6^CAPITOLO RICORDI

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"Ma con che coraggio abbandoni tuo figlio come un pacco?"
Emma è visibilmente irritata.
"Con che coraggio da un giorno all'altro decidi di andare dall'altro capo del mondo? Sapendo di avere un bimbo di pochi mesi? Io non so che dire..."

Vedo che i suoi occhi si riempiono di lacrime.

"Chissà come sarebbe stato" mi risuonano nuovamente queste parole.
La vedo realmente arrabbiata e triste.

"Emma, non far così... Sono passati anni e tutto questo è solo un ricordo.
E io sono andato oltre.
L'unica consolazione è che non ho provato per lei il senso di vuoto che ho provato per te..."

"Cosa?"

"Hai capito...per te io provavo un amore folle che mi ha quasi distrutto.
Per lei no.
Provavo affetto, che avevo confuso con amore. Ma non era la stessa cosa.
L'ho scoperto quel giorno a Fiumicino. Se fossi stata tu penso che non sarei stato bravo e buono.."

Sospiro stringendole forte la mano continuando il mio discorso.

"Così siamo rimasti io e mio figlio.
Lei non ha più voluto saperne.
Tramite i miei avvocati sono riuscito ad aver la custodia esclusiva.
Lei ora,avendoci abbandonati, non può vantare più nessun diritto nei suoi confronti. Poi quando Andreas sarà maggiorenne potrà decidere lui come comportarsi."

"Lui conosce la storia?"

"Si per quello che si può raccontare ad un bambino di 8 anni.
Quando ha iniziato a chiedere perché i suoi compagni di scuola avessero una mamma mentre lui no gli ho spiegato semplicemente che sua mamma è andata via per lavoro dall'altro capo del mondo.
E che era fortunato di avere nonna zie zii e papà. "

"E lei non si è fatta più sentire in tutti questi anni?"

"Un paio di telefonate all'anno e delle email. Ma non è più tornata.
Da quello che mi ha detto sì è rifatta una vita,si è sposata e ha due bambini.
Di Andreas ha ammesso di non sentirne neanche la mancanza."

"Sei stato molto bravo"mi dice accarezzandomi il petto.

"I primi tempi e' stata dura. Molto dura.
Lei se n'è andata proprio a ridosso del tour.
Non potevo cancellarlo o anche solo rimandarlo.
Ero stato lontano dalle scene da troppo tempo.
Quindi con mia madre, mia sorella e tutti quelli dello staff ci siamo organizzati e Andreas e' sempre venuto con noi.
Aveva appena 6 mesi e tantissime necessità che io come padre spesso non comprendevo.
Pensa che sono passato dal bere birra prima dell'ingresso sul palco a dare il biberon di latte.
Dal far casino ridendo e urlando nei camerini a bacchettare tutti che facessero silenzio che Andreas dormiva.

Penso però che sia andato bene,che il tour sia stato un successo grazie anche alla sua presenza che mi dava forza.

Da lì in poi è stato tutto un crescendo.

6 anni fa, all'interno della mia etichetta discografica ci sono stati dei cambiamenti e sono stato nominato presidente.
Più lavoro,ma migliore posizione.

Andreas ha iniziato scuola.

È così,piano piano abbiamo raggiunto l'equilibrio di cui ti parlavo prima. "

Bravo Mattia. Le hai raccontato tutto. Ora sei fregato.
"Capisco tante cose in più di te ora Matti" e nel dire queste cose mi vola in braccio,accucciandosi tra le mie gambe. La stringo forte e le bacio il collo.
Lei getta la testa all'indietro come per chiedermi di continuare. Non me lo faccio ripetere e riprendiamo la nostra danza.

Tu. Che sei parte di me.Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu