28

6.3K 522 70
                                    

L'unica illuminazione che arrivava in quel tugurio era quella proveniente dal cancello per gli alloggi dei gladiatori, ma bastava e avanzava per illuminare i due ragazzi: Levi era seduto con la schiena contro il freddo muro di pietra grigia, gli occhi sgranati dalla meraviglia e puntati tra le proprie gambe oscenamente divaricate, e tra le quali stava sdraiato Eren, i cui occhi erano accesi di perversione mentre stava fermo con le labbra ad un passo dal membro già turgido dell'amante.
"Non lo devi fare per forza" gli disse Levi forse per la centesima volta quella notte.
Ma sperò con tutto il cuore che lo facesse.
Eren sorrise, e l'altro avvertì il suo fiato accarezzare il proprio arnese in un soffio delicato.
E credette di morire.
"Lo voglio fare. E poi te lo sei meritato"
"Era una lotta impari" ribattè Levi, non riuscendo a controllare quella parte di lui che stava cercando di fermare il moccioso. Ma perché, poi, voleva fermarlo, se tutto il suo corpo ardeva d'aspettativa? Non lo capiva nemmeno lui. Non era abbastanza lucido per capirlo in quel momento.
"Non sono d'accordo" replicò Eren.
E poi non ci fu più modo di fermarlo: prese in bocca il membro di lui fino ai testicoli, senza smettere di guardarlo e restando fermo, dopo, come aspettando una sua reazione, che però Levi non gli mostrò fino a che lui non si tirò indietro. Dopo, Eren si avvicinò una seconda volta, ma le sua labbra si fermarono sulla cappella dell'altro, senza andare oltre di un solo millimetro e passandoci sopra la punta della lingua in movimenti talmente lenti da risultare una tortura. Continuò così, il ragazzo, finché Levi, esasperato, non lo spinse di forza ad andare un po' più giù, lasciandosi anche sfuggire un grugnito che per il più piccolo era solo la prima nota della dolce sinfonia che aveva intenzione di ascoltare quella notte. Una volta che la mano del più grande tornò abbandonata sul pavimento, Eren si tirò via per l'ennesima volta, ed iniziò a passare la lingua sulle vene pulsanti che ormai spiccavano nitide sulla pelle chiara e tesa di quell'organo così sensibile e delicato: disegnò il contorno di ognuna di esse con una scrupolosità quasi maniacale, come un pittore che pennella su una tela, passando rapidamente sulle più sottili ma stuzzicando più al lungo le più pronunciate, e intanto ascoltava il respiro di Levi farsi sempre più rapido e dalla cadenza irregolare, e lo guardava mentre teneva gli occhi chiusi, con la testa reclinata all'indietro e la bocca semiaperta. Era completamente in mano sua, ora come ora, e quel pensiero fu sufficiente perché Eren avesse un'erezione istantanea.
Levi, che in quel momento aveva riaperto di poco gli occhi, se ne accorse subito, e tanto bastò a fargli riacquistare quel minimo di lucidità necessaria a permettergli di "ricambiare il favore": Eren era steso tra le sue gambe, con il sedere sporgente all'insù; una posizione maledettamente invitante che il Campione decise di sfruttare subito, infilando rudemente due dita nell'apertura di lui e provando un briciolo di perversa soddisfazione quando lo vide sussultare dopo il suo gesto.
Comunque, Eren non smise di lavorare su ciò che teneva in bocca, anche se ora mugulava continuamente nel contempo, visto il modo in cui Levi muoveva le dita dentro di lui, arricciandole e premendole contro le sue pareti bollenti mano a mano che si spingeva più a fondo, cercando la prostata. Seppe di averla trovata quando Eren si staccò di colpo dal suo membro per poter liberare un gemito di gran lunga più sonoro dei precedenti mugolii.
"Levi... se... se fai così io-"
"Torna giù" lo interruppe lui, e la sua voce suonò roca e sensuale alle orecchie del ragazzo, che eseguì senza protestare mentre l'altro continuava a torturarlo con quelle dita maledette.
Levi non era mai stato tanto eccitato: all'inizio il controllo della situazione lo aveva avuto Eren, ma non ci aveva pensato due volte a cederglielo, arrivati ad un certo punto, e Levi amava avere il controllo. Sarebbe potuto andare avanti con quel gioco per ore, ma il suo corpo non era dello stesso avviso, ed un calore fin troppo famigliare cominciò a scendere dal suo basso ventre fino all'inguine.
Non avrebbe retto ancora per molto, ma Eren non dava segni di volersi spostare.
"Devi toglierti" gli sussurrò.
Di tutta risposta, l'altro gli lanciò un'occhiata, poi, oltre ad umentare la velocità della suzione, cercò a tentoni la mano che Levi teneva abbandonata sul pavimento, e quando la trovò la guidò fon sopra la propria testa.
Il gladiatore si lasciò andare ad un sospiro soddisfatto, e accarezzò i capelli morbidi del compagno con dolcezza prima di stringerli tra le dita e guidarlo così a prendere la velocità che lui voleva.
Eren si lasciò guidare senza fare storie mentre anche la pressione contro la sua prostata aumentava di intensità, e non cercò di sottrarsi neanche quando Levi, preso dalla foga che precede l'orgasmo, prese ad alzare ed abbassare i fianchi verso di lui, fottendogli letteralmente la bocca.
Un paio di spinte dopo, il gladiatore si riversò nella bocca del ragazzo come un fiume in piena, ed il giovane bevve ogni goccia di quel nettare degli dei, mentre lui stesso si svuotava con un gemito.
Quando poi Eren si tirò su, Levi gli pulì gli angoli della bocca con il pollice e lo guardò con dolcezza.
"Che fine ha fatto il mocciosetto impacciato e verginello che ho conosciuto?"
"È cresciuto" gli rispose Eren con un sorriso malizioso.
Poi lo baciò.

Ecco il capitolo hard come promesso! Magari non è il top in quanto a lunghezza lo so, però sono soddisfatta di come l'ho scritto, considerando che il momento giusto per continuarlo non c'era mai (sempre mamma e tanta gente tra i piedi, non so se mi spiego 😅)
Spero che anche a voi piaccia, e vi avviso che dopo questo capitolo ci sarà un piccolo salto temporale 😊
Fatemi sapere che ne pensate mi raccomando! ❤

Schiavi di RomaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora