135 giorni prima...

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Andy è completamente scomparso dalla circolazione per 10 lunghissimi giorni. Dove cazzo è finito?
A scuola non c'è e non risponde mai al telefono.
Mi fa preoccupare sul serio...

Entro a scuola ancora più triste e cupa del solito e appena entro trovo un gruppetto di ragazzi ad accogliermi.
Stanno intonando una canzone con lo stesso ritmo di Merry Christmas ma le parole non sono quelle.

"Hai mai provato a guardarti allo specchio?
Ah no scusa, si romperebbe.
Tua madre ti ha lasciata, tuo padre abbandonata.
Lui è un alcolizzato che va a puttane.
Tu sei una puttana e basta.
Sei un cesso, uno schifo.
Non ti vergogni di essere ancora qua?
Non ti vergogni ancora di vivere?"

Questa volta l'avevano studiata bene.
Ci sono riusciti, sono riusciti a farmi sentire una merda anche oggi, complimenti...
Scoppio a piangere.
Corro in bagno, chiudo la porta a chiave e mi fisso allo specchio con gli occhi pieni di lacrime e le labbra che tremano.
"Hanno ragione!
Sei uno schifo, un cesso. Nessuno ti vorrà mai.
Mar, non hai amici e non ne avrai mai.
Perché non muori ora e fai un piacere al l'umanità?" Urlo con tutta la forza che ho in corpo.
Piango più forte e mi accascio a terra
quando sento bussare.

"Dove cazzo eri finito Andy?" Grido in preda alla rabbia.

"Come cazzo hai fatto a capire che ero io?" Al contrario di me lui mi sembra calmissimo.

"Sei sempre tu, Andy"
Abbasso la voce, non so se mi ha sentito.

Lui fa un lungo respiro e poi risponde.

"Ero dai miei nonni in Colorado..."

"E perché non mi hai detto niente coglione?"

"Non lo so, non ci ho pensato..." Dice con una voce evidentemente imbarazzata e dispiaciuta.

"Beh io si ci ho pensato, ci ho pensato tantissimo..."
Le lacrime non vogliono smettere di scendere e io non voglio assolutamente  alzarmi dal pavimento.

"Apri la porta" mi ordina lui.
"No" rispondo secca.

Allora sento dei rumori provenire dalla serratura.
Sta provando ad aprirla con una molletta.

La porta si apre e io mi giro dalla parte opposta.
Sento dei passi lenti dirigersi verso di me.
Si ferma dietro la mia schiena, si accuccia e inizia ad accarezzarla.
Io inizio a pingere più forte e mi giro verso di lui.

"Andy, non ce la faccio più..." Sussurro.

"Lo vedo... Ma sai, nella vita di tutti arriva un momento in cui si vorrebbe mollare, mandare a fanculo tutto e tutti e mandare a puttane il cervello. È normale,
ma quello che devi fare è rialzarti ed essere più forte di prima e fare in modo che nessuna tempesta possa buttarti giù di nuovo..."

Quel ragazzo mi stupisce ogni giorno di più.
Come gli vengono in mente queste cose?
Pensavo fosse uno stronzo che pensa solo al fumo all'alcohol e al sesso, e forse è vero.
Ma questo stronzo ha un cuore ed è quattro volte più grande del mio.

"Ma io non sono forte..."
Sussurro di nuovo

A lui scappa un sorrisetto
"Tu sei la ragazza più forte e coraggiosa che abbia mai conosciuto.
Perché nonostante tutto tu ti rialzi sempre, fingi che sia tutto apposto e continui a camminare senza guardare in faccia nessuno e questo non è da tutti Angel..."

"Non chiamarmi Angel"
Dico senza ormai nessuna lacrima.

Lui inizia a ridere.
Ma non una di quelle risate che si fanno quando ti viene raccontata una barzelletta, ma una risata dolce e comprensiva.
Si alza in piedi e mi porge una mano.
Io sorrido, la afferro e lui mi aiuta ad alzarmi.
Mi asciuga gli occhi e sussurra:
"Non voglio più vederti piangere okay?"

Io annuisco abbassando lo sguardo.
Lui mi stampa un bacio sulla fronte e immediatamente arrossisco.
Vedendo la mia reazione lui inizia a ridere.
"Che cazzo ridi?" Chiedo
"Niente, è che sei buffa!"
Dice tra una risata e l'altra.
Io metto un finto broncio e incrocio le braccia sul petto.
Lui fa finta di essere dispiaciuto e mi afferra il mento col pollice e l'indice.
"Oh poverina, ti ho offeso? Scusami tanto non era mia intenzione, come posso farmi perdonare?" Dice facendo il il broncio.

"Vaffanculo Biersack!" Dico rigida ed esco dal bagno.

Lui scoppia a ridere e mi segue in classe.

Le ore di lezione passano velocemente e senza accorgermene sono già davanti alla porta di casa ad infilare la chiave nella serratura.
Apro la porta e trovo mio padre seduto sul divano con un amico evidentemente molto più giovane di lui, avrà circa 25 anni. Stanno guardando una partita di basket, ma a mio padre non è mai piaciuto il basket!
Comunque, hanno entrambi una bottiglia di birra in mano e due cartoni di pizza vuoti sono posati sul tavolino.

"Eh eh Brad, non mi avevi detto che tua figlia è così sexy, potremmo fare qualcosa che piaccia a tutti e due piccola!" Dice facendomi l'occhiolino e subito dopo scoppiando a ridere seguito da mio padre.

"Tipo ascoltare musica dei Misfits?" Propongo io.

Mi fissano entrambi per un secondo in silenzio e poi scoppiano a ridere di nuovo.
Io salgo le scale e vado in camera mia.
Mi butto sul letto e vedo che mi è arrivato un messaggio da Andy.

Andy: hey, come va? Hai ancora istinti suicidi? ;)
Io: hahaha simpatico
Andy: davvero, tutto bene?
Io: si
Andy: sicura?
Io: che palle Andy ho detto che sto bene!

Poi mi arriva un altro messaggio da sconosciuto.

Anonimo: sparati

Ma chi cazzo è?

Me ne arriva un altro.

Anonimo: perché non lo hai ancora fatto?

Un altro.

Anonimo: sei solo un peso per l'umanità, sei inutile!

E ne arrivano molti altri ma non li leggo, lancio il telefono sul materasso, scoppio a piangere e vado in bagno.
Frugo nell'armadietto in cerca della mia bustina argentata.
La trovo, la apro e prendo la mia migliore amica.
La faccio scivolare sulla mia pelle premendo sempre più forte.

Hanno ragione, hanno tutti ragione, cazzo!
Sono solo un peso!

Mi lascio scivolare con la schiena al muro singhiozzando con un pianto isterico.
Mi porto le ginocchia al petto, le abbraccio e vi appoggio la fronte mentre mi pervadono la mente tutte queste offese anzi, queste verità...

Sono soffocata dalla mia stessa realtà...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 28, 2016 ⏰

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