Capter XXIV

5.4K 250 29
                                    

"Dovremmo suonare" Disse James con sicurezza quella che mancava a me, non ero sicura del passo importante che stavamo per fare. Lasciai che la mia mano restasse distesa in aria quasi pronta per premere quel pulsante, non ne avevo il coraggio.

"Che succede Kandra?" Chiese James mettendo la sua grande sulla mia che apparentemente era più piccola, la abbassò di poco per poi stringerla. Mi voltai guardandolo.

"E se invece non fosse qui, se come hai detto tu questo c'entra nulla e stessimo solo perdendo tempo?" Presi un grosso respiro "Non sappiamo neanche se viva qui oppure se sia ancora vivo"

"Ei ascoltami" Prese tra le sue mani le mie voltando ancora di più verso di lui, sorrise "Noi ci abbiamo provato, non abbiamo mai perso tempo. Nessuno di noi due deve mai sentirsi in colpa per qualcosa abbiamo fatto il possibile, comunque vadano le cose stai facendo un'azione che deve renderti fiera"

Chiusi gli occhi concentrandomi sulle parole appena dette da James, aveva ragione come sempre d'altronde, scossi il capo per sorridere nella sua direzione. Allungai nuovamente la mano nella direzione del piccolo bottone, presi un grosso respiro per poi premerlo. Ritrassi la mano immediatamente per la paura, chiusi gli occhi e le mie orecchie nello stesso istante sentirono dei passi dall'altro capo della porta e poi il rumore di essa che veniva aperta, aprì istintivamente gli occhi trovandomi davanti un uomo, lo guardai meglio, portava un vestito decisamente formale, la cravatta era slegata di poco e i primi bottoni della camicia erano stati aperti, aveva l'aria stanca ma comunque sorrise.

"Salve" Disse James, procurandosi un cenno del capo dall'uomo ancora senza nome.

"Voi sareste?" Chiese passando il suo sguardo da me a James, assottiglió gli occhi per poi dire "Se siete venuti per l'affitto, ripeto che in questo momento-"

"No non siamo qui per questo, volevamo solo farle alcune domande" Lo interruppi non volevo continuasse a confonderci per qualcun'altro.

"Ah" Disse passandosi una mano sul mento "E di cosa si tratta?" Chiese uscendo e chiudendo di poco la porta di casa, quasi socchiusa.

"Di una certa Pattie Mallette" A quel nome l'uomo si avvicinò e sbarró gli occhi quasi spaventato a quello che avremmo potuto dire, corrugai la fronte e da quanto mi era possibile capire avevamo trovato qualcuno che sapeva chi era questa signora.

"Le è successo qualcosa? Sta bene perché se le è suc-"

"Sta bene si calmi" Non lo sapevamo realmente ma James lo disse con tale sicurezza che ci avrei anche creduto se sapessi come stavano le cose.

"Volevamo solo dirle dove potevamo trovare la signora Mallette, siamo della polizia e ci hanno detto che abitava qui ma a quanto posso vedere non è più così, o sbaglio?" Chiesi portando le mie mani all'interno delle tasche dei mie jeans.

"Già non abita qui da un paio di anni, abbiamo divorziato esattamente tre anni fa ma, se posso chiedere perché la state cercando?" Ci guardò con curiosità.

"Questo non posso dirglielo ma ci farebbe un favore se ci dicesse esattamente dove abita" Sperai con tutta me stessa che potesse aiutarci ma le cose non vanno sempre come desideri.

"Gliel'ho detto prima siamo divorziati da tre anni ho una penale dove c'è scritto chiaro e tondo che non dovrei avvicinarmi a lei quindi, mi dispiace agente ma non so dove sia" Sospirai frustrata.

"Va bene grazie comunque signor-"

"Nessun signore, mi chiami Jeremy agente, mi fa sentire vecchio" Rise trascinando con anche James.

Salutammo l'uomo per poi salire nuovamente in auto, silenziosamente allacciai la cintura e appoggiai la mia testa suo sedile tutto questo sotto lo sguardo attento del mio migliore amico, passai la lingua sulle mie labbra ormai secche e screpolate per via del tempo, non potevo ancora credere di non aver trovato nulla, niente di niente. Sapevamo il suo nome ma non potevamo andare in giro a chiedere se qualcuno aveva mai sentito parlare di una certa Pattie Mallette, la città era grande e potevamo anche avere fortuna e trovarla immediatamente oppure il contrario e cercarla per più tempo, ma il problema era proprio questo, era il tempo a venir meno, non avevamo molto a disposizione eppure dovevamo fare in fretta. Volevo trovarla e potevo farcela alla fine non ero sola. Mi girai verso James il quale mi guardava perplesso, sorrisi debolmente per poi voltarmi a guardare fuori.

"Sono sicuro che la troveremo e con lei anche il ragazzo ci serve solo un po più di temp-"

"È proprio questo il punto James, non abbiamo tempo abbastanza, non possiamo prendere la situazione con comodità. Mi spaventa sapere di non arrivare in tempo ci tengo a vedere quella signora felice almeno per l'ultima volta, solo questo James, solo qusato" Sussurai alla fine.

"lo so ma questa città è grande, ti prometto che ce la metterò tutta per aiutarti perché so quanto tu possa tenerci altrimenti non mi avresti costretto ad aiutarti" Rise.

Risi anche anche io per poi dire "Non ti ho mai costretto brutto stronzo!" Presi il pacco di fazzoletti che teneva sul cruscotto per poi tirarlo nella sua direzione.

"Beh hai ragione ma doveva pur dire qualcosa quindi, a proposito non hai fame?" Chiese ridendo ancora. Annuì avevo fame accidenti.

"Allora come vanno le cose con Justin?" Chiese con un sorrisetto da furbo mentre cambiava strada cercando sicuramente un posto dove poter mangiare.

"Quali cose James?" Agrottai la fronte non capendo ma poi qualcosa si accese "Intendi le lezioni che dovevo dargli?"

"Mmh Mmh" Disse facendo uno strano verso gutturale, mi sistemai meglio sul sedile dell'auto per poi guardare fuori dal finestrino.

"Vanno bene impara in fretta se si impegnasse sarebbe davvero un ottimo studente ma evidentemente è interessato ad altro" Sbuffai.

"Già il suo unico, e sottolineo unico, è rimorchiare ragazze per poi farsene una ogni giorno nel bagno della scuola" Una morsa di gelosia mi chiese lo stomaco facendomi avere un senso di nausea.

Non parlai, non potevo dire a James come stavano le cose, non era mia intenzione apparire come una delle tante che aveva baciato il famigerato Justin Bieber. Eppure il tono usato da James mi fece capire quando tutto questo lo disgustasse e lo avrebbe provato anche nei miei confronti se gli avessi detto che c'erano stati dei baci tra di noi, la cosa poteva sembrare innocente e forse lo sarebbe stata se non avessimo parlato di Justin, perché si sa che qualsiasi cosa includa lui non è innocente o innocua, con lui è tutto un grande mistero, un arrabbiarsi in continuazione anche per cose inesistenti, un dire parolacce senza nessun contegno. Chiusi gli occhi volendo in qualche modo dimenticare ogni cosa, i particolari mi tornavano continuamente in mente quasi come a voler ricordarmi ogni singolo giorno ciò che era successo tra di noi. Lui che mi tirava verso di sé, le sue mani sulla mia pelle, la sua bocca che sfiorava con gentilezza il mio collo.

"Hai freddo chi?" Mi chiese James interrompendo il flusso insistente dei miei pensieri, aprì gli occhi e lo guardai stranita.

"No sto bene così, perché?" Domandai.

"Hai i brividi" Disse togliendo la mano dal volante e indicandomi la parte scoperta del mio braccio. Era vero, avevo i brividi.

"Sarà solo un po di stanchezza che ne dici se mi porti direttamente a casa?"

"Sì forse è meglio, domani dopo scuola continueremo" Disse cambiando nuovamente strada.

"Credo non sia possibile, devo dare lezione a Bieber" Lo guardai dispiaciuta.

"Va bene tranquilla, divertiti allora" Rise contagiando anche me.

Arrivammo a casa mio dopo vari giri e lui fortunatamente fermò prima la macchina così che mio padre non potesse sospettare nulla, scesi salutando James con un bacio sulla guancia per poi avviarmi nel vialetto di casa. Rimasi senza fiato, portai la mano alla bocca e strabuzzai gli occhi, perché diavolo la macchina di Justin era nel mio vialetto?

Bullismo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora