8. Doppio carpiato

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Tutti ridevano, qualcuno addirittura si teneva lo stomaco. Ma Jasper... Jasper si stava sbellicando in una maniera poco gentile guardando il bel visino di Gabriel completamente ricoperto di Porridge. Matthew aveva trasformato quel suo scherzo in una specie di rituale di iniziazione, tanto che era diventato divertente per tutti vedere i nuovi arrivati fare un doppio carpiato nel porridge. In quanto figlio di Hypnos, una divinità praticamente sconosciuta ai più dei novellini, era impossibile che sapessero come difendersi dal suo sguardo soporifero.

Un baluginare giallo nei suoi caldi occhi marroni e... puff! Ci si risvegliava per il fragore delle risate, completamente inzaccherati nella propria colazione/pranzo/cena. La questione era iniziata quasi per caso, quando per sbaglio, uno dei primi giorni che si trovava lì al campo, aveva mandato a fare la nanna Nigel Bluebell, un figlio di Iride... per non parlare del tuffo fatto fare a Helen Bucket sul suo panino triplo hamburger con maionese! Aveva ancora dei problemi a far funzionare il proprio sguardo soporifero con Rob Hart, o Rob Hart-less come lo chiamavano tutti, ma il suo essere ipovedente era un vero problema quando si trattava di scherzi, rischiava di passarci pienamente in mezzo senza vederli. Fin da quando era arrivato al campo si era pienamente sentito a casa: non che la sua famiglia fosse un completo disastro come quella di molti altri, ma diciamo che lì le sue peculiarità erano la normalità.

Matthew Graham Queensly era un figlio di Hypnos davvero particolare. Suo padre si doveva essere divertito molto quando aveva deciso di donargli dei poteri, dato che non era affatto un dormiglione, ma un insonne. Era capace di stare anche un mese senza chiudere occhio, per poi cedere ai livelli di stress mentale e fisico troppo elevati e cadere in un sonno profondissimo per qualche giorno. Sua madre, Amanda Queensly, aveva temuto che il suo bambino ci lasciasse le penne molto piccolo a causa di questo problema, ma in forza della sua natura semidivina, non era accaduto.

Sandra Orlando alzò la voce dal tavolo di quelli di Hermes, dove i due novellini sedevano dopo essere stati accompagnati in perfetto silenzio dalla strana ragazzina ricciuta, - che poi aveva preso posto ad un tavolo da sola ed aveva fatto spuntare un bicchiere dal nulla - lanciandogli un pezzo di pancetta.

"Queensly, sono le otto e mezza. Non ti pare sia ancora presto per i tuoi trucchetti da stronzo?" gli urlò a occhi bassi per non incrociare i suoi, con un sorriso fatto da denti palesemente storti. Tutto il tavolo di Ermes, imitando la propria capocasa, annuì e brontolò, d'accordo con la ragazza, che aiutò Gabriel a ritrovare gli occhi in quella poltiglia che gli ricopriva la faccia.

"Che cosa... perché sono ricoperto di Porridge?" chiese boccheggiando sotto tutti i grumi della pappetta.

"Perché Queensly è uno stronzo." rispose semplicemente Mark, un altro degli abitanti della casa di Hermes, un simpatico ragazzotto con il vizio di rovistare nelle tasche altrui.

Il destinatario di tutte queste belle parole non si scompose più di tanto: aggiunse il pezzo di pancetta volante al mucchio già presente nel suo piatto e tornò a ruminare allegramente. Non ce l'avevano con lui, non per così poco.

"È un figlio di Hypnos - continuò Mark - solo che al posto di dormire fa dormire gli altri."

"Ma è figlio unico?" domandò Jasper osservando il tavolo tutto vuoto a cui sedeva il magrissimo ragazzo dagli occhi soporiferi.

"No... ha altri sei fratelli e sorelle, ma amano passare il loro tempo a dormire nella cabina di Hypnos. Evitate di guardarlo negli occhi direttamente e non finirete nel... porridge."

"Grazie tante... avvertire prima?" grugnì Gabriel, ormai pulito.

"Non si può mai sapere chi decida di prendere di mira. Devi averlo ispirato particolarmente... è stato un doppio carpiato con stile!"

Le risate scossero di nuovo tutti, tranne Gabriel, che si ritirò a guardare la sua colazione ormai inservibile e fredda, indignato e scosso dal fatto che tutti ridessero così di lui. Forse non ne era abituato, forse erano solo le 8:30 del mattino, forse si sentiva a disagio.


"Hai visto il tuffo?"

La voce di Sue comparve prima della sua proprietaria al tavolo della Casa Grande, armata di una borraccia sportiva e di una salvietta al collo, come se avesse appena finito di correre per allenarsi. Cosa che era in effetti successa.

Scarlett, che era arrivata con lei più o meno nello stesso istante, aveva sì visto tutto, ma come al solito non sapeva cosa dire.

"Cosa devo fare con quel ragazzino? Cosa? Prima o poi affogherà qualcuno nel porridge e noi sentiremo l'urlo di Chirone dalla Svezia... o dovunque sia andato a finire con quel suo parentame equino." rispose, osservando le tavolate ridanciane che indicavano il povero nuovo arrivato, il biondino con la faccia indignata e mesta.

"Piuttosto... non ti pare strano che quei due nuovi, il coso biondo e l'altro, non abbiano un genitori divino riconosciuto?"

"Sì e no." ribattè l'altra, mentre nel suo piatto compariva una collezione di pezzi di carne che definirli al sangue sarebbe un eufemismo "Sì, perché penso siano passati almeno quattro anni dall'ultimo figlio che mammina si era dimenticata di riconoscere. Ebe, sempre la migliore. No, perché... non so. È come dire ecco, ci risiamo. Non vorrei apparire scortese, ma gli dei... non imparano mai."

"Nessuna offesa, Cadmy - rispose Sue sedendosi accanto a lei a fissare i tavoli gremiti di ragazzini - spero solo che i loro divini genitori o genitrici si facciano vivi il prima possibile. Sappiamo entrambe che non è buona cosa aveva dei non-riconosciuti in giro."

"Di sicuro sono i padri, quelli che latitano. Ma - e qui Scarlett si aprì in un sorriso - questo ci dà la fantastica possibilità di riaprire il toto-dio! Dai, quanto ci scommetti che il biondino è un figlio di Apollo?"

"Nah nah nah, secondo me il biondo è un figlio di qualcuno di tranquillo o persino di Ermes. Per lo scuro punto su Ares o Nemesi, quella svegliona."

"Non penso che Nemesi apprezzi diventare un uomo." nicchiò Scarlett "Anche se secondo me ha un debole per le donne. Detto tra noi. Comunque, oh! Il ragazzetto broncioso non mi pare abbastanza per la casa di Ares. Secondo me lo riscopriamo figlio di Hypnos, come il mio Matt preferit- QUEENSLY, PUOI GRAZIOSAMENTE LIMITARTI A FISSARE LA TUA COLAZIONE SENZA CERCARE NUOVE PREDE?"

"Scusi, signorina Cadmy!" Rispose pronto il diretto interessato tornando a fissare la propria montagna di pancetta.

"L'unica cosa che ci manca - aggiunse Sue - è che questa stranezza sia collegata a qualche profezia. E' l'ultima delle ultime cose che necessitiamo, dopo un tornado e una visita dalla mia famiglia."

"Ma figurati. Gli Dei non imparano mai, come ho detto, ma qui manca il cattivo da prendere a calci. Non so quante divinità primordiali con un conto in sospeso con l'Olimpo siano rimaste ancora. E quelle poche che ci sono hanno imparato la lezione. No. Sai cosa potresti fare, Sue? Stampiamo dei volantini con le foto di questi due marmocchi e tu vai ad appenderli su ogni colonna dell'Olimpo. Magari con un messaggio strappalacrime tipo Sei tu il mio papà?"

"Ma tipo anche no?"

Scarlett scoppiò a ridere in una risata che assomigliava più ad un latrato e picchiettò sulla schiena della sua collega. "Su, su. Bisognerà pur scoprire chi sono 'sti padri."

Si alzò, allungando le chilometriche gambe dopo aver finito la sua colazione iperproteica e batté le mani. Tutti si zittirono immediatamente.

"Tra dieci minuti voglio il mio gruppo del martedì allegramente pronto a prenderle nell'arena. Portatevi anche i nuovi arrivati e qualcuno, per favore, insegni loro come allacciare le protezioni."

Dopodiché Sue e Scarlett si salutarono e ognuna si diresse a supervisionare le proprie attività del mattino.

Sapevano che ci sarebbe stato di che divertirsi. 

La Seconda IliadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora