Capitolo 4

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Finii di sistemare le mie cose e nascosi la valigia sotto al letto, quando una campana risuonò nell'aria. Mi sporsi dalla finestra e vidi mucchi di persone che si dirigevano nell'edificio in cui mi trovavo io. Effettivamente la signora aveva detto qualcosa sulla sala da pranzo in questo posto.

Aprii la porta e presi nuovamente l'ascensore e fui subito al piano terra. La bidella era dove l'avevo lasciata stamattina, in piedi vicino la porta.

<Mia cara, è ora di pranzo. Non serve che ti dica niente solo una piccola indicazione: segui il chiasso> e mi sorrise.

Seguì  il rumore come mi era stato detto ed arrivai in un grande salone gremito di gente. Tanti tavoli erano già occupati da quella massa informe di creature di ogni tipo. Distaccata da questa zona, posta più lateralmente, si trovava la cucina, con ogni leccornia a portata di vassoio; ne presi uno e mi misi in fila per uno squisito sformato di patate con le carote come contorno.

Non dovetti aspettare molto, presi il mio pranzo e mi misi ad osservare la zona. Non trovai traccia di un tavolo di demoni, nemmeno dall'odore potei riconoscere la mia "gente", così rimasi in piedi al centro della sala e lasciai al mio sguardo la possibilità di esaminare ciò che avevo intorno: i vampiri con le loro prelibate sacche di sangue, i licantropi con della carne di cervo, le ninfe con delle insalatine e tanto altro.
Con il vassoio ancora in mano, mi allontanai da quel luogo ed uscii fuori da una porta di servizio. Tutto questo sole mi offuscava la vista e prima o poi sarei diventata più cieca di una talpa, però sempre meglio sorbirsi un po' di sole che il puzzo di quelle creature ed i loro insani rumorini goduriosi.
Addentai il mio sformato come se non mangiassi da giorni, godendomi l'ombra trovata al riparo di un alto cipresso prima che qualcuno mi si avvicinò. Saranno stati in 5 ad accerchiarmi.

<Vi serve qualcosa lupetti?> chiesi con tono sarcastico
<Credo proprio di si, abbiamo un conto in sospeso.> riconobbi a stento la voce, aveva il naso fasciato da dei cerotti e il suo sguardo era pura rabbia. Che spasso.
<Devo dire che stai meglio di prima. Se vuoi ti rifaccio anche il resto>
<Ah Ah sudicia demonietta! Ora regoleremo i conti!>

Sbuffai per il nervosismo, ma in realtà la cosa mi eccitava ancora di più. Non sono una che ama fare a botte, ma sicuramente so come farmi rispettare e per quanto mi dispiaccia infrangere la promessa fatta a mia madre, non vedo altra scelta se non prendere qualche lupo a calci nel culo. Mi misi in posizione d'attacco e lo incitai con un gesto della mano. Tutto il suo corpo era abbastanza grosso da potermi facilmente stritolare, ma più si è grossi e più si tende ad esser lenti, nonostante il sangue di lupo che gli scorre nelle vene. Lo schivai senza problemi, sorridendo a me stessa per aver confermato la teoria. Guardai quel lupo e subito partì un calcio alla sua spalla sinistra.
<Fossi in te non sarei così tanto contenta per un singolo colpo, devi sapere che la forza di un Alpha sta nel suo branco> fischiò per far partire all'attacco anche gli altri membri. Un conto era fare il culo ad uno, massimo 2 di loro, un conto era trovarsi contro un branco.
I loro attacchi vennero eseguiti a raffica e io riuscì a schivare solo qualche pugno o calcio, ma la stanchezza incominciò a farsi largo nei miei muscoli, rallentandomi pian piano. Un colpo ben assestato al fianco e caddi a terra in ginocchio. Sputai fuori qualcosa di metallico e mi resi conto che si trattava di sangue. Sollevai a fatica il busto, il respiro irregolare mi procurò scariche laddove fui colpita più duramente.
<Hai del fegato sai? Ma non ti servirà a molto> disse uno dei lupi
Vidi con la coda dell'occhio un calcio che seppi stava per colpirmi le spalle, ma non sarei riuscita ad evitarlo, vista la mia situazione.  Chiusi gli occhi ed attesi, ma il colpo non arrivò mai. Aprì poco a poco, solo per vedere una mano stringersi attorno alla caviglia del ragazzo.

<Uoo> furono le parole che mi uscirono dalla bocca a far girare quel bellissimo ragazzo che stava reggendo la gamba del mio aggressore.

<Che coraggio Mike, attaccare una ragazza in 6. Ti credevo un Alpha, non un codardo.> disse 
<Gregory! Tu non c'entri! Va via!> rispose il cane rognoso
<Beh Mike, scusa ma non posso. Ormai ciò che è fatto è fatto...>
<Cosa intendi?>
<Legge suprema dei licantropi, ti dice niente?>
Il cane,che a quanto pare si chiama Mike, guardò Gregory e poi me. Nei suoi occhi lampeggio un misto tra rabbia e costrizione.
<Solo per stavolta te la cavi, demonietta!> esclamò seccato prima di richiamare a se i suoi compagni.
Rimasi per molto tempo a guardare mister Perfezione. Diciamo che negli Inferi bei ragazzi ce n'erano anche troppi, ma di bellezza come questa, beh nessuno. Sapeva di fresco, una boccata d'aria, i suoi capelli castani non saprei come descriverli se non "vaporosi". Tutto di questo ragazzo aveva un'aria del genere. Anche quei profondi occhi nocciola, che al momento erano fissi nei miei.
<Ehi cucciola guarda che mi sciupi se continui così.>
Ripresi i sensi e gli tirai un ceffone.
<Ahia! Ehi ma che ti è preso all'improvviso?>
<Era tutto sotto controllo, non avevo bisogno di qualcuno che venisse a soccorrermi, non sono mica una principessina da salvare! Ora vai a grattarti le pulci!>

Raccolsi il vassoio da terra e mi allontanai verso la mensa. Sarei tornata dalla signora all'ingresso a chiederle un'aiuto per la costola e poi mi sarei rintanata in camera. Questa giornata si stava dimostrando proprio una bella giornata di merda.

Scuola Per &quot;Diversi&quot;  [REVISIONE]Where stories live. Discover now