"Nulla. Solo che Jodi con te si comporta come una sorella che vuole comandare, ed alla lunga può diventare un po'...prepotente"

Immagino che dato che Harry conosce Jodi da sempre la consideri come una della famiglia, e può capitare che a volte non tutti ti vadano esattamente a genio. Mi sentivo allo stesso modo nei confronti di mia madre quando andavo alle superiori, ma ora la situazione non potrebbe essere più diversa. Sono via da appena qualche settimana e mi manca tantissimo.

"Quando torni a Londra?" chiedo sperando che la sua risposta non sia 'domani', altrimenti sarei lasciata da sola ad avventurarmi per le strade di Parigi in questa fredda domenica pomeriggio.

Inoltre voglio trascorrere più tempo con Harry. Nonostante conosca molte cose su di lui, non sono veramente mai stata con lui, ho sempre dovuto comportarmi professionalmente senza farmi prendere troppo da lui, dato che lavoro per suo padre. E la maggior parte delle volte che vedo Harry è nel contesto lavorativo, anche se nelle ultime settimane ci siamo frequentati abbastanza tranquillamente. Il fatto che Jodi abbia parlato di "comunicazione" mi ha fatto pensare. Cosa siamo io ed Harry? Non ne abbiamo mai parlato, ma credo sarebbe opportuno. Direi che stiamo insieme, ma dopo la sua reazione a quel ragazzo che mi definì la " sua ragazza", non ne ho idea. Potrebbe avere reagito in quel modo per qualche altra ragione, ma credo comunque che prima o poi dobbiamo chiarire le cose.

"Non ho una data stabilita" dice aggrottando la fronte mentre riflette sulla domanda.

Mi guarda con un'espressione curiosa, poi si solleva dal suo gomito e lentamente mi raggiunge sulla panchina.

"Vuoi che vada a casa?" chiede mettendomi un braccio intorno alla vita. Rispondo facendo 'no' con la testa, il mio corpo già formicola causa la sua stretta decisa.

"Allora immagino che starò qui in giro per un po'" dice piegandosi verso di me. Nel mio stomaco si innalza uno stormo di farfalle, dato che so che tra pochi secondi saremo fisicamente connessi.

Le sue labbra toccano dolcemente le mie ed istintivamente porto le braccia intorno al suo collo approfondendo il bacio mentre lo tiro piano verso di me. Prende questa mia azione come un invito e stringe ancora di più le sue braccia intorno a me, rendendo più passionale il bacio, trasmettendo direttamente al mio basso ventre una scarica di piacere. Ho provato questa sensazione solamente una volta ed è stato mentre Harry mi torturava con la sua lingua zone che nessuno aveva mai raggiunto. Il ricordo di quel momento mi spinge a mettere ancora più passione nel bacio. Una delle sue mani si sposta dal mio fianco al mio sedere e lo stringe piano mentre io gli tiro appena i capelli facendolo gemere. Ci stacchiamo per un momento, le nostre fronti si toccano e riprendiamo fiato.

"Siediti, Ella" sussurra Harry ancora senza respiro, guardandomi sotto le sue lunghe ciglia.

"Cosa?" sussurro in risposta, un po' confusa causa i pensieri che in questo momento mi stanno girando per la testa.

"Siediti sulla panchina" dice un po' impaziente, ed emetto un gridolino quando improvvisamente mi solleva e mi posiziona come vuole lui.

"Coricati" dice con un piccolo sorriso, e non posso fare a meno di sorridere a questo bellissimo ragazzo che mi sta fissando.

Nonostante sia nervosa, e queste cose mi siano completamente nuove, mi fido ciecamente di Harry, il che fa in modo che il lato emozionate di questa situazione prevalga su tutto il resto.

La panchina è enorme, quindi c'è abbastanza spazio per tutto il mio corpo.

Harry si posiziona sopra di me, alcuni suoi capelli mi solleticano la fronte.

"Tutto bene?", mormora. Mi mordo il labbro inferiore in modo da non rivelargli quanto lo trovi sexy in questo momento.

I suoi capelli sono disordinati, e ciò lo rende ancora più attraente; i suoi occhi verdi sono accesi, e le sue morbide labbra brillano appena dato che si sta passando la lingua su di esse.

[EDITING] My Boss' Son |ITA|Where stories live. Discover now