Capitolo 8

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Buttai via l'ultimo scatolo e finalmente mi sentii completamente libera dopo settimane.
Avevo finito, avevo preso un paio di giorni per sistemarmi bene in casa nuova e adesso potevo tornare a lavoro, contenta decisi di prendere una pausa e di guardare un po' di TV, allora mi sedetti sul divano e la accesi poggiando distrattamente una mano sulla pancia, ormai mi capitava sempre di farlo, mi faceva sentire più vicina al bambino.
Cambiai canale un paio di volte non trovando niente quando sentii la porta d'ingresso aprirsi, Ethan doveva essere tornato da lavoro. «Ciao» lo salutai senza voltarmi, sentii la porta chiudersi e i suoi passi. «Ciao» lo salutai di nuovo attendendo una risposta che ancora non arrivò,allora mi girai confusa vedendolo fermo con una fascia premuta su una mano. «Tutto ok?» Gli chiesi non capendo cosa avesse. «Si, non preoccuparti» rispose con un tono di voce davvero basso, mi guardò e notai quanto era pallido il suo viso. «Ethan? Cosa hai fatto alla mano?» Domandai più in ansia alzandomi dal divano. «Mi sono solo ferito al lavoro mentre aggiustato un auto, tutto ok, vado a medicare la ferita» rispose tendendo più forte quella fascia mentre io mi avvicinavo a lui. «Fammi vedere» insistetti. «Non voglio che ti preoccupi» ammise superandomi e andando verso il bagno. «Non mi preoccupo mica per delle ferite» mentii un po', nonostante tutto quello che avevamo passato mi preoccupavo ugualmente anche per cose stupide. Lui mi lanciò uno sguardo che mi fece capire che non ci credeva affatto e io sospirai, mi conosceva bene ormai.
Raggiunse il bagno facendo lunghi passi e per poco non si chiuse dentro. «Fammi entrare» mi lamentai mettendo un piede tra la porta, allora lui grugnì per poi, però, farmi entrare. «Siediti» dissi seria ma lui si appoggiò solo al muro contrariato a tutte quelle attenzioni, io roteai gli occhi e poi gli afferrai delicatamente il polso sentendo subito il suo sguardo su di me, sbattei ripetutamente le palpebre per cacciare via quella tensione strana che si era creata e poi con l'altra mano tirai su la benda sporca di sangue vedendolo fare una smorfia di dolore, guardai meglio e notai che era un taglio profondo ma, per fortuna, non molto largo. «Basta mettere qualcosa per disinfettare la ferita» lo tranquillizzai, e lui cambiò espressione. «Lo sapevo bene ma tu insistevi con il volerla vedere, potevo farlo da solo» mi fece notare ma io alzai le spalle, mi ero preoccupata.
Presi il necessario dall'armadietto del bagno e poi tornai sulla sua ferita cominciando a medicarla facendomi tornare in mente, purtroppo, brutti ricordi, allora non dissi niente mentre lo facevo, per evitare di farmi vedere in ansia, nemmeno Ethan disse qualcosa, forse avevamo gli stessi pensieri. «Meglio mettere una benda» consigliai alla fine e lui annuì. «Mi fido» scherzò e io sorrisi, sapevo che il nostro rapporto di amicizia sarebbe sempre rimasto.
Presi una striscia di benda e l'appoggiai con cura sulla ferita riuscendo a non fargli male, poi per farla restare ferma l'avvolsi più volte sul polso avvicinando di più a me il suo braccio e quindi anche lui, la sistemai meglio, ma quando sentii il suo viso sfiorarmi la nuca mi irrigidii scostandomi. «H-ho finito» gli feci notare sorridendo nervosamente indicando la sua mano, ma lui nemmeno la guardò, annuì e basta guardandomi dritto negli occhi. «Grazie» sussurrò avvicinandosi leggermente, io sorrisi in risposta e poi quello che fece mi sorprese, allungò le braccia e mi strinse a se lasciando uscire un sospiro, io rimasi immobile a quel gesto mentre lui mi accarezzava le spalle, mi allontani di scatto guardandolo negli occhi, cosa aveva? Lo guardai ancora e poi lui si avvicinò di nuovo fermandosi a pochi centimetri dal mio viso. «Grazie» sussurrò ancora per poi far toccare le nostre labbra facendomi sussultare, mi avvolse di nuovo stringendomi e io spalancai gli occhi spingendolo via, rimasi a fissarlo sconvolta e poi uscii dal bagno correndo verso la mia stanza, mi chiusi immediatamente dentro e poi cominciai di nuovo a respirare con fatica, perché l'aveva fatto? Io ero venuta a stare qui per dare una vita migliore al bambino, per farlo crescere insieme, ma lui come al solito non aveva seguito le regole ed io, io dovevo aspettarmelo, ero stata una stupida, lui sperava ancora in noi. «Megan ti prego, mi, mi dispiace, non dovevo» lo sentii poco dopo dall'altro lato della porta.
Io la fissai e poi mi chiesi se era la cosa giusta, e se io ricambiavo quei sentimenti, ma ignorai quella domanda non mi sentivo pronta per rispondere, bussò di nuovo e io socchiusi gli occhi. «Megan apri, ti prego, mi dispiace» non riuscivo a rispondere e forse non dovevo, rimasi immobile a fissare la porta con tutti quei pensieri in testa.

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Ciao a tutte!
Scusate per questo enorme ritardo... so che ho sbagliato ma purtroppo per me questi due mesi sono stati un po' pesanti... ma ora sono qui è estate ed ho moolto più tempo libero, mi sto riprendendo e tornerò ad aggiornare presto, lo prometto e, inoltre,  vi chiedo scusa per il capitolo corto.
Voi fatemi sapere sempre cosa ne pensate di questi due folli 😅😂 e un bacione, a presto! 😘

Una ragione per amarti 3 - resterai? Where stories live. Discover now