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Scusate se non sono riuscita ad aggornare prima ma sono stata totalmente piena di studio.

Quando mi svegliai, l'indomani, non mi sentivo molto bene. Ma non fisicamente, mentalmente.

Stavo male perchè non riuscivo a respingere questi sentimenti proibiti e a metterli in un angolo, male perchè lui non voleva dire nulla a Mathilda di ciò che sua madre aveva fatto con un altro uomo, male a causa delle parole che mi aveva rivolto la sera prima.

Come è potuto essere così stupido da dirmi certe cose proprio mentre stavo cercando con tutte le mie forze di cacciarlo dalla mia mente. Ma ovviamente lui non può rendermi le cose facili, no lui deve necessariamente rendermi impossibile dimenticarlo. È come se lo sapesse. È come se tutto ciò facesse parte di un piano studiato da lui per farmi del male. Per distruggere il mio piccolo e fragile cuore. Ma questo sarebbe stupido. È impossibile che lui lo sappia.

A meno che io non lo abbia reso così ovvio.

Fui destata dai miei pensieri su Luke da un mugugnio indistinto proveniente dalla bocca di Tilda.
Mi stiracchiai e diedi un'occhiata all'orologio appeso sopra al letto che segnava le sei del mattino.

Cercai di riaddormentarmi ma avevo la mente affollata di problemi e non riuscivo a fermarli in nessun modo.

Decisi quindi di scendere di sotto e di prendere qualcosa da bere, magari un sorso d'acqua fredda mi avrebbe aiutato a calmare i miei pensieri e a rilassarmi.

Rotolai giù dal letto e cercai di aprire la porta della camera il più delicatamente possibile, per non svegliare Tilda. Quando chiusi la porta il silenzio che pervase le mie fu interrotto da sommessi rumori di pentole che sbattevano e ante che si chiudevano provenienti dalla cucina.

Potrebbe essere un ladro? E se lo fosse?

Mi chiesi mentre prendevo un paio di forbici che erano appoggiate sulla mensola del corridoio. Le tenni dritte davanti a me e tremolante scesi le scale.
Ad ogni passo che facevo verso la cucina, i rumori diventavano sempre più forti ed insistenti.
Quando fui sulla porta presi un respiro profondo e mi decisi ad entrare; saltai all'interno della stanza tenendo le forbici puntate dritte davanti al mio corpo in difesa.

-"MILLA?! CHE CAZZO STAI FACENDO?" Urló Luke spaventato aggrappandosi alla mensola che era accanto a lui così forte che le nocche erano diventate bianche.

-"Oh mio Dio, Luke, sei tu. Pensavo fossi un ladro" risposi appoggiando le forbici sul ripiano da cucina.

-"Cosa fai sveglia?" Mi chiese apparendo un po' più calmo di quello che era solo qualche secondo prima.

-"Non riuscivo a dormire. E tu?"

-"Nemmeno io." prese due tazze dalla credenza. "Tutto quello che è successo la scorsa notte è stato così sconvolgente e sto cercando in tutti i modi di passarci sopra, o perlomeno di non pensarci." Disse scuotendo leggermente la testa in segno di disapprivazione "Cioccolata calda?" Mi chiese poi versandosene una tazza anche per lui.

-"si, grazie" risposi guardandolo versare la cioccolata anche dentro all'altra tazza.

-"Ecco" mi porse la tazza "stai attenta, è bollente".

Come te.

Annuii e presi la tazza dal manico che era soltanto tiepido ma non scottava. Non era molto freddo fuori. In Australia non è mai freddo. Ma avevo proprio voglia di una cioccolata calda, e penso che anche Luke ne avesse.

Soffiai sulla cioccolata fumante cercando di raffreddarla, poi alzai lo sguardo e vidi Luke fare lo stesso.

Poi presi un sorso chiudendo gli occhi per assaporare il dolcissimo sapore, dalle labbra mi usci un mormorio soffocato. Era davvero deliziosa. Mi riavvicinai la tazza alle labbra e continuai a bere.

My Bestfriend's Dad {L.H. (Italian Translation)Where stories live. Discover now