CAPITOLO 1

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E se gli dèi esistessero?

Se da qualche parte in Grecia... Su un qualsiasi monte... Si fossero insediati creando una vera e propria famiglia?

Sì, una famiglia movimentata... Anzi correggiamo, una famiglia molto movimentata

"Silenzio!" tuonò il re dell'Olimpo.

Glaphyra sbuffò, sempre la solita storia.

Appoggiò i gomiti sul tavolo.

"Papà, cazzo, per quale ragione mi hai fatto lasciare quella biondina?" entrò nella stanza Dioniso. Glaphyra odiava quel dio.

Ci provava sempre con lei, e non perchè fosse una ragazza carina... Aveva i capelli corti neri con i riflessi blu che le circondavano il viso per niente abbronzato, era lunghi davanti con un ciuffo maledetto che le finiva sempre tra gli occhiali neri giganti, che le facevano sembrare più grandi gli occhi verdi con una sfumatura azzurra verso l'esterno. Non era alta, proprio per niente, ma era molto magra anche se non lo faceva notare coprendosi con tutti quei vestiti di due taglie in più, rubati a qualche dio che li abbandonava in giro.

"Ehi Phyra!" Dioniso si avvicinò a lei.

Aveva delle sedie libere intorno... Chi voleva sedersi vicino alla figlia di Ade che poi non è neanche ora stata nominata dea?

Neanche lei si sarebbe seduta vicina a se stessa .

"Sono occupate!" esclamò sollevandosi.

Lui era un bel ragazzo, i suoi boccoli biondi erano stati piastrati e ricoperti di gel, sparati verso l'alto tanto che sembrava un porcospino. Le sopracciglia curatissime facevano capire che di recente aveva fatto un servizietto ad un'estetista. Subito sotto, gli occhi color vino facevano risaltare la pupilla.

... Non ci sarebbe mai andata a letto...

"Nessuno vuole sedersi vicino a te!" spinse la sedia indietro sedendocisi sopra.

Glaphyra sbuffò.

Uno stronzo.

"Vi ho convocati per parlarvi di Ade."

Glaphyra si passò la mano tra i capelli e si sistemò gli occhialoni... Suo papà era sempre la questione da risolvere!

"Sta cercando di nuovo un modo per aprire la gabbia dei Titani"

Sempre la stessa storia! Era da millenni che la questione era sempre la stessa!

Mormorii dei vari dèi. Ognuno si schierava da una parte, tranne Dioniso, l'unico che si faceva i cazzi propri.

Glaphyra iniziò a muoversi sulla sedia.

Aveva voglia di andarsene nella sua stanza con una cicoccolata calda in mano e un libro aperto sulle gambe.

Le piaceva leggere come a Dioniso piaceva scopare. In poche parole, anche troppo!

"E' sempre la stessa storia da millenni! Mio padre non è un assassino e probabilmente si sarà stufato di fallire." disse la figlia di Ade alzandosi e scaraventando la sedia a terra con un rumore assordante.

Tutti si girarono verso di lei...

"Glaphyra zitta!" tuonò Zeus.

Glaphyra sbattè le mani sul tavolo: " Non sei mio padre!" urlò con gli occhi di tutti puntati su di lei.

Si incamminò verso la porta enorme che dava sul corridoio, fatta d'oro con qualche ghirigoro che Glaphyra non aveva mai osservato.

A lei non gliene fregava niente di nessuno e con quegli dèi intorno faceva bene!

"Glaphyra torna qui!" urlò Zeus.

Lei se ne fregò continuando a camminare e aprendo l'enorme porta.

"E' un fottuto ordine!" sbraitò ancora e lei in risposta uscì sbattendola.

La Figlia Degli InferiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora