•Terzo capitolo•

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Matt
Ci siamo fermati un paio di volte giusto per mangiare e sgranchirci le gambe. 
Sono ormai le sei di sera e siamo quasi arrivati ma la stanchezza della giornata, si fa sentire. 
Le ragazze dormono beatamente dopo aver fatto un estenuante gioco di quelli che si fanno in macchina in compagnia, dove ho perso dopo cinque minuti. 
Anche Logan dorme, siamo rimasti solo io e Trevor svegli, lui perchè guida mentre io gli indico la strada dato che è la prima volta che guida lui per tutto il viaggio. Quando arriviamo faccio il solito piccolo sorriso.
È così bello tornare qui ogni estate.
È come tornare bambino a quando c'era la mia famiglia ancora unita.
Con mio padre ci alzavamo all'alba per andare a nuotare davanti a casa fino all'ora di pranzo che ci veniva a chiamare mia madre per mangiare.
La casa è bianca con le persiane in legno colorate di blu scuro. Ovviamente mia mamma manda un imbianchino ogni sei mesi per dare il colore alla casa e fare manutenzione all'intera struttura per questo rimane sempre perfetta e mai trascurata.
Certe volte è capitato che venissimo anche durante il Ringraziamento e le vacanze di Natale, per staccare un po'.
Ora sono a conclusione del mio anno sabbatico dopo il diploma. Anche se qualche ora a settimana mi dedico ad aiutare il proprietario in un negozio di elettronica.
Io e Trevor prendiamo le valigie spostandole dal portabagagli e lasciandole allineate sul vialetto in pietra. 
Il sole è ancora alto.
Utilizzeremo queste ultime ore di sole per sistemarci ma non riusciremo probabilmente a fare un salto in spiaggia oggi stesso.
Mi tolgo gli occhiali da sole e li appendo al colletto della maglia e facendo un enorme respiro mi avvio verso casa con la mia valigia.
«Questa volta li svegli tu» dico ridacchiando ma sento che ha aperto una portiera e probabilmente inizierà dalla sua ragazza.
Passo attraverso i familiari ciottoli di pietra chiara prima di arrivare alla porta.
«Trevor sei un rompi palle» sento dire da Kim seguito da un gemito contrariato.
Mi lascio sfuggire una risata, tirando fuori dalla tasca le chiavi e aprendo.
Aspiro ed espiro il buon odore del mare che caratterizza la casa insieme al profumo di cocco del profumatore per ambiente.
Apro tutte le finestre per far cambiare l'aria e poi mi dirigo nella mia stanza al secondo piano con la valigia. 
Lancio una rapida occhiata alle pareti azzurre della camera in cui dormo da quando avevo sei anni e sorrido. 
Esattamente tutto come sempre. Nonostante ci stia solo un mese all'anno o poco più, ho un profondo legame con questa casa. Qui ho vissuto solo momenti belli e dopotutto si torna sempre dove si è stati bene.
Metto a posto nell'armadio le poche cose che mi sono portato, mettendo da un lato quelle che lascio lì tutti gli anni.
Ho accumulato così tanti vestiti che ci sono certe maglie che sono qui da almeno cinque anni.
Un giorno mi dovrò decidere a fare una selezione di quelle che non metto più.
Vado a fare un giro veloce della casa, accendendo il pannello che regola l'acqua mentre la corrente è sempre attaccata per il sistema d'allarme.
Sento che gli altri si sono svegliati e stanno trascinando le loro valigie su per le scale tra schiamazzi e lamentele. Sgranchendomi le braccia, ritorno in camera mia.
Mi sdraio sul letto iniziando a giocare con il cellulare ma ben presto mi ritrovo con le palpebre pesanti e non riesco a non addormentarmi.  

Mi è capitato poche volte di sognare nella mia vita.
Mi sono sempre ritenuto poco creativo ma adesso per un sonnellino improvvisato, mi ritrovo a sognare una ragazza di cui non riesco a capire il volto. 
I capelli neri le circondano il viso e le sue labbra sono colorate di rosso, mi avvicino con l'intenzione di dare un'identità alla bella ragazza, ma il sogno si interrompe fin troppo presto e all'improvviso la sua figura sparisce e sento in tutto il corpo solo freddo. Spalanco gli occhi di scatto. 
Mi metto seduto e spostando lo sguardo sui miei vestiti noto che sono tutto bagnato con anche delle goccioline che mi scendono dai capelli, cadendomi sul viso. Aggrotto la fronte.
Sento una leggera risata e alzo lo sguardo verso i piedi del letto.
«È pronta la cena Scott» dice Mayli, mordendosi un'unghia per trattenere il sorriso.
Sposto lo sguardo e vedo che ha un secchio azzurro nell'altra mano.
Ecco spiegato da dove arriva l'acqua che in questo momento mi bagna anche le mutande!
Mi sorride trionfante.
Ho già detto che detesto l'idea che sia qui?
«Pensavo che avessi caldo e così ti volevo aiutare a raffreddare i bollenti spiriti» dice inclinando la testa.
Chiudo gli occhi in un attimo di esasperazione.
Calmo Matt, calmo.
No, questa me la paga!
Mi alzo di scatto dal letto. 
Il suo sguardo cambia rapidamente ma non ha il tempo di scappare che io l'ho presa dalle ginocchia e sollevata.
Si lamenta e scalcia. 
Faccio qualche passo indietro e la butto sul letto e la ricopro con le lenzuola bagnate, inumidendo così anche lei.
Mayli ride e cerca di tirarmi dei calci che non vanno a segno ed io non mi fermo finché non è bagnata almeno quanto me. Quando ho finito mi mando indietro i capelli fradici e le sorrido falsamente.
«Grazie Mayli, come al solito molto gentile» dico ironico,girandomi e uscendo dalla stanza.
Quanto la odio!

Non eri nei miei pianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora