1^CAPITOLO Io 7^parte

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Il pomeriggio di registrazioni procede senza ritardi o problemi.

È stata una bella puntata.
I miei favoriti hanno cantato benissimo e hanno fatto un'egregia figura.

Maria ha poi annunciato che la prossima settimana inizieranno le selezioni per il serale.
12 posti in tutto,due squadre da 6 elementi.

Gli alunni sono in fibrillazione per sapere dei direttori artistici.
Maria non si sbilancia.
Dentro di me vorrei urlare ma mi accontento di fare un sorriso di circostanza alla telecamera.

Si spengono le luci dello studio,la riunione post puntata è terminata.
Saluto calorosamente i miei colleghi e ,con la promessa di vederci in settimana, entro in camerino.

Mi cambio velocemente e controllo l'ora.
Sono le 19:30.Mi faccio due calcoli.
Se non trovo troppo traffico dovrei arrivare da mia sorella ad un'ora decente.
Prendo il telefono e compongo il suo numero per avvertirla.

Tuuut tuuut tuut perché non risponde? 4.5.6 squilli. Parte la segreteria.

Riprovo.
Tuuut tuuut
"Prontiii!!!"
"Rebe. ?"
"Oh fratellone. Ciaooo..."

"Perché non mi hai risposto subito?"
"Io e Andre avevamo le mani in pasta. Per stasera pizza!!! Arrivi presto?"

"Grandi... Una pizza la mangio volentieri.
Se non c'e traffico 1 ora e sono da voi. Metti 2 birre in frigo"

"Ma secondo te non le ho già messe? Quanto conosci poco tua sorella... Ora ti lascio. Andreas mi sta riempiendo tutta la cucina di farina."
"Andreas aspetta ti aiuto." La sento urlare.

"Ci vediamo tra un attimo"
E stacco la chiamata.

Metto in tasca il telefono e mi prendo a spalle il borsone con il cambio.
Sono sfinito ma stata una lunga giornata ricca di soddisfazioni.

Scendo velocemente le scale.
Il taxi che mi deve portare in ufficio mi aspetta e io ho una voglia matta di tornar a casa. Thanks god it's friday.

Sono nel vialetto quando vedo una figura fin troppo famigliare ferma sotto il lampione dell'ingresso.

Mi tiro su il colletto del cappotto e aumento il passo. Ho fretta. Voglio andar da mio figlio.

"Mattia. Fermati un attimo."

"Per favore Emma. Ho il taxi che mi aspetta. Noi non abbiamo nulla da dirci"

"Puoi ascoltarmi un attimo?" Mi chiede duramente.

"Emma. Basta. Veramente. Lasciami andare. Ho il taxi che mi aspetta. "

"Mattia" sussurra.

"Lasciami in pace. Devo andare a casa. Stammi bene." Cerco di essere rigido nelle mie parole.
Non voglio dar a vedere lo scombussolamento che ho dentro in questo momento.

"Come vuoi. Buon fine settimana"

"Anche a te. Ti saluto"

E senza voltarmi mi incammino fuori dagli studi.
L'aria fredda mi punge il viso.
Non vedo l'ora di essere a casa.

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