Capter X

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Più lo guardavo e più i miei dubbi su di lui si facevano avanti, mi chiedevo se realmente fosse quello che lui cerca di far vedere agli occhi di tutti, mi chiedevo se il suo essere così estremamente forte fosse reale. In effetti non lo avevo mai visto, in qualche modo, debole anzi lui era tutto il contrario di debolezza, lui usava la sua forza ma purtroppo sugli altri e su me, era un po come denominare la sua potenza attraverso le malignità compiute sugli altri. Osservavo come la sua fronte, in quel momento, fosse piena di pieghe e crucciata per via di qualcosa non capita sul libro che in quel momento stava leggendo, avrei dovuto anche io leggerlo e poi magari fare quella relazione ma avevo preferito osservarlo e capirci qualcosa su di lui e non sul libro. La sua bocca era disciusa intenta a leggere le parole e le sue dita tenevano saldamente il libro per poi sfogliare una volta finito di leggere, qualcosa in lui mi diceva che infondo la sua anima non era del tutto nera come la pece ma qualcosa poteva ancora salvarsi se solo lui lo avrebbe permesso. Sbattei più volte gli occhi quando lo trovai a fissarmi in modo strano.

"Dovresti leggerlo, non voglio lavorare e fare tutto da solo" Disse chiudendo il libro e rilassandosi sulla poltrona, mettendosi comodo "Anche perché mi sembra di averti avvertito del fatto che ho un impegno"

"Lo so" Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi abbassare lo sguardo su quel dannato libro.

"Allora perché sembra-" la sua voce si bloccò, pensai stesse trovando una battuta offensiva ma quando rialzai lo sguardo il suo era posato su di me.

"Cosa?" Chiesi io abbassando le sopracciglia e volendo continuasse.

"Che ti è successo?" Chiese scrutando il mio viso, in un primo momento non capí a cosa si riferisse ma poi la paura mi assalí.

"Io-" Portai una mano sul livido e cercai mentalmente una scusa plausibile "Io ho sbattuto, sai com'è, sono sempre la solita sbadata e inciampo dovunque" Risi nervosamente.

"Su cosa hai sbattuto?" Rimase impassibile alla mia scusa come se stesse facendo un favore nel credermi.

"Su-" Mi guardai intorno e quando vidi la porta della cucina risposi "Una porta"

Annuì e poi con molta calma riaprí il libro e il suo interesse fu di nuovo sull'oggetto e io ringraziai mentalmente la mia intelligenza che mi era stata davvero d'aiuto, così scossi la testa e ripresi a leggere quel libro. La storia di Romeo e Giulietta era una delle opere più famose al mondo, non so cosa ma quel libro sapeva farti sognare anche se non era ambientato ai nostri tempi, era comunque bellissimo, avrei voluto per una volta provare a vivere la stessa favola, una vita in cui l'unico pensiero era quello della persona amata, non importa chi tu sia o cosa tu faccia l'amore ti colpirà comunque, e potrai essere fortunato oppure no ma comunque avrai avuto l'opportunità di amare. Romeo e Giulietta erano un po come una storia complessa all'esterno ma umilmente Semplice all'interno, la loro unione nel libro finiva con la morte, ma sappiamo che infondo anche in una vita ultra terrena i due si sarebbero amati ugualmente.

Sfogliai il libro e piano piano iniziai a scrivere su un foglio che mi ero procurata, la mia intenzione era quella di scrivere una relazione ben fatta ed elaborata, quindi Usai termini che nel gergo comune io non avrei mai usato, ma alla fine era una relazione e il adoro andava fatto bene se volevo essere premiata dal professore. Sottolineai passaggi importanti sul libro e poi li riscrivevo sul fogli per poi commentare con drammaticità, posai il mio sguardo sul foglio e notai con grande soddisfazione che era quasi completo.

"Mi spieghi perché mi hai fatto venire se poi lo hai scritto tu?" Disse Bieber, alzai lo sguardo e lo posai sulla sua figura.

"Alla fine non era male il libro, da quanto ho constatato ti è piaciuto e non mi sembra tu ti sia lamentato" Dissi ridacchiando quando la sua faccia fece una smorfia infantile.

"Sono solo stupidaggini" buttò il libro sopra il piccolo tavolino in legno facendo, al contatto, un chiasso assurdo.

"Romeo e Giulietta ci hanno insegnato a non arrenderci per uno stupido cognome o per un differente ceto sociale o per una stupidissima rivalità tra famiglie" Risposi chiudendo il libro e stirandomi sul mio divano, tutto sotto il suo sguardo attento.

"Come se adesso ci fossero questi problemi" Sbuffó contrariato alla mia versione.

"Ci sono altre problematiche" Dissi ovvia guardando questo suo lato del tutto nuovo ai miei occhi e mi gustai la situazione.

"Comunque, io vado" Sì alzó dalla poltrona e con lui anche io, mi sistemai per poi accompagnarlo alla porta.

Uscì di poco per poi girarsi verso di me, incatenando il suo sguardo con il mio, qualcosa nel mio stomaco si smosse ma evitai di farne un dramma. Rimasi stupita quando una sua mano toccò il livido, pensai stesse per colpirmi così mi allontanai di poco, ma subito dopo la sua presa divenne lieve e senza nessuna malizia o rabbia, era solo una semplice carezza, chiusi gli occhi e pensai di star sognando così senza che lui se ne accorgesse mi pizziccai il braccio con la punta delle dita ma quando riaprí gli occhi niente era cambiato, non stavo sognando. Poco dopo tolse la sua mano e mi sorrise per poi perderlo di vista. Era strano e io ero curiosa.

Bullismo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora