11.

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Una volta tornati a casa insieme, Daniel mi ha informata che saremmo dovuti uscire nel giro di venti minuti. Non mi ha fornito nessun indizio in merito alla nostra destinazione, ha deviato ogni mia domanda con estrema nonchalance mentre, tenendomi per mano, mi conduceva fino a casa. Avere così poco tempo per prepararmi ad un appuntamento è quasi impossibile, il fatto che la curiosità mi stia divorando non aiuta. Come se non bastasse, la mia mente continua a tornare al mio primo appuntamento in assoluto: al cinema buio, al fatto che Jake fosse piombato lì in preda alla gelosia e che avesse minacciato il mio accompagnatore perché mi stesse lontano. Al fatto che per poco, quello sera, non ci fossimo dati il nostro primo bacio.
Scuoto la testa, decisa a lasciare i ricordi a casa almeno per oggi, dopodiché osservo il mio riflesso nello specchio: una versione un po' più luminosa di me mi restituisce lo sguardo. Lo vedo, nonostante indossi jeans neri e una giacca in pelle dello stesso colore, il mio viso sembra più radioso, i miei occhi più blu, i miei capelli più castani, le mie labbra più piene. È come se le emozioni degli ultimi giorni stessero prendendo il sopravvento sul mio aspetto esteriore, come se lo spiraglio di luce che si è creato tra gli alti muri che ho costruito intorno a me, finalmente mi illuminasse.
Sorrido sorpresa e contenta, subito dopo afferro la borsa ed esco dalla mia stanza. Non appena arrivo in sala, però, il mio buon umore evapora: Peggy e Daniel si fronteggiano, lei tiene le braccia incrociate, lui i pugni stretti e la mascella serrata. Evidentemente stavano litigando.
La curiosità che provo per la destinazione del mio appuntamento, cambia improvvisamente direzione: ho bisogno di sapere di cosa stessero discutendo i miei coinquilini l'altro giorno, ho come la sensazione che sia direttamente collegato al motivo per cui apparentemente stavano litigando poco fa.
Non appena sente i miei passi che si avvicinano Daniel sembra rilassarsi e, voltandosi verso di me, mi regala un sorriso quasi più radioso del mio. « Sei pronta. » constata. Per tutta risposta annuisco, aggiungerei qualche parola o un sorriso, ma Peggy mi fissa come se volesse uccidermi e sono decisamente troppo a disagio per cercare di parlare. Ignorando la nostra coinquilina, e sua amica, Daniel mi raggiunge, mi prende per mano e mi guida fuori dall'appartamento; non appena chiudiamo la porta alle nostre spalle l'atmosfera si alleggerisce ed il mio buon umore torna a rapporto.
« Devi promettere, Jas. » esordisce Daniel quando usciamo dal portone del palazzo. Lo guardo confusa. « Non devi farmi domande su dove stiamo andando finché non saremo arrivati. » conclude, serio in volto.

Vorrei ribattere, ammettere che la curiosità mi sta facendo impazzire da quando mi ha chiesto di uscire a scuola e, sebbene sia stato solo un'ora fa, è troppo tempo per rimanere nel dubbio. Tuttavia, decido di comportarmi da persona calma e pacata. « Ok, andata. » rispondo con un'alzata di spalle.
In silenzio arriviamo fino alla fermata della metropolitana più vicina e, neanche un quarto d'ora dopo, entrambi siamo seduti su un treno diretto verso una destinazione a me sconosciuta. Dalla stazione in poi, per me non fare domande è diventando uno sport estremo.

Mentre siamo entrambi comodi sui nostri sedili, l'una affianco all'altro, Daniel decide che la comodità é sopravvalutata: senza dire una parola allunga la mano libera verso le mie gambe, obbligandomi a posarle sulle sue e, di conseguenza, a sedermi in braccio a lui. Lo guardo imbarazzata, lui sorride. « Non fare domande non significa rimanere in silenzio per tutto il tempo. » mormora guardandomi negli occhi.

« Sto davvero cercando di controllare la curiosità, Daniel. ».

Sorride ancora, per poi posare la fronte contro la mia e darmi un leggero bacio sulle labbra. « Be', sei sorprendentemente brava. » sussurra, spostando la mano dalla mia coscia al mio fianco. La sento farsi strada sotto al top, fino a posarsi sulla mia pelle: sono bollenti a contatto. Senza nemmeno rendermene conto, adagio la mano sinistra a lato del suo collo, accarezzando la linea della sua mandibola con il pollice. Lui si fa improvvisamente serio. « Se la metti così, sarà difficile rimanere su questo treno per un'ora. » afferma con voce roca.

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