Capitolo 8.

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PUNTO DI VISTA DI EMILY.

Due settimane.
Due settimane che aveva detto di amarmi. Due settimane che non lo vedevo ne sentivo. Due settimane che ero depressa. Oggi era il compleanno di Lydia, Stiles era quattro giorni che mi portava per negozi per scegliere regali. Credo che ne avesse comprati una decina come minimo. Verso le cinque del pomeriggio Stiles mi mollò a casa mia e mi disse che alle otto meno un quarto sarebbe venuto a prendermi nuovamente per andare alla festa. Lydia era strani in quei giorni, era assente con la testa, le domandavi qualcosa lei non rispondeva subito. Non sapevo cosa mettere. Un vestito? I jeans? In questi momenti odiavo essere una ragazza, i maschi mettono pantaloni e camicia e sono già pronti, era ingiustizia. Optai per una tuta nera intera e le vans, me ne andai in bagno e aprii l'acqua calda spogliandomi, come regalo a Lydia le avevo fatto un libro di scienze applicate, l'avrebbe adorato sicuramente. Mi lavai velocemente non avevo voglia di pensare perché se l'avessi fatto sicuramente il primo pensiero sarebbe stato il ti amo di Derek. Come puoi dire "ti amo" ad una persona ma poi non parlarle per due settimane? Non è che fossi uscita particolarmente questa settimana poteva passare anche a dire "Ciao", no? Basta farsi seghe mentali, mi imponevo di   ripetere nella mia testa matta. Uscii dalla doccia e sentii un rumore particolare che attirò subito la mia attenzione, mi accorsi che avevo semplicemente lasciato la finestra aperta, la chiusi e feci finta di niente. Mi asciugai e misi subito la tuta intera, mi faceva il seno grosso ma oramai ero abituata, dai quattordici anni mi venne la quarta e capii che era stata la mia rovina nascere in una famiglia che quasi tutte le donne erano prosperose Mi lisciai i capelli, odiavo avere quel cesto di capelli crespi e mossi. Adoravo lo stile hippie così misi anche una coroncina di fiori fra i capelli. Finii il look con un filo di mascara ed ero già pronta, mancava poco all'arrivo di Stiles, ero curiosa di sapere quale dei 10 regali avesse scelto per portarle. Mancava cinque minuti alle sette e quarantacinque, così mi avviai fuori casa con il cellulare in mano, e Stilinski arrivò puntuale. Montai in macchina e lo guardai ridendo, era buffo quando era nervoso e quando aveva Lydia vicino era sempre nervoso. “Come quando tu vedi Derek quindi non fare la saputella.” Non c'era modo che la mia conoscenza stia zitta? Arrivammo a casa di Lydia e vedi che Stiles aveva un pacco regalo più grande di se stesso. Quello non poteva essere il mio migliore amico.. Andai alla porta e salutai Lydia con due baci sulle guance e mi girai a guardare il mio migliore amico che manco riusciva a passare per la porta con quel regalo, vidi Lydia sorridere dolcemente ma anche divertita.
«Vado da Ally» dissi a Lydia e mi avventurai dentro la caso con il bicchiere in mano che mi diedi pochi minuti prima.

Mi svegliai nel mio letto, non ricordarmi come ci fossi arrivata, l'ultimo mio ricordo era mio fratello che mi urlava che era colpa mia se era morto dopo che avevo bevuto quel bicchiere di ponch. Nel pomeriggio chiamai Stiles che iniziò ad urlarmi che avevano scoperto chi era la lucertola gigante e chi l'aveva controllata era Matt ma che adesso era morto, non è che capii qualcosa nel suo discorso, risposi sempre si si. Però non sapevono come farlo tornare normale così disse Stilinski, di bene in meglio dovrei dire.. Mi buttai sul divano e rimasi ferma lì con la voglia di fare qualcosa pari a zero.
                          ******
Era lunedì e il compleanno di Lydia era passato da due settimane, i miei amici la settimana prima non mi avevono parlato più di tanto perché Jackson era morto ma non era proprio morto poi è diventato un Omega e se ne era andato a Londra. Mi dispiaceva un poco per Lydia che era stata la sua ragazza per due anni. Avevo scoperto la sera del compleanno di Lyds la madre di Allison si era suicidata perché stata morsa da Derek e il nonno Argent era un tantino psicopatico. Una famiglia tanto normale erano. L'ora di pranzo arrivò così mi sedetti accanto ad Allison e Lydia. Avevo una fame morivo ma il cibo della mensa faceva veramente schifo, non è che mi saziassi alla perfezione, ecco. Allison non era più la stessa si vedeva ed era anche un pochino preoccupata.
«Io e Scott ci siamo lasciati» quasi affogai con il budino e pensai di morire finché Lydia non mi tirò un colpo sulla schiena che mi fece riprendere. Una notizia così non si poteva buttare così durante l'ora pranzo.
«Derek Hale mi ha detto di amarmi ma non si fa sentire ne vedere da quattro settimane.» dissi semplicemente mangiando il budino, era il loro di affogare. Infatti Lydia sputò tutta l'acqua sul vassoio.
«Il Derek Hale che conosciamo noi?» strillò la Argent, lo so che lo odiava ma io cosa potevo farci.
«Già, lui.» mormorai facendo spallucce. Era strano dirlo a voce alta, era ammettere che lui mi amasse davvero e sembrava irreale.
«La sera del compleanno di Lydia che eri un pochino di fuori come tutti, è stato lui a portarti a casa quindi diciamo che non lo vedi da due settimane.» Ecco mi ha visto fatta. Che figura di merda. Dopo la scuola sarei andata a trovarlo, costi quel che costi.

Stiles e Scott mi accompagnarono davanti al palazzo dove vi era il loft di Hale così entrai dentro e arrivai all'ultimo piano bussando al gran portellone, mi aprì un uomo.
«Ciao, chi sei?» domandò sorridendo gelido.
«Emily, tu chi sei?»
«Peter Hale, lo zio di Derek» Fermi tutti lo zio Peter che era morto ed era molto psicopatico?
«Lo zio Peter psicopatico che ha ucciso mezza Beacon Hills e ha morso uno dei miei migliori amici?»
«E che due settimane fa mi ha quasi ucciso» Aggiunse il mio Derek scendendo dalle scale. Oddio eccolo lì l'uomo più bello che avessi mai visto.
«E hai quasi ucciso il ragazzo che amo?» domandai sconcertata. Bella figura di merda avevi messo anche di amarlo.

This Was Boy I Loved. {Derek Hale} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora