco quando mi attirò la scritta di un'albero ''13/590 09/59 3' 087' :8 1-!59 ,43:8" ovvero "questo posto è più di quanto credi",chiusi gli occhi e bloccai le lacrime tra le ciglia e poi mi teletrasportai a casa,corsi verso la spiaggia e mi buttai in acqua nuotando fino all'isola che avevo scoperto qualche giorno prima. Mi sedetti sulla sabbia e piansi,piansi tanto,piansi per tutto quello che mi era capitato,e che dovevo riaffrontare,avevo una così grande paura di non riuscire a sconfiggerlo e di deludere tutti,perché purtroppo io mi sentivo fin troppo umana,e questo mi faceva impazzire. Una volta svuotata mi alzai e camminai senza una meta all'interno della piccola foresta che avevo alle mie spalle,una luce attirò la mia attenzione,era la stessa luce che veniva dalla caverna come la scorsa volta,però questa volta decisi di entrare,avanzai piano piano,senza fretta e con calma,più camminavo più la luce diventava grande,una volta arrivata alla fine di quella caverna mi trovai davanti ad un enorme cristallo,lo carezzai lentamente e poi tornai indietro,non lo avrei mai preso,era proprietà della grotta e non mia. Tornai sulla battigia e poi spiccai il volo fino ad atterrare sulla spiaggia,andai verso casa decisa ad assimilare tutta la giornata.
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Ebbene sì personcine,possiamo dare inizio alle avventure di Maeve siete contenti?io molto. Spero vi piaccia questo capitolo,ho deciso di farli più lunghi,un piccolo cambiamento ci sta ogni tanto no?! Buona lettura ;)
LS.

Different from the other witches "Il cristallo d'acqua" [LIBRO II] Where stories live. Discover now