15. Cena a lume di candela

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Era una serata limpida, nel cielo si potevano vedere le stelle brillare lontane e piene di luce.Il mio smoking era color blu scuro, abbinato con una camicia bianca e completato da una cravatta rosso chiara. Erano le otto e mezza, fortunatamente ero in orario per una volta. Gli otto caffè della giornata stavano facendo effetto, riconosco che abbinare la vita dell'eroe a quella normale spesso possa essere molto difficile, venivo da una notte e una giornata dalle emozioni forti, e mi serviva una serata di riposo. Suonai al campanello, si aprii la porta e entrai. Elija abitava in un palazzo degli anni settanta, molto elegante, al quinto di dieci piani, era in una bella zona della città. Arrivai finalmente al suo appartamento, era aperto -'' entra Ronald ! Sono un attimo in cucina, arrivo subito !''- urlò Elija indaffarata . Restai in silenzio, avevo portato uno dei vini di Billy, Francese, me lo aveva consigliato l'esperto prendendolo dalla riserva, a suo dire uno dei migliori bianchi di questo mondo . Dopo pochi istanti arrivò Elija, che dire, non credo di averla mai vista più bella di quella sera. Indossava un abito verde acqua, con la scollatura a V molto profonda. Il vestito ,senza maniche, arrivava fino a poco sotto il ginocchio, le calze erano color carne, e ai piedi portava dei tacchi 12 beige. "Sei bellissima"- quella frase mi uscì involontariamente dalla bocca, senza che io potessi bloccarla, lei abbassò lo sguardo sorridendo timidamente -" anche tu non scherzi" - non so che mi stesse prendendo, ma quella sera era diversa dalle altre volte, rimasi ipnotizzato dai suoi occhi azzurro mare , truccati con un filo di Eleyner, e nel mio stomaco sentivo un miscuglio di emozioni confuse-" dai andiamo a sederci"- disse lei, sulla sua faccia un timido sorriso che mi ricordò vagamente quello di Thea.

"Hai visto questo... arciere mascherato che girovaga per la città ?" - la domanda mi prese in controtempo, sobbalzai, e nel moto incauto mi andò di traverso un pezzo di carne, iniziai a tossire -" stai bene ?"- disse lei una volta che mi ripresi -" sisi... credo che sia un bene che qualcuno si prendi cura della città comunque"- risposi rosso in volto per il fiato mancato in quei secondi . Elija storse la faccia -"si dice che abbia assaltato il carcere di Heavy Fortress e anche che abbia aggredito il capo della Wilthmore Industries"- la guardai assorto -" credo che ognuno abbia i suoi modi, e per quanto riguarda il carcere nessuna prova dice che sia stato l'arciere di rubino . Per il tipo della Wilthmore ... magari avrà fatto qualcosa di sbagliato non credi ?" -Elija abbassò lo sguardo concentrata -" magari, ma non mi interessa, basta che non me lo ritrovo in casa da un momento all'altro..un po' di vino?" -alzò la bottiglia nella mia direzione sorridendo -" okkei ma verso io " - risposi perdendomi nei suoi occhi. 

Poco dopo ci spostammo in balcone, le stelle risplendevano e la luna piena completava un quadro stupendo disegnato nel cielo . "Sai"- disse Elija guardando in alto -" mio padre quando ero piccola mi portava in balcone a guardare le stelle. Ricordo che avevo cinque anni quando, una volta, portandomi in balcone, mi disse che quelle due stelle"- indicò due astri molto vicini fra loro, accanto alla luna-" si chiamavano con i nostri nomi" - gli tremava la voce, aveva gli occhi lucidi -" perché così, non ci saremo mai divisi l'uno dall'altra. Da quella sera in poi, ogni sera ci mettevamo in balcone, papà con una birra e io con un succo di frutta.. alla pera"- sul suo volto si dipinse un sorriso amaro -" e guardavamo le nostre stelle, io nelle sue braccia, fino a che non mi addormentavo"- una lacrima gli solcó la guancia destra , io mi avvicinai a lei ,prendendola per un fianco con la mano -" ehi "- sussurrai, lei si girò, le lacrime le avevano fatto colare un pò di mascara sul viso, ci passai un dito sopra per levarlo. Ci guardavamo intensamente, eravamo noi, solo noi, girò il busto verso di me, mi mise una mano sul volto -" tu mi piaci" - "anche tu" - risposi a bassa voce, ci fissavamo, poi mi avvicinai azzerando le distanze fra i nostri corpi, e posai le mie labbra sulle sue.

"Resta un altro po' dai facciamo colazione e poi andiamo al mare.. se ti va" - Elija mi guardava speranzosa -" scusa ma non posso, ho un appuntamento con Billy  fra un oretta, e non posso proprio mancare... scusami" - baciai a stampo Elija e mi alzai dal letto -" allora ci vediamo oggi pomeriggio in officina, ieri é arrivata una Ferrari da aggiustare, siamo importanti"- disse lei con un sorriso orgoglioso sulla faccia-" o forse meno cari " - risposi io ironico rimettendomi i pantaloni. "Grazie per stanotte, sono stata bene " - le sorrisi e rimettendomi la camicia dissi - " anche io, molto" -  Elija si alzò -" sicuro che non vuoi nulla per colazione ?" - e sbadigliando mi diede una pacca sul sedere, ridendo successivamente.Io rimasi interdetto, poi stiracchiandomi risposi -" no, per oggi no" - la sentii ridere dolcemente , poi sentii il telefono squillare, era un messaggio : ti aspetto alla base, novità su Axel .
Salutai Elija e uscii di corsa, il dovere mi chiama .

Arsenal - L'alba di un nuovo eroe Where stories live. Discover now