Capitolo 4.

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Erano passati due giorni da quando Derek mi aveva accompagnato a casa e io era due giorni che non mi toglievo la sua giacca. Allison sarebbe passata fra meno di venti minuti a prendermi per andare a scuola. Misi la maglietta nuova, i leggins e un paio di stivali ed ero già pronta. Quella mattina mi truccai poco, non ne avevo molta voglia, misi solo il mascara. Scesi di sotto con lo zaino in spalla, mia madre come puntualmente mi chiese di chi era la giacca e io risposi come sempre “È di un amico.” Le presi di mano il muffin che stava per mangiare e uscii di casa sbattendo la porta. Allison era già lì davanti, montai in macchina posando la cartella ai miei piedi e iniziai a mangiare il muffin abbuffandomi.
«Buongiorno» mormorai con la bocca piena.
«Dove eri finita venerdì sera? E di chi è la giacca?» urlò lasciando uscire la rabbia e preoccupazione nei miei confronti. Sobbalzai sentendola urlare.
«Ma ci siamo sentite ieri.. Potevi chiederlo ieri senza farmi venire un infarto.» dissi ridendo continuando a mangiare il muffin.
«Rispondi.» disse seria.
«Ho visto Derek, l'ho raggiunto abbiamo parlato un po', mi ha accompagnato a casa e basta.» La macchina inchiodò bruscamente e mi arressi per non finire contro il parabrezza.
«Derek Hale? Quindi la giacca è sua!» Annuii ridendo quando ripartì e finii di mangiare. Continuò a farmi l'interrogatorio fino al parcheggio della scuola. Scesi di macchina e presi lo zaino. Raggiungemmo i ragazzi, io e Stiles andammo subito in classe, avevamo matematica, si sedette accanto a me e chiacchierammo per tutta lezione non capendo nulla del nuovo argomento. Mi venne un lampo di genio.
«Stiles, Stiles» sussurrai scuotendogli il braccio.
«Dimmi signorina Chase.» disse ridacchiando.
«Hai il numero di Derek?» chiesi speranzosa.
«No, io no. Però Scott ce l'ha. Perché lo vuoi?» disse sorridendo malizioso e gli tirai uno schiaffetto sulla testa. Chiesi al professore di andare in bagno e lui mi diede il permesso così uscii. Presi il cellulare e mandai un messaggio a Scott dicendogli di uscire un attimo dalla classe. Cinque minuti più tardi arrivo McCall.
«Scott dammi il numero di Derek.» sussurrai pregandolo.
«Va bene.» mi diede il numero e mi infilai nel bagno chiamandolo subito.
"Pronto?" rispose Derek dall'altra parte. «Ehi Derek, sono Emily, ti ho chiamato perché ti dovrei rendere la giacca.»
"Già la giacca, me ne ero dimenticato. Piccola come hai il mio numero?"
«Me lo sono fatta dare da Scott.»
"Hai capito il piccolo Scott.. " mi mordicchiai il labbro al pensiero del suo sguardo concentrato mentre era a telefono.
«Quando vieni a riprenderla?» domandai cercando di far finire quel silenzio.
"Domani sera, va bene?" L'avrei rivisto, evvai.
«Certo, va benissimo» per fortuna
"Okay, ciao piccola."
«Ciao Derek!»
                            *******
Tornai a casa ma non avevo molto fame, piuttosto era lunedì ed ero stanca morta. Andai in camera e mi buttai sul letto addormentandomi subito.

Ero nel bosco di Beacon Hills e camminai per un po', arrivai nella parte con meno alberi del bosco e lì in mezzo c'era un cadavere ricoperto di sangue e morsi, mi avvicinai e vidi meglio il viso di quel ragazzo, gli occhi spalancati e inespressivi erano di mio fratello, era il cadavere di Connor.

Mi svegliai urlando il nome di Connor, era stato un incubo terribile, non avevo mai sognato Connor morto. O almeno il suo cadavere. Mi alzai e andai a sciacquarmi un poco il viso. Il dubbio mi era rimasto, presi il pc e scrissi nella barra ricerche "omicidi per colpa di leoni di montagna Beacon Hills." C'era anche l'articolo di mio fratello, lo lessi e rilessi. L'unico che poteva sapere qualcosa era il suo fidanzato di allora, Travis. Avevo il numero di sua madre, se era ancora quello, bastava chiamare e sentire. Chiamai e rispose la signora Anderson ed io le chiesi il numero di Trav. Una volta che l'ebbi ottenuto lo chiamai chiedendogli di vederci, lui accettò volentieri però disse che era a lavoro quindi avevamo a disposizione soltanto una quindicina di minuti. Uscii subito di casa, dicendo ai miei che andavo alla tomba di Connor, in qualche modo mio fratello ci entrava. Arrivai nella discoteca dove Trav lavorava. Era solamente per ragazzi, già.. Arrivai sul retro e lo trovai già lì, lo salutai con un abbraccio e lui ricambiò mi conosceva da quando avevo cinque anni.
«Trav, ho sognato il cadavere di Connor e mi è venuto un dubbio, perché è passato dal bosco quella notte per venire a casa tua?»
«Adorava passeggiare e mio padre non era contento se ci vedevamo quindi qualche volta stavamo all'inizio del bosco.. Ci eravamo dati appuntamento lì, io arrivai in ritardo e lui non c'era poi la mattina scoprì che era scomparso. Vieni dentro cinque minuti dai.. Ti offro da bere una Coca-Cola.» accettai ed entrammo, la musica era piacevole, Trav era ancora in pausa, così andò lui al bancone mentre io rimasi lì a ballare in disparte..

Sentii un urlo e alzai lo sguardo sul soffitto dove più lontano vi era una lucertola gigante, una lucertola gigante, UNA LUCERTOLA GIGANTE.
"Porca Troia, scappa scema" disse altra me ed aveva ragione corsi più forte che potevo e uscii dal retro ma caddi sui dei vetri vicino alla spazzatura, uno mi si conficcò nel braccio, per fortuna era piccola come scheggia e fece solo un taglietto. Domani vado a farmi controllare da Melissa, pensai. Adesso ero ancora ferma dietro il locale così mi allontanai e presi il cellulare chiamando la prima persona che mi era venuta in mente.
«Derek, ti prego vieni a prendermi, ero al locale dove lavora l'ex ragazzo di mio fratello e ho visto una lucertola gigante che attaccava le persone.. Io ho paura Derek.» sussurrai appena.
«Resta là dove sei, so dove lavora Anderson, arrivò a prenderti piccola, ci sono io con te.» chiusi gli occhi appena concluse la chiamata. Sentii un rumore di una macchina, aprii gli occhi e vidi che era Derek parcheggiato davanti a me. Scese di macchina e venne verso di me chiedendomi
«Stai bene?» Annuii lentamente. Mi prese per il braccio dove mi ero tagliata pochi minuti fa e le sue vene diventarono completamente nere, urlai notando il fatto e tolsi il braccio dalle sue mani. Derek si girò verso di me e mi guardò negli occhi ma io iniziai ad parlare interrottamente
«Le tue vene erano nere appena mi hanno toccato il braccio ferito, perché? Derek cosa diavolo sei?» Sentii un "merda" sussurrato dal ragazzo che avevo davanti. Sospirò bruscamente, sembrava davvero turbato.
«Io.. Sono un lupo mannaro.»
Un che?

This Was Boy I Loved. {Derek Hale} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora