UNA VERITÀ CHE NON VOLEVO SAPERE

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Alec
Gliel'ho davvero detto?
Non posso crederci...
È lui ha risposto anche io...
È tutto così nuovo!

Mi giro nel letto in cerca del suo viso da guardare, da accarezzare, da baciare...
È così bello quando dorme...
Ha il respiro lento e regolare e il suo alito sa di dentifricio alla menta...
Mi stringo di più a lui e quell'odore così familiare mi assale come una folata di vento.

Oggi sarebbe dovuto essere il compleanno di mia madre...
I miei genitori non hanno neanche avuto il tempo di conoscermi davvero, non hanno avuto il tempo di conoscere Magnus, non hanno avuto tempo e basta.
Hanno vissuto troppo poco...

Mi alzo dal letto e prendo il cellulare, vado su un'applicazione che mi consente di trovare gli iPhone...
Generalmente la usavo per vedere dove fossero i miei genitori, ma, mi rendo conto solo ora, non avrebbe alcun senso usarla ora.
I loro cellulari ci sono stati riportati da un loro collega dopo la loro morte e, ora, sono chiusi in un cassetto a casa...

Cerco 'iPhone di mamma' (lo avevo salvato così la prima volta) e ingrandisco la città per vedere dove si trova.

Non è possibile...
Il suo cellulare dovrebbe essere a 13 ora di volo da qui e invece...
Non può essere...

Esco dalla stanza dell'albergo velocemente, senza preoccuparmi di essere in pigiama, e inizio a correre nella direzione del puntino rosso del cellulare di mia madre...
Se ho ben capito man mano che mi sposto anche il puntino del mio telefono sullo schermo si sposta.
Secondo la "mappa" mi manca ancora 1 kilometro.

-Alec!- Magnus mi sta rincorrendo lungo la strada afosa. -Alec che ti prende? Dove stai andando?-
-da mia madre- rispondo riprendendo a corre con il cellulare in mano.
-Ehi Alec Alec!-

Magnus, superandomi, mi si piazza davanti bloccandomi il passaggio.

-Alec tua madre è morta.-
-no, o meglio si... Cioè non lo so... Il suo cellulare è qui lei.... Devo trovarlo.-

Riprendo a correre, ma,subito, Magnus mi afferra per il polso costringendomi a fermarmi.

-Alec...io non credo che lei....-
-guarda- gli dico mostrandogli il cellulare -non ha senso, il suo telefono dovrebbe essere a casa mia, chiuso in un cassetto... Ci sono due possibilità: o è stato rubato oppure non è mai stato a casa mia.-

Magnus mi guarda un po' incredulo. -andiamo- dice poi sorprendendomi.
Intreccia le sue dita alle mie e inizia a camminare verso quello che potrebbe essere semplicemente un errore.

Arriviamo davanti ad un condominio e il pallino del mio cellulare è proprio su quello di mia madre.

E ora?

-lasciamo stare... Torniamo all'hotel-
-Alec...-
-senti, sarebbe imposs...-

L'ultima parola rimane sospesa appena poso gli occhi su una donna, dai lunghi capelli neri, girata verso le cassette della posta.

-Alec...- dice Magnus, ma in questo momento la sua voce è praticamente solo di sottofondo.

Entro nell'edificio, cercando di non farmi vedere, e inizio a seguire quella donna che, per quanto ne so, potrebbe essere una normalissima donna brasiliana che assomiglia tremendamente a mia mamma.

-Alec... Cosa stai facendo- sussurra Magnus camminando al mio fianco.
-pedino quella tizia, mi sembra ovvio...- rispondo

La donna sale 3 rampe di scale e apre una porta sulla destra.
Sono bravo a seguire le persone senza farmi sentire, è una delle poche cose che mi hanno insegnato i miei genitori.

Malec || StayWhere stories live. Discover now