Spiegazioni

5.8K 213 106
                                    

E anche quell'anno l'Estate era giunta al termine, volevo soltanto godermi l'ultimo giorno delle vacanze Estive, riposarmi per affrontare il tanto odiato lunedì ma, purtroppo il mio cellulare squillò quando ero ormai sul punto di addormentarmi. Infuriata lo presi tra le mani e guardai chi mi stava chiamando: Dylan, il mio migliore amico. Alzai gli occhi al cielo e risposi portandomi il telefono all'orecchio.

-Y/N dove sei?- chiese con voce scocciata. Io guardai il cellulare leggermente confusa e misi in vivavoce appoggiandola sul letto.

-Lasciami dormire.- mugugnai in modo che potesse sentirmi. Lui sbuffò e infine rise.

-Cretina, c'è la festa organizzata da Cassy! Muoviti e vieni qua!- gridò facendomi sussultare. Odiavo le feste, l'alcol, le troie, le persone che ti palpano... rabbrividi a quei pensieri. Sbuffai rumorosamente.

-E sentiamo, perché dovrei venire?- chiesi scocciata. Lui rise.

-Vuoi che domandi ti metto il broncio per tutto il giorno?- chiese lui fingendosi minaccioso. Sorrisi e scossi la testa, non sopportavo quando mi metteva il broncio. 

-Oh e va bene. Ma chi mi viene a prendere? Lo sai che non ho la patente.- disse esasperata alzandomi. Mi avvicinai all'armadio e l'aprii guardando i vari vestiti che avrei potuto indossare. Ne presi uno azzurro e lo buttai sul letto. Presi il bicchiere d'acqua sul mio comodino e lo bevvi.

-Thomas.- rispose lui. Io sputai l'acqua che avevo in bocca e afferrai il telefono.

-Chi?- chiesi sperando cambiasse velocemente il nome.

-Thomas Sangster, il mio migliore amico!- esclamò lui divertito.

-Lo sai che lo odio vero? Scordatelo!- urlai incrociando le braccia.

-Ti prego....- disse supplicante. Non potevo dirgli di no, stupido babbuino troppo cresciuto!

-Oh d'accordo, ma se non torna vivo è colpa tua.- risposi. Lui rise e riattaccò al cellulare. Bene, era solo un viaggio in macchina.. solo un fottuto viaggio in macchina con il ragazzo più odioso dell'università. Cosa ci voleva? Mi vestii velocemente specchiandomi nell specchio di camera mia, dovevo ammettere che quel vestito mi stava bene... Sorrisi, presi il mio telefono e lo lasciai sul mio comodino.


Poco più tardi scesi le scale e vidi la macchina del caro.. Sangster parcheggiata davanti a casa mia. Aprii la portiera e entrai senza nemmeno salutarlo. Aveva i soliti capelli color grano scompigliati e qualche ciuffo gli ricadeva in fronte, gli occhi scuri erano puntati su di me mettendomi a disagio.

-Non si saluta?- scherzò lui con la sua solita voce angelica. Non sopportavo quella voce, che fastidio.

-Ciao. Parti.- sbottai incrociando le braccia e lanciandogli un occhiataccia. Lui sorrise e mise in moto per poi partire.

-Sì mia signora.- disse poco dopo. -Sai, sei molto carina con quel vestito.- continuò guardandomi attraverso lo specchietto della macchina.

-Io sono sempre carina. Ora stai zitto e guida.- risposi seccata. Non che il complimento non mi fosse piaciuto ma non mi era piaciuto che fosse uscito dalla sua bocca.

-Posso sapere perché mi odii?- chiese d'un tratto lui con un tono malinconico che non avrei mai pensato di udire. Lo guardai leggermente confusa, come perché lo odio? D'avvero è così stupido? Sbuffai e guardai fuori dal finestrino.

-Quando tu, Dylan e io andavamo alle superiori hai fatto delle cose... così odiose... da allora non sono più riuscita a sopportarti. Forse non ti ricordi della secchiata d'acqua che mi hai lanciato... e magari il ragno finto nell'armadietto. Per non parlare di quando mi prendevi in giro con nomignoli davvero orribili davanti a tutti. Castoro, dark, nanetta ti ricordano qualcosa?- raccontai lanciandogli delle occhiataccie ad ogni parola. Lui impallidì immediatamente e stette zitto. -Oh, e parliamo della volta in cui mi hai rubato il compito spacciandolo per tuo e hai preso un bel voto. Ah e quella volta che diciamo hai deciso di distanziare Dylan da me?- continuai iniziando a guardarlo intensamente per vedere la sua reazione. -Oh, e quando hai raccontato a tutti quel... segreto? Per non parlare di quando hai pubblicato quella foto imbarazzante. E posso ricordarti....- venni interrotta dalla sua mano sulla mia bocca. Era un tocco così caldo e piacevole che non riuscii a continuare. Lui parcheggiò velocemente l'auto e spense il tutto per poi guardarmi.

-Non ti sei mai chiesta il perché? Perché ho fatto tutte quelle cose Y/N?- chiese lui. Non aveva mai usato il mio nome, mai. Era strano sentirlo provenire dalla sua bocca, molto strano ma anche molto piacevole.. Scossi la testa e lui annui. -Hai presente il capitano della squadra di football?- chiese lui. Annui e lui continuò a parlare distolgiendo lo sguardo da me e puntandolo sul vetro davanti a lui.

-Ecco tu gli piacevi... e sapeva una cosa sul mio conto che ero sicuro non ti sarebbe piaciuta così mi ha minacciato. Ero ancora un ragazzino e sono stato al gioco facendo in modo che tu mi odiasse. Vedi, io non volevo perderti, ti volevo realmente bene, più di quanto te ne volesse Dylan ma poi ho rovinato l'amicizia che c'era con noi... dovevo lasciar perdere.. forse era meglio che tu lo venissi a sapere.. magari avresti voluto rimanere mia amica e non mi avresti odiato...- raccontò con voce incrinata e le lacrime agli occhi. Non capivo, non capivo di cosa stesse parlando. Cosa aveva paura di raccontarmi, che cosa non voleva dirmi? -E poi ti sei distanziata, non ai più voluto sapere niente di me e io non ho mai provato a farmi perdonare... ti vedevo così distante e non sai quanto mi faceva male.. non lo sopportavo..- continuò. Ancora non capivo, cosa mi aveva nascosto per tutto quel tempo.

-Cosa non volevi dirmi Thomas?- chiesi mettendo la mia mano sulla sua, aveva bisogno di conforto, allora avrebbe parlato. Sentii subito una strana sensazzione allo stomaco ma la ignorai continuando a guardarlo.

-Io... ecco avevo paura che venissi a sapere che ti amavo Y/N. E ti amo ancora solo che so che tu mi odii e cerco di rassegnarmi.. non sai quanto sia difficile...- disse. Il tempo si fermò intorno a me, lui.. cosa? Cos'era successo al Thomas che conoscevo? Lui mi amava? Velocemente balbettai qualcosa di incomprensibile e aprii la portiera uscendo dalla macchina e correndo via. Perché? La mia vita era stata stravolta da quell'informazione e la colpa era di Dylan, se soltanto non mi avesse invitato a quella stupida festa io non sarei dovuta andare con Thomas in macchina e lui non mi avrebbe detto niente... ma domani mi sentirà quel cretino...

La frase di Thomas mi tornava in mente prepotente, che cazzo mi stava succedendo? Non lo capivo... sentivo caldo, molto caldo e la sensazzione allo stomaco persisteva. Dylan è tutta colpa tua. Pensai.

Calmati Y/N, calmati. Pensai entrando in casa e sbattendo la porta alle mie spalle. Scivolai lentamente fino ad essere seduta e senza capire il perché scoppiai in lacrime ricordandomi tutto il suo discorso.


***

Ok, so che la fine è un po' strana ma a me piace quindi ciao.


Immagina - Thomas Brodie-SangsterWhere stories live. Discover now