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Arrivò Lunedì e io non avevo la più pallida idea su cosa fare.

Non volevo in nessun modo ferire Mathilda, è la mia migliore amica e la adoro; solo che la situazione mi sembrava troppo strano e quindi ho deciso di scappare da casa sua lasciandola li completamente confusa senza nessun tipo di spiegazione.

Spero con tutto il cuore che Luke le abbia raccontato tutta la storia, ma qualcosa mi dice che è troppo codardo  e che in realtà sta continuando a nasconderle la verità. Mi faceva terribilmente male la testa e non esa solo a causa delle urla degli studenti che frequentavano la mia scuola e che ora erano nell' autobus assieme a me. Poco dopo l'autobus si fermò nel parcheggio riservato agli autobus davanti a scuola e tutti i ragazzi in balia degli ormoni, con i quali sfortunatamente andavo a scuola, si accalcarono contro le porte per scendere e mi tirarono in mezzo.

Non appena fui entrata dentro alla grande scuola, mi diressi a passo svelto verso il mio armadietto, togliendo dallo zaino tutti i libri e riponendoli accuratamente negli scaffali. Ad un tratto una piccola mano si posò sulla mia spalla spaventandomi a morte, sapevo che si trattava di Mathilda.

Mi voltai lentavente trovandomi davanti una Mathilda pallidissima, lei immediatamente mi avvolse in un caloroso abbraccio e senza dire una parola la abbracciai a mia volta. Diversi e rumorosi singhiozzi uscivano dalle sue labbra quindi io iniziai a sfregare dolcemente la mia mano sulla sua schiena sussurrandole parole rassicuranti cercando di consolarla.

"Hey, che cosa succede?" Le chiesi staccandomi per un momento dall'abbraccio e allontanandomi appena per poterla vedere in faccia; le appoggiai le mani sulle spalle e la intimai a parlare.

"Mio padre mi ha detto che mia mamma lo ha tradito" signhiozzò "e quando mia mamma è arrivata a casa si sentivano delle urla spaventose provenire dal piano di sotto; penso che stiano facendo le pratiche per il divorzio.

La avvolsi nuovamente in un grande abbraccio e, non appena la mia facciaera fuori dal suo campo visivo, sulle labbra mi si formò un lieve sorriso.

Che cazzo ho di sbagliato? I genitori della mia migliore amica stanno per divorziare ,lei sta male, è distrutta e io sto sorridendo?

Cancellai immediatamente quel ghigno malefico dalla mia faccia e continuai ad abbracciarla, la strinsi più forte di quanto mai avevo stretto qualcuno prima d'ora. Posso capirla benissimo, è successo anche a me. Mi sentivo esattamente così quando mia madre e mio padre divorziarono, ero distrutta, quindi posso capire quanto fa male e quanto dura questa sofferenza.

Lei mi ha aiutata a superarla e a venirne fuori piano piano, quindi adesso è mio dovere ricambiare il favore aiutandola a mia volta a superare questa cosa.

"Sebastian lo sa?" Chiesi staccandomi ancora una volta dall'abbraccio.

"Si" mormorò strofinandosi gli occhi con le maniche del suo maglione.

Annuii in risposta spostando lo sguardo osservando il pavimento in legno dell'ingresso della scuola.

E adesso come posso fare a lasciarlo? E' già abbastanza distrutto dopo aver saputo questa cosa.

Sono una persona davvero troppo crudele, sto realmente pensando a come fare a lasciarlo? Come posso pensarlo? Sono davvero una persona malvagia.

La campanella suonò segnalando l'inizio delle lezioni. Salutai Tilda con un veloce abbraccio e poi camminai velocemente verso la mia classe; mi guardai un momento alle spalle e vidi che Tilda stava asciugandosi le ultime lacrime con la manica del maglione per poi imbracciare i libri e dirigersi a sua volta verso la classe.

My Bestfriend's Dad {L.H. (Italian Translation)Where stories live. Discover now