CAPITOLO 3
*Caitlyn*
Anno 1812
Alle prime luci dell'alba sentii un rumore insolito, a cui non ero abituata, provenire dall'esterno: il canto di un gallo. Spalancai gli occhi confusa, dal momento che non ricordavo di abitare vicino a nessuna fattoria e fui abbagliata dai primi raggi del sole che normalmente non sarebbero entrati grazie alle pesanti tende bianche.
Mi sedetti sul letto stranamente rigido e mi guardai intorno spaesata. Un grande catino di ferro era situato sul comodino di fianco al letto assieme ad una brocca color bronzo colma d'acqua. Dopodiché i miei occhi si posarono su uno strano manichino attiguo all'armadio in legno scarsamente decorato, che ospitava un vestito color crema dalle ricche decorazioni tanto simile ad uno di quegli abiti che da sempre sognavo. Il corpetto abbellito da complicati ricami e pizzi, sovrastava un'ampia gonna di quella che sembrava una pesante ed elegante stoffa. Non potei fare a meno di affrettarmi giù dal letto per avvicinarmi al manichino ed accertarmi che non fosse tutto uno scherzo della mia immaginazione.
Da quel punto della stanza potei ammirare il paesaggio fuori dalla grande finestra, ornata da sottili tende color panna, così differente da quello a cui ero abituata: la campagna si estendeva per chilometri a perdita d'occhio e solo qualche tenuta era presente in quell'immensa distesa. Dov'erano finiti i palazzi moderni e le strade trafficate della mia amata Londra? E tutte le macchine e i bus che erano soliti attraversarle? Al loro posto non c'erano altro che delle rare carrozze trainate da cavalli e cocchieri che energicamente li spronavano.
Dov'ero finita? Non poteva che essere un sogno, cosi' decisa a non perdere nemmeno un istante prezioso, corsi fuori dalla porta pronta ad ammirare la mia casa in quell'epoca. Sentii avvicinarsi dei passi e provai a nascondermi, ma invano poiché una voce femminile chiamò:
"Buongiorno Caitlyn, dormito bene?"
La guardai confusa e mi chiesi come conoscesse il mio nome. Ma proprio mentre mi accingevo a risponderle, un'altra figura, questa volta mascolina e slanciata, entrò nella sala.
"Madre, cosa ci fate già in piedi a quest'ora? Dovreste riposare! Tra pochi minuti mi recherò alla locanda dello zio Samuel che mi ha offerto un lavoro come locandiere. " disse lui per poi girarsi verso di me.
"E tu dormigliona, sarebbe ora che trovassi anche tu un impiego. Nostra madre ormai e' affaticata e prima o poi dovrai prendere il suo posto."
L'osservai sbalordita per poi rispondere: "Ci conosciamo?"
A sua volta il giovane mi fissò confuso e al contempo irritato: "Non scherzare Caitlyn, non è divertente. Ormai hai diciotto anni e ben presto diventerai un fardello per la famiglia se non contribuirai a tua volta al pagamento delle spese familiari." rispose irato.
"Andrew non essere così duro con tua sorella, è ancora giovane e sta imparando. Non ti preoccupare per me, sono ancora in forze e la mia salute è impeccabile. E poi ti sei dimenticato che settimana prossima mi aiuterà a palazzo per l'inizio della Stagione." mi difese la donna senza esitare un istante.
Fratello? Io avevo solo una sorellina, Grace. Mai avevo avuto un fratello. E poi la donna che avevo di fronte, che non aveva battuto ciglio prima di prendere le me difese, ero sicura non fosse mia madre. A lei non era mai importato gran che di me, non si era mai preoccupata come questa donna , che sembrava conoscermi bene, aveva fatto con me.
Qualcosa in tutta questa situazione era terribilmente sbagliato. Il luogo in cui mi trovavo assomigliava in tutto e per tutto a casa mia, ma non lo era. Candelabri erano sparpagliati per la casa a sostituire i lampadari e al posto della televisione, che normalmente era situata di fianco al divano, c'era solo una mezza colonna sostenente una semplice pianta ornamentale.
Anche il divano stesso non era lui. Al suo posto c'erano diverse poltroncine ricoperte da eleganti stoffe dai colori chiari e tutta la casa sembrava antica e diversa da come mi ero abituata a vederla.
Pian piano si fece largo nella mia mente un'idea che non ero ancora pronta ad accogliere. Per questo motivo mi affrettai a cancellarla e a rispondere:
"Se volete scusarmi ora credo che andrò a prepararmi nella mia stanza. Buona giornata fratello."
Per poi avviarmi velocemente su per l'ampia scalinata e con questa scusa sperando di girare ancora un po' la casa.
"La tua stanza è dall'altra parte Caitlyn" mi riprese il ragazzo, che ancora mi guardava confuso per il comportamento inconsueto.
"Oh si, che sbadata, non so a cosa stessi pensando" risposi per poi scendere frettolosamente i pochi scalini che avevo percorso e correre nella direzione da cui ero venuta.
E invece sapevo bene cosa occupava i miei pensieri. Questa non era casa mia. Ne ero certa. Ma non era neppure un sogno, e questo lo avevo certamente appurato quando durante la corsa a rotta di collo verso la mia camera, ero scivolata battendo il ginocchio e cadendo rovinosamente a terra. No non era un sogno. E allora cos'era? Dove mi trovavo?
Ritornai nella mia stanza e iniziai a ispezionarla più attentamente.
Nell'armadio non c'erano più le mie orribili divise scolastiche né i miei vestiti. Al loro posto erano rimasti solo abiti che potevano appartenere ad una ragazza dalla scarsa dote, quasi in rovina. Era questo dunque il mio destino?
Estrassi dall'armadio un semplice abito dai toni celesti e, dopo essermi tolta la camicia da notte che non mi apparteneva, lo indossai cercando poi di stringere i lacci retrostanti , ma fallendo. Non credevo fosse così difficile indossare un vestito all'apparenza così semplice.
Rinunciando, feci un veloce fiocco per tenere chiuso l'abito e continuai la mia perlustrazione.
Stavo ancora girando la stanza, quando trovai ai piedi del letto un libro. Lo raccolsi e con sorpresa scoprì che era lo stesso libro che ero intenta a leggere la sera precedente, prima di addormentarmi.
Raccontava la storia di una ragazza povera che grazie alle sue capacità e al suo carattere peperino e al contempo misterioso, era riuscita a catturare l'attenzione di un giovane e affluente scapolo.
Amavo viaggiare con la fantasia e leggere queste storie mi faceva sempre battere il cuore e sospirare dal desiderio, nella speranza di sperimentare a mia volta una storia d'amore così coinvolgente e vera.
Improvvisamente entrò in camera la donna con cui avevo conversato in precedenza, per informarmi che a breve saremmo dovute partire alla volta del palazzo, dove ci aspettava una lezione preparatoria al compito che avremmo dovuto ricoprire la settimana seguente al ballo di inizio Stagione.
Fu in quel momento che capii.
Ero stata catapultata nell'epoca del libro.
Cit: "Siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno e' racchiusa la nostra breve vita."
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Plot Twist // IN REVISIONE
Historical FictionCaitlyn Stewart e' una ragazza come poche: testarda,sognatrice, dal carattere forte e dalla risposta sempre pronta. Durante la tanto attesa notte di Eclissi Lunare, invece che partecipare alla festa scolastica organizzata per l'occasione, Caitlyn se...
